Approfondimenti
ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Giallorossi “sbolognati”
SBOLOGNATI
Il termine a Roma sta a significare, più o meno, “accantonare”, “lasciare da una parte” o, in questo caso, “lasciare in balia di se stessi”.
Ennesima figuraccia ed ennesima interpretazione di un copione trito e ritrito da anni.
Il Bologna viene all’Olimpico con grande carica, voglia di giocare e nulla da perdere, con motivazioni e qualità. I rossoblu mettono una tale intensità e rigore tattico e fisico che i giallorossi non hanno i mezzi, soprattutto caratteriali, per controbattere.
Vedere in panchina il vecchio “nemico” Mihajlovic, come un leone in gabbia, affrontare sia le tensioni nervose che un freddo polare, appena uscito dall’ospedale con quello che sta combattendo, avrebbe dovuto dare animo, non solo ai suoi ragazzi, come è stato, ma anche alla banda di emeriti carneadi avversari, strapagati e straincensati come campioni del mondo. Se vedessi quel leone in panchina, tirerei fuori l’orgoglio, perchè sono un ragazzo fortunato. E invece non è successo.
Cristiano RoBarrow
I giallorossi non partono neanche malissimo e i primi minuti sono un continuo cambio di fronte, senza occasioni particolari. Il Bologna non è venuto a difendersi ma a giocare. Minuto ventidue, il neoacquisto Barrow crossa in area e Smalling “cicca” clamorosamente l’intervento, con Orsolini prontissimo a bucare Pau Lopez. Cinque minuti dopo, Kolarov mette un cross insidioso dei suoi e Denswil, un pò goffamente, mette in rete il pareggio per anticipare l’attaccante.
Pareggio immediato e… forse si cambia registro? Neanche per sogno. Ancora Barrow, che sembra Ronaldo, si infila tra i birilli giallorossi e scarica un diagonale che Santon devia per una palombella imprendibile sotto il sette. Il Bologna arriva a fine primo tempo tentando di chiuderla ma imprecisione e portiere tengono vivo il risultato.
Pronti via alla ripresa e arriva il capolavoro. Cristiano RoBarrow entra sulla sinistra, fa la cover della famosa finta di Del Vecchio, Mancini abbocca e tenta il recupero con la velocità di un orso a cui abbiano sparato del narcotico, Santon subito dietro inchioda misteriosamente e il gambiano fa 3 a 1.
La Roma si riprende dal torpore, soprattutto per i cambi di Fonseca. Peres sostituisce Santon e la prova del brasiliano, alla fine, risulterà buona, e il nuovo Carles Perez entra al posto di Under, impalpabile come al solito. Il baricentro si alza e i giallorossi hanno alcune buone occasioni, soprattutto per la vivacità del folletto ispanico, unica nota positiva della serata, almeno per l’impegno. Dzeko si sveglia un pò, capisce che se la palla non la va a prendere da solo, non la vedrà mai e scalda un pò il povero Skorupski. Chiude i gol l’armeno, schierato titolare, ma il cui unico spunto è il colpo di testa sotto l’incrocio su assist di Bruno Peres. Solita sequela di gialli, anche se stavolta pure gli avversari ne prendono qualcuno e all’80 Roma in dieci per un fallo forse non volontario, ma sicuramente pericoloso, di Crisante. Che poi, mentre esce, sorge la domanda nei tifosi: “ma quando era entrato?”.
Finisce così, col Bologna meritatamente corsaro e una Champions vicina matematicamente, ma lontana anni luce sul piano mentale. A Bergamo non oso pensare a quanti gol si possa arrivare con questo atteggiamento.
ROSA DI SERIE A?
Al di là della scarsità di alcuni interpreti, che secondo me non giocherebbero in questo Bologna, la sensazione è stata un pò quella del “rompete le righe”, tanto cara ai giocatori giallorossi in ogni stagione. Cambi di proprietà, nessuna certezza del futuro, se non lo stipendio, nessun amor di maglia, che passi, ma neanche amor proprio. Stagione conclusa, spero di sbagliarmi, senza obiettivi, se non quella fastidiosa Europa League a rovinarci la serata Gnocchi.
Questa squadra senza Diawara (Diawara non Falcao) non ha gioco e non ha copertura: Veretout o è stanco o depresso dopo tanto correre in solitaria; Cristante è tornato l’evanescente protagonista della scorsa stagione; Smalling non è aiutato e in confusione con Mancini che nelle due ultime uscite ha fatto degli errori da terza categoria. Se il miglior terzino risulta Peres, rispedito al mittente dopo un anno e mezzo di anonimato nelle serie B brasiliana, qualcosa non va. Perotti solita sequela di fumosi e inconcludenti dribbling; Under anche basta, e Dzeko che sembra davvero arrivato.
COATTI A CASA DEI COATTI
Veniamo al “signor” Kolarov.
Amico mio, sicuramente sei il giocatore con maggior esperienza di questa squadretta, ma vorrei ricordare che il tuo ruolo di leader è dato dal fatto che infilavi le punizioni sotto l’incrocio e dal “carisma”. Se le punizioni, come sta succedendo, scemando, ci si accorge che il tuo atteggiamento celhodurista, da “Rocco Siffredi delle conferenze stampa”, non attacca più, sei un difensore pessimo, in marcatura e in anticipo, che in questi anni ci ha fatto prendere più gol di quanti ne ha fatti, ma su una cosa fai bene: muovi la bocca con le manine a papero, come i bambini delle medie, perchè se parli troppo, invece di finire il fiato al 15′, lo finisci al 5′. Chiacchera Kolarov, chiacchiera, ma ti prego lontano da qui, non con la MIA maglia e non certo come dirigente, come si paventa.
Dzeko, in settimana, sbagliava a criticare i giovani, perchè poi deve dare l’esempio e, tra le mille qualità del bosniaco, la leadership non figura.
Sbaglia Petrachi, ammesso sia vero, a fare sfuriate a Sassuolo, quando a una squadra scarsa (“difficilmente migliorabile”, diceva il pugliese) aggiungi tre ragazzini, di sicuro futuro valore, ma al momento non di aiuto.
Sbaglia anche Fonseca e non so se ci sia qualcosa contro l’allenatore, non credo e non lo capirei, ma comunque anche fosse, vista la scarsità della rosa, sarebbe il “delitto perfetto”.
FRIEDKIN Sbrigati.