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VLAD DIETRO LE QUINTE – Il ricordo di Bryant tra luci e ombre

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Appuntamento del giorno con la rubrica targata LBDV dal titolo “VLAD DIETRO LE QUINTE”. Una rubrica dedicata a chi, oltre al calcio giocato, ama curiosità e aneddoti legati al mondo del pallone.

Il mondo è ancora sotto shock per l’improvvisa scomparsa del gigante della pallacanestro mondiale Kobe Bryant. Una perdita enorme per il movimento e per l’intero mondo dello sport, il quale è apparso tristemente diviso nel ricordo del campione.

Mentre le cause del fatale incidente sono ancora tutte da definire, numerose sono state le iniziative per rendere omaggio a Black Mamba.

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Ultima, in ordine meramente cronologico, è stata quella riservata dal Milan (squadra del cuore di Bryant) prima dell’inizio della sfida di Coppa Italia contro il Torino. La società rossonera ha voluto ricordare il grande campione della NBA con un mazzo di fiori gialloviola e le foto scelte dai tifosi sui social proiettate poi sul maxischermo di San Siro.

Un’iniziativa che in realtà ha anticipato quello che è stato il fulcro delle polemiche delle scorse ore. Infatti lo stesso Milan al momento della tragica notizia ha chiesto che fosse riconosciuto da parte della Lega un minuto di raccoglimento, oltre che la fascia nera sul braccio. Richiesta prima respinta e poi accolta.

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Ciononostante dopo i convenevoli tra le squadre nell’immediato pre fischio d’inizio, l’arbitro non ha concesso il minuto di raccoglimento, richiamando all’ordine i 22 in campo che si stavano riunendo nel cerchio di centrocampo.

Una scena imbarazzante, che fa da contrasto con quanto vista soltanto pochi minuti prima e con altre iniziative prese in merito.

Kobe Bryant è stato infatti commemorato anche durante la partita di Serie C della Reggiana contro il Sudtirol. Il match si è fermato al minuto 24 per unirsi nl ricordo di quell’uomo che tanto ha legato con la città emiliana, così come abbiamo già trattato nel precedente appuntamento. Grande la commozione sugli spalti, dove i tifosi hanno esposto uno striscione con scritto “Ciao Kobe, cuore reggiano“.

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Il tutto però non toglie che in questi tre giorni la vicenda è sfociato in un vero tutti contro tutti. La polemica del minuto non concesso ma, sconfinando anche nel mondo dello sport in generale, anche la polemica sulla presunta mancanza di attenzione nei confronti del nefasto evento.

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Tanti sono gli sportivi intervenuti a gamba tesa nei confronti della stampa italiana, accusata di non mettere sufficientemente in primo piano la scomparsa di Bryant. La nuotatrice Federica Pellegrini ed il cestita Marco Belinelli sono stati solo alcuni di chi ha voluto alzare la voce, anche sorvolando su eventuali approcci più diplomatici.

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Tra luci ed ombre è il caso di dire che il calcio, così come lo sport in linea generale, ha perso un’ennesima occasione, a prescindere da quali siano le ragioni del caso. L’occasione di unirsi nel segno del puro aspetto ludico della competizione sportiva per ricordare proprio chi ha fatto propri questi concetti. Tutto desolatamente sprecato con la consapevolezza che ormai appare sempre più difficile compattarsi rispetto a schierarsi in più e più fazioni ideologiche. Una continua ricerca della ragione, dimenticando in questo caso quanto tragicamente accaduto, che non fa altro che infangare il fine morale sportivo.

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