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#LBDV – Il Napoli e la sindrome da disturbo bipolare

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“Fu proprio la natura prepotente delle mie aspirazioni, più che qualsiasi particolare degradazione nei miei errori, a rendermi quello che fui, e, con un abisso più profondo che nella moltitudine degli uomini, separò in me il dominio del bene dal dominio del male, che dividono e compongono la natura dualistica dell’uomo”.

Questo passo tratto dal romanzo ottocentesco “Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde” scritto da Robert Louis Stevenson, sembra calzare a pennello con quanto fatto vedere dal Napoli in questa stagione, caratterizzata da picchi tra alti e bassi. La natura duplice – se non molteplice – di una squadra capace di rimanere imbattuta in Coppa e di mostrarsi borbottante in Campionato.

Una bipolarità palesata in un momento storico certamente non brillante con un processo di cambiamento in corso d’opera in cui non sono mancati gli errori di valutazione. Ma questo disturbo ha rappresentato e continua a rappresentare il filo di questa stagione che sembra in parte compromessa e dall’altra in piena corsa.

FRAGILE IN CAMPIONATO E FORTE NELLE COPPE

Statistiche in Serie A

Il Napoli in questa stagione – iniziata con il tecnico Carlo Ancelotti – è partito con la doppia ambizione di continuare a lottare in Campionato e di compiere un salto di qualità nelle Coppe, in particolare in Europa. Un’aspirazione avverata soltanto in parte, visto quelli che sono i risultati ad oggi.

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11° posto in classifica con 8 vittorie, 6 pareggi e 9 sconfitte è il bottino più che catastrofico attuale in Serie A. Dato che fa riflettere è anche il computo del rapporto gol fatti-subiti (36-34). Nel mezzo – come ormai risaputo – il cambio di guida tecnico con Gattuso che ha ripristinato l’iniziale impianto tecnico-tattico per intraprendere un nuovo percorso.

Statistiche in Coppa Italia e Champions

Nonostante il cambio di panchina, l’alternanza tra alti e bassi non è scomparsa ed il copione sembra rimanere invariato: squadra involuta in Campionato e voce grossa nelle Coppe. In totale gli azzurri tra le due coppe hanno totalizzato 6 vittorie e 3 pareggi con 15 gol fatti e 4 subiti (nessuno subito ancora in Coppa Italia), riuscendo addirittura a rimanere imbattuti contro una squadra del calibro del Liverpool.

In linea più generale – considerando anche il recente successo contro la Juventus al San Paolo – il cambio di identità sembra avvenire quando a variare è l’interpretazione delle partite, rafforzando quello che è il filo conduttore tra lee gestioni Ancelotti e Gattuso. Netta è la differenza tra la squadra vista contro il Lecce, il Cagliari ed il Parma (giusto per citare gli scivoloni più evidenti) e quella che ha stupito in occasioni sulla carta più proibitive.

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Il Napoli dunque sembra essere debole e fragile dal momento in cui è ‘obbligato’ a fare la partita, facendo risorgere i soliti fantasmi di stagione e mostrandosi incapace di reggere il proprio peso sulle proprie gambe. Fragilità che lascia il posto alla ‘garra‘ messa in pratica nelle partite in cui c’è più da difendere e tenere il campo che altro.

Un’arma, quest’ultima, che potrebbe rappresentare un valido punto di partenza per Gennaro Gattuso che ancora non è riuscito a trasferire la spregiudicatezza auspicata. Fatto che fino al recente passato sembrava un’eresia, per una squadra capace di portare a casa risultati soltanto attraverso l’ossessiva ricerca del dominio sul piano del gioco.

Ma le contraddizioni e i continui sbalzi termici sono ormai una prassi solita dalle parti della città partenopea, che vagheggia tra uno stato depressivo in Campionato ed una situazione di entusiasmo prettamente targata Coppa Italia – Champions.

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UN DISTURBO DA CURARE O DA SFRUTTARE?

Il vero dilemma a questo punto è se questa bipolarità possa trasformarsi effettivamente in un vantaggio. In una stagione in cui il destino in Campionato sembra essere ormai compromesso, la tentazione di fare all-in sulle Coppe è forte. Sostanzialmente questa sembra essere l’unico disperato tentativo per rendere questa una stagione da ricordare, salvo ovviamente un miracoloso ed eventuale piazzamento Champions.

Un punto di forza che Gattuso potrebbe utilizzare – ammesso e concesso che il manico del coltello sia saldamente dalla parte della sua mano – ma è chiaro che tra dire ed il fare passa un oceano. Se in Coppa Italia l’obiettivo dichiarato è quello di arrivare in fondo e se in Champions è di giocare magari uno scherzo al Barcellona, rimane comunque la necessità di chiudere in maniera almeno dignitosa la stagione in Serie A.

Quale dunque potrebbe essere la panacea dei mali? Continuare a perseverare, con gli annessi rischi del caso, sulla propria bipolarità o cercare una cura per un’identità più uniforme e lineare? L’imprevedibilità è l’unica certezza assoluta che sicuramente farà saltare con effetti positivi o negativi il banco. Un espressione che descrive alla perfezione il momento in casa Napoli; senza dubbio il buon Stevenson si sarebbe divertito non poco a fare narrativa sulle trame azzurre stagionali.

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