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Cagliari, Zenga si presenta: “Mi sono riproposto di riportare entusiasmo, bisogna lavorare tanto”

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Walter Zenga si presenta. Ad accompagnarli durante la conferenza stampa, anche il presidente del club rossoblù Tommaso Giulini, che ha usato anche parole forti per spiegare gli ultimi mesi che hanno portato poi all’esonero di Rolando Maran.

Inizia Giulini: “Abbiamo iniziato qui la stagione con il settore giovanile, ricordando Davide Astori: la sua generosità, il suo attaccamento alla maglia e il suo esempio. Ho visto quanto i nostri ragazzi stiano onorando la sua memoria, un anno fa a oggi ero a San Pellegrino per ricordarlo con la sua famiglia. Mi sembra giusto ricordarlo oggi”.

Zenga arriva a Cagliari con quali motivazioni?
Giulini: “Già qualche giorno fa, dopo le sconfitte con Genoa e Napoli, parlando con Carli il direttore mi ha fatto un solo nome, ossia quello di Walter. Dopo la Roma, Carli ha chiamato Zenga e il giorno dopo abbiamo fatto tutto”.
Zenga: “Inizio dicendo che ho chiamato subito Rolando Maran, che stimo e che penso abbia fatto un buon lavoro. Il Cagliari è un’ottima squadra, mi sono riproposto di riportare entusiasmo in una squadra importante che rappresenta una regione”.

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Come fa un allenatore a curare un malato con una leggera influenza?
“Mio figlio Walter jr. non vede l’ora di arrivare a Cagliari a giocare con Joao Pedro, Nainggolan e Simeone perché lo abbiamo visto giocare con Fiorentina e Parma. L’ho visto tante altre volte, con il presidente c’è un rapporto di grande stima e amicizia, il Cagliari è una squadra che seguo da tempo”.

Giulini, si è chiesto cosa sia successo a questa squadra?
“Il mio stato d’animo è quello di salvare la faccia, perché da tre mesi stiamo facendo ridere. Mi interessa solo questo, ma non voglio entrare in altri discorsi: abbiamo fatto ridere tutti, società compresa e l’allenatore che c’era fino a domenica. Tutti responsabili, non solo i giocatori. Di fatto c’è stata una serie di episodi che hanno fatto sì che il Cagliari non fosse più quello ammirato con la Fiorentina, a partire da Lecce in poi. Questa è la realtà, sono certo e convinto che la scelta di Carli su Zenga sia la scelta migliore in assoluto per ridarci compattezza ed entusiasmo, così come la voglia di curare ogni minimo dettaglio da veri professionisti, che va fatto per conservare il proprio posto di lavoro”.

Coronavirus e caos calendari: cosa ne pensa il presidente?
“Credo che le cose si sarebbero potute gestire in maniera molto diversa, noi sicuramente non giocheremo questo weekend: sicuramente le prime due partite contro Spal e Verona in trasferta si giocheranno a porte chiuse, mentre speriamo di giocare col Torino a porte aperte”.

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Zenga, cosa l’ha portata a rifiutare il Cagliari nel 2014?
“Era un momento particolare, avevo i bambini piccoli ed ero in ballottaggio con un mio grande amico come Gianfranco Zola. Non possiamo parlare di un rifiuto, ma prendo questa domanda come spunto per dimostrare a tutti coloro che nutrono dubbi su di me che si erano sbagliati”.
Aggiunge Giulini: “Vorrei chiarire come non ci siano stati contatti con altri allenatori, come ho letto nei giorni scorsi. Anzi, so bene quello che ho chiesto a Max Canzi in questa occasione, del grande aiuto di cui abbiamo bisogno”.

Mister, lei è arrivato a Cagliari nel giorno del compleanno di Tabarez. La pensa come lui sulla tecnologia?
“A me piace molto guardare le cose che facciamo con i miei collaboratori, con cui eravamo fino a poco fa a rivedere quello che abbiamo fatto. Max lo conosco da una vita, credo che sappia fare benissimo la match analysis, così come la presenza del professor De Bellis: non abbiamo bisogno di avere 15 persone, possiamo dividerci bene il lavoro con quelli che siamo”.

Presidente, la promozione di Canzi va nella direzione di vedere più giovani in prima squadra?
“Canzi è il nome che ho sentito dopo i primi 2 minuti di telefonata tra Carli e Zenga, ma sappiamo bene che Max tornerà a guidare la Primavera a giocarsi lo scudetto. Ma sicuramente per vedere esordire i giocatori c’è tempo, poi se il mister lo volesse fare ne saremmo ben felici”.

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Giulini, quanto le è pesato aver dovuto esonerare Maran?
“Sicuramente è un’amarezza che nasce da una serie di elementi, come quello di avere un allenatore vuoto nell’ultimo periodo, con tanti errori da parte dei giocatori e di tutti, ma in ogni esonero c’è un dispiacere”.

Zenga, cosa bisogna fare per far risalire questa squadra?
“Non abbiamo bisogno di alibi, ma voglio sicuramente riportare entusiasmo a questa piazza. Sicuramente le due settimane di lavoro che mi trovo davanti mi aiutano tantissimo: sono tanti piccoli aspetti su cui lavorare, ma è questa l’unica risposta che mi sento di darle. Lavorare, bisogna far questo”.

Mister, lei ha un’idea di come far giocare questa squadra?
“Quando alleno mi metto l’elmetto per difendere la mia squadra, credo che questo venga apprezzato da tutti. La mia idea di calcio è quella che già proponevo a Crotone, penso che qualcuno se lo ricordi”.

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Giulini, cos’ha detto ai calciatori stasera?
“Gli ho espresso la mia delusione, come quella di tutti i tifosi. Sono innamorato di questa rosa, che fino alle prime 15 gare hanno dimostrato il proprio valore: sono innamorato del Cagliari e di questi giocatori, non ho potuto far altro che fargli capire quanto fossi incazzato. Dobbiamo recuperare concretezza e ignoranza: dobbiamo buttar fuori tutta questa merda dalla testa, è come se fosse un ritiro. Ripartiamo da zero, questo è un nuovo inizio perché abbiamo quattro settimane di preparazione per ripartire, per ricreare adrenalina”.

Zenga, cos’è successo a questa squadra?
“Non posso dire nulla di quel che è stato fatto prima, per rispetto di chi mi ha preceduto. I 32 punti messi insieme uniti al fatto che da tante partite non si vinca testimoniano che un problema c’è, ma ora serve coraggio e non paura, perché questa porta negatività e sconfitte. Io credo che si debba uscire dallo stadio dando tutto, ma è l’atteggiamento che conta, forse ancora più della vittoria”.

Giulini, qual è stato il difetto dell’ultimo Maran?
“Dopo che abbiamo perso a Genova e col Napoli, abbiamo pensato a Zenga. Se non abbiamo esonerato l’allenatore dopo quelle due partite è perché gli abbiamo dato la possibilità di svoltare. Siamo reduci da partite insipide, questo significa che anche gli allenamenti sono andati in quella direzione. Oltre questo commento non mi sembra il caso di dire sul passato, ma voglio guardare avanti con ottimismo”.

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Zenga ha già pensato al modulo?
“I numeri contano il giusto, ma quel che conta sono i principi di gioco che un allenatore deve dare alla sua squadra”.

Ha già pensato a come gestire il dualismo tra Cragno e Olsen?
“Male che vada gioco io (ride, ndr). Seriamente, meglio avere 3 portieri affidabili su cui scegliere piuttosto che non averne. Abbiamo esempi in giro per il mondo, a volte si perdono pure le Champions”.

Giulini, cosa si aspetta da questo finale di stagione?
“Sogno Europa? Siamo realisti, ci son tante squadre più attrezzate di noi, bisogna guardare la realtà. Io credo che questa sia una squadra da primi 10 posti, ma voglio divertirmi perché mi sono rotto i coglioni di questo periodo”.

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Giulini, la scelta di Zenga quanto serve a riportare entusiasmo?
“È la squadra che deve trovare entusiasmo, bisogna chiedere a loro in realtà. A me l’entusiasmo è tornato già nella cena di lunedì”.

Zenga, arriva nella città di Gigi Riva: lo ha sentito per caso?
“Sì, Gigi è la terza persona che ho sentito nell’ordine di chiamate. Prima Maran, poi Gianfranco Matteoli, cui ho ricordato di avergli fatto vincere uno scudetto, poi ho sentito lui. Cosa ci siamo detti? Resta tra noi…(sorride, ndr)”.

Mister, ha già in mente a chi dare spazio?
“Non esistono gerarchie, ma gioca chi merita. Io faccio il bene del club, sempre con l’elmetto in testa”.

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Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

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