Approfondimenti
ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Nella calza poco “Di Bello” ma non sia alibi
Solo un pessimo conoscitore di calcio poteva dare per scontata questa partita. Solo un pessimo conoscitore poteva pensare che le buone prestazioni romaniste, le pessime granata, condite con due squalifiche pesanti, potessero aver la meglio su una delle tante kriptoniti giallorosse: LA SOSTA NATALIZIA.
BEFANA
La vecchia megera è sempre stata prodiga di carbone per la Roma e anche quest’anno ha portato la sconfitta, puntuale come “Una Poltrona per 2” in tv o come i banchetti dei Tredicine a Piazza Navona.
La Roma inizia benissimo in realtà, spingendo il Toro nella propria area e, in sette minuti, Sirigu compie un paio di miracoli su Zaniolo e Florenzi. Tradizione vorrebbe che segnassero gli avversari, ma Pau Lopez devia sul palo un ottimo diagonale del dinoccolato e solitario Belotti. Ancora i giallorossi esaltano il portiere granata, prima Kolarov e poi Pellegrini. Al minuto 32, Dzeko viene atterrato in area di rigore, ma Di Bello non concede penalty poichè il VAR rileva che una settimana prima il bosniaco avesse la punta dell’alluce in fuorigioco sulla linea di centrocampo.
LA MATEMATICA E’ UN’OPINIONE
Lo spartito prosegue così fino al recupero di un minuto, passato il quale Florenzi sbaglia appoggio, da centrocampo parte una sciabolata che Belotti intercetta e infila sotto l’incrocio in maniera potente. Minuto 47… Un minuto di recupero… Non sono un genio in matematica, aiutatemi voi.
Il secondo tempo è identico al primo: Roma in costante pressione, Sirigu ispirato ma giallorossi in difficoltà nella costruzione e soprattutto nella conclusione. In mezzo ancora il “Gallo” costringe Lopez a deviare sulla traversa. I cambi non aiutano: Mhkitarian si mangia un gol e Kalinic festeggia il genetliaco non toccando il pallone MAI. Minuto 76, il già ammonito Izzo colpisce platealmente la palla con la mano: punizione e niente cartellino, che toccherà al capitano Florenzi per proteste. Minuto 83, Smalling colpisce goffamente il pallone col braccio, davanti all’arbitro, ma il VAR impiega due semestri a decidere per il solar rigore che Belotti insacca. Tutti a casa.
Se andiamo ad analizzare gli episodi, i tifosi fanno bene ad infuriarsi: una mancata espulsione, un uso del VAR imbarazzante, sia nel rigore negato che in quello assegnato, cinque ammoniti giallorossi contro due, al netto del triplo dei falli più il gol a tempo scaduto. Non penso, sia chiaro, che la Roma spaventi qualcuno e venga penalizzata ma certo noto un uso scientifico dell’arbitraggio atto ad innervosire una gara, favorendo chi necessariamente sul nervosismo e “il menare” (legittimo) ci costruisce la partita. In questo mi ha ricordato molto le gare di Cagliari, Lecce e Bologna.
Ma sono d’accordo con Diawara: non si è perso per l’arbitro, pur essendo evidente che la Roma non ha alcun peso specifico o rispetto da parte della Lega Calcio.
IL LIVELLO E’ QUESTO
Si è perso soprattutto perchè su trentuno occasioni (tante ne cita Fonseca) non si è segnato – vuoi per Sirigu, vuoi per imprecisione – mentre il Toro, con tre o quattro, porta a casa il risultato.
Dzeko un fantasma. Zaniolo pimpante, ma solo per un tempo, colpito dalla maledizione di Montezuma ad inizio ripresa con corsa nei bagni appena sostituito. Perotti volenteroso, ma di imbarazzante sterilità. Pessima giornata anche per Mancini e Smalling, svagati e scoordinati. Veretout moto perpetuo ma sbaglia molto, Diawara forse migliore in campo, sia in fase difensiva che propositiva.
La qualità alla fine viene fuori e quella della Roma deriva dal gruppo. Per cui se, come ieri, capita di giocare in maniera individualista, si esce sconfitti. Dispiace aver perso terreno dal vertice, anche perchè la prossima Roma-Juventus avrebbe creato chissà quali fanciullesche speranze, pur impossibili, e avrebbe riempito l’Olimpico. Ma tant’è. Questo è il livello della Roma: sudarsi un fattibile, ma complicato, quarto posto, con un buon gioco ma qualità inferiore ad altri competitor.
Non mi aspetto molto dal mercato di Gennaio. Petrachi è stato chiaro e, fino ad ora, ciò che ha detto è sempre stato vero. Ma, in attesa della dipartita (societaria) di Pallotta & Co, non mi dica De Sanctis che la rosa non è migliorabile. Dimo che nun ce so i sordi che famo più bella figura!