SERIE A
Balotelli: “Non sono soddisfatto, posso rimediare. Sul Milan…”
Mario Balotelli si racconta in un’intervista al Corriere dello Sport. L’attaccante del Brescia si abbandona a 360°, dagli inizi ad oggi.
Queste le sue parole: “Perché non faccio molte interviste? Tante volte ne ho discusso con Mino (Raiola, ndr), non dico che mi abbia rimproverato, ha però tentato di spingermi a chiarire pubblicamente certe situazioni, a demolire le invenzioni, a non lasciare tutto lo spazio agli altri. Ma non ne ho mai sentito l’esigenza. Rare le interviste, ne ricordo una a Time”.
SULLE PAROLE DI RAIOLA – “Ha detto che il mio problema è che sono contento di ciò che ho fatto? Ma non è così, niente va bene, so di poter fare di più e non sono soddisfatto. Sono ancora in tempo per rimediare. Avrei potuto essere più in alto, forse, ma non mi pento delle mie scelte, né di qualche stupidata giovanile. Non avrebbe senso ora. Sono cresciuto, l’istinto sostituito con il lavoro. La svolta è stata a Nizza, ma anche l’ultima stagione al Milan è stata formativa. Nei primi anni pensavo che bastasse giocare bene e fare gol, che il calcio fosse tutto qui e non mi si dovesse chiedere altro. Ho incontrato allenatori con i quali c’è stata sintonia e altri che non mi hanno aiutato. Ho litigato con Mou e Mancini, e ti parlo di chi è stato importantissimo per me. A diciotto anni non capivo, ma non sono mai stato così stupido. Mi hanno descritto così? La gente trova più interessanti i giudizi negativi”.
SULLE BRAVATE – “Quello della pistola giocattolo fu semplicemente uno scherzo tra amici che si risolse in un attimo. Quando prese fuoco l’appartamento di Manchester io non ero nemmeno in casa. Gli incidenti, un paio per colpa mia, tre al massimo. Tutto il resto è fantasia, pregiudizio, favola. Hanno scritto di un mio incidente l’ultimo dell’anno e non ero nemmeno presente, non c’ero su quell’auto. Dell’altro giorno un articolo su una serata a Padova dove avrei fatto le ore piccole. Sì, a Padova c’ero, sono andato a cena, poi a bere con gli amici fino alle due, la mattina dopo non era in programma l’allenamento ma io sono andato ugualmente al campo per lavorare. Vuoi sapere come stanno le cose? E allora chiedimelo, informati invece di creare uno scandalo dove lo scandalo non c’è”.
SULLA SQUALIFICA – “Un rosso del c… Mi è scappato un ‘vaffa’ e l’arbitro mi ha cacciato. Ma se fossero puniti tutti i ‘vaffa’ che si sentono in campo, le partite finirebbero con due giocatori per squadra. Da quando sono tornato in Italia non ho rotto le scatole a nessuno, mi alleno seriamente, mi adatto alle esigenze dell’allenatore e dei compagni, anche se a volte in partita mi sembra di fare il centrocampista”.
SUI CORI DI VERONA – “Sfottò? Ne sono convinto anche io, ci credo. Se presi singolarmente, quelli che fanno i buu allo stadio sono tutt’altro che razzisti. Però, vedi, quei cori fanno male. Mi facevano male a sedici anni, a venticinque, mi fanno male ancora oggi che ne ho quasi trenta e mi faranno male a sessanta. A Verona ho avuto quella reazione, ma nella partita con la Lazio al terzo episodio mi sono rivolto all’arbitro e gli ho chiesto di farli smettere. Questa forma di inciviltà, che si può spacciare anche per sfottò, non può essere tollerata, non va accettata”.
SUL RITORNO DI IBRA – “Non me l’aspettavo, non l’ho sentito. Ci siamo visti prima della partita con il Milan quando sono andato in albergo a salutare la squadra”.
SUL MILAN – “Il Milan è il Milan. Ma al tempo stesso non ho alcun problema con l’Inter, non io almeno. L’Inter mi ha dato tanto, tutto è partito da lì, il settore giovanile, Mancini, la gente. Mancini è la principale figura della mia carriera, le due occasioni in cui abbiamo discusso aveva sempre ragione lui”.
SU MIHAJLOVIC – “Sinisa è forte, talmente forte che ne verrà fuori. Non l’ho mai chiamato per non disturbarlo, ma ho scritto a sua figlia. Lui è un uomo leale, di lui ti puoi fidare, le cose te le dice in faccia”.
SU TONALI – “Ha margini di miglioramento abissali. L’hanno paragonato a Pirlo, gli somigliava solo nei capelli. Sandro mi ricorda Gerrard e Lampard, e se il mio allenatore non si arrabbia dico che per me il suo ruolo ideale è dietro le punte. Sandro sa coprire tutto il campo, ma aggiungerebbe tanta qualità se spostato più avanti”.
SULLA SERIE A – “Mi piace Lukaku, chi dice che non è veloce ne capisce poco. Ma è Lautaro che mi ha impressionato. Un altro fortissimo è Higuain, però se devo fare un nome dico Dybala. Io sono un Dybala-fan, è un giocatore pazzesco. Immobile? Ha il posto assicurato agli Europei, lo merita. Ma quando segnerà un gol normale? Guardate il secondo alla Spal, incredibile. Ciro è diventato anche un centravanti d’area di rigore”.