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ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Giallorossi in ripresa, sperando non sia LECCEzione

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Roma-Lecce rievoca sempre brutti ricordi, anche se sono passati eoni dalla partita che costò lo scudetto ai romani. Tanto più che il periodo è nerissimo: una sola vittoria in campionato nel 2020, in trasferta, tre sconfitte consecutive a dispetto delle tre vittorie pugliesi.

Il popolo romanista si divide tra il timore di ripetere la prestazione di coppa col Gent, seppur vittoriosa, e la speranza di poter invertire la tendenza proprio grazie a una vittoria fortunosa, senza aver subìto reti.

CAFFE’ LECCESE* (*con ghiaccio e latte di mandorla)

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Pronti via e la Roma parte pimpante e aggressiva, come risvegliata. Molti cambi rispetto alla coppa e i “nuovi” sembrano vogliosi. In pochi minuti la Roma fa capire di voler spingere e subito due situazioni in area che il VAR derubrica a nulla di fatto senza esitazioni.

Al minuto 13, il rientrante Mkhitaryan strappa un pallone a centrocampo, Dzeko se ne porta dietro tre e l’armeno serve deliziosamente Under che porta in vantaggio i giallorossi con un bel diagonale, simile al gol di coppa del collega Perez.

Il Lecce prova a ripartire in contropiede, ma la Roma è presente ed aggressiva, Veretout e Cristante bloccano e rilanciano. Un grave errore di Bruno Peres libera gli attaccanti pugliesi, ma Smalling si immola e salva.

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Minuto 38, Edin Dzeko conferma le sue doti da trequartista e servito da Veretout, filtra per l’armeno che buca Vigorito per il 2 a 0.

Il secondo tempo recita lo stesso spartito, con Kluivert a sfruttare gli spazi al posto di Pellegrini che, precauzionalmente, rimane negli spogliatoi. Mancini viene ammonito su Lapadula e salterà la trasferta di Cagliari. Roma vivacissima con i suoi folletti (entra anche Carles Perez al posto di Under) e con Dzeko, sopraffino trequartista a distribuir palloni. Anche i due terzini, Kolarov e Peres, sono ispiratissimi in fase offensiva.

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Al 70′ Perez per Kolarov che trova Dzeko solo e in due tempi batte il portiere leccese. Consulto al VAR per confermare che non fosse fuorigioco (lo stesso Dzeko ne sembrava convinto) e il bosniaco – ricordiamo “mai decisivo, non segna mai, non è cattivo” – fa centodue con la Roma, raggiunge Montella e mette la freccia per Amadei.

Ancora Perez, in un’azione simile, pesca Kolarov che stavolta spara un diagonale e cala il poker. Paradossalmente, il Lecce si sveglia in quel momento e cerca più volte di fare il gol della bandiera, soprattutto con Lapadula che, al volo, centra un palo.

Vittoria importante in questa settimana, sia per tenere a distanza i segugi Napoli e Milan ed anche per avvicinare l’Atalanta, in attesa di  capire cosa succederà al campionato con gli allarmi sanitari da Coronavirus.

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Difficile capire cosa sia cambiato nell’atteggiamento romanista, ma ancora di più capire cosa si sia mangiato Liverani. Probabile che la vittoria sofferta col Gent abbia dato un pò di fiducia al “calimero” giallorosso di questo inizio anno, ma c’è anche la tesi che i giocatori abbiano deciso di correre, spaventati dall’incredibile obesità del tecnico pugliese che ormai, almeno nel peso, ha superato il maestro Cosmi.

“ARMENO” TU NELL’UNIVERSO (cantava Mia Martini)

Cristante in grande spolvero, Veretout ritrovato. Finalmente i terzini hanno fatto un’ottima partita. Dzeko, purtroppo lontano dalla porta, ha sfoderato i suoi piedi deliziosi e anche Under, gol a parte, è stato una spina nel fianco. Su tutti Mkhitaryan, decisivo con assist e gol, ma forse per la prima volta sempre in partita, aggressivo, con qualità, sempre alla ricerca della palla, un giocatore da confermare, così come Smalling. Qualche minuto per Kalinic, evanescente anche in una situazione ottimale, ormai senza speranza. Perez sembra subito entrato in sintonia coi compagni e, vero o falso che sia, si fa apprezzare per le sue dichiarazioni sul fatto di vedere Roma come arrivo e non come tappa (dovrebbe essere scontato ma a Roma non lo è).

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CAPITANI CORAGGIOSI

Pellegrini in ripresa dopo i fischi di coppa. Su questo voglio dire che il ragazzo non deve farsi condizionare. Chiaramente su di lui le aspettative sono tante, sia per doti tecniche che per statuto ereditario, data la sua romanità. Ma per fare, in futuro, il capitano della Roma, servono attributi. E i fischi e i momenti negativi, va ricordato, li hanno presi Giannini, Totti, De Rossi e vari altri. Quindi siano di motivazione e non di resa.

Non è il caso di esaltarsi troppo: una bella partita non può ancora “fare primavera”, contro un Lecce che ha giocato a viso aperto, ma ha lasciato alla Roma la partita che le serviva.

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Fa ben sperare per il ritorno in Belgio per l’Europa League, vero obiettivo stagionale, poichè sembra difficile che chi sta sopra crolli e lasci posti Champions. Sarà dura.

Ormai si aspettano con ansia novità per il closing, anche per capire che stagione sarà la prossima, se Fonseca resterà in panchina e se ci sarà Petrachi, dato già in uscita. Ma, senza le idee chiare su questo, a breve si sarà già in ritardo per la campagna acquisti.

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