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ZONA CESARINI – L’umore (giallorosso) ai tempi del colera

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Per non far perdere tempo a qualche ultrà creatore di simpatici striscioni e coretti, chiariamo subito che non si parla di Napoli. Non vorrei che si imbattessero in dei congiuntivi e perdessero il senso della vita così come la conoscono. Tra l’altro, nel titolo, abbiamo una citazione letteraria  del grande scrittore sudamericano Gabriel Garcia Marquez e apprendiamo che un altro grande sudamericano, Luis Sepulveda, ha contratto, purtroppo il coronavirus. Voi direte “che c’entra?”. Nulla in effetti, un collegamento inutilmente autoreferenziale.

Oggi, 4 marzo, il Consiglio di Lega si riunisce in un’Assemblea urgente  per esaminare le conseguenze dei provvedimenti governativi relativi al coronavirus sul calendario delle partite.

Tralasciamo i giudizi su come ci si sia comportati in queste due settimane (male) e cerchiamo di “alleggerire” una situazione che leggerissima non è.

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1973-74

Tra le proposte ci sarebbe anche la (improbabile) sospensione del campionato, così come dell’Europeo itinerante. Una cosa simile si prefigurò, senza poi essere compiuta, nell’annata 1973-1974, per una gravissima epidemia di colera. Chi vinse quell’anno lo scudetto? La Lazio di Chinaglia e Maestrelli.

2000

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Quell’anno comincia a serpeggiare piano piano la psicosi “mucca pazza” (sfociata però definitivamente nel 2001). Inoltre, in quel gennaio, i tifosi laziali omaggiarono l’allora giocatore Sinisa Mihajlovic col famoso striscione “Onore alla Tigre Arkan”. Chi vinse quell’anno lo scudetto? La Lazio di Eriksson.

1914-15

Dovremmo citare il “Lotitiano” anno 1914-15, campionato sospeso a causa dell’entrata in guerra dell’Italia e assegnato al Genoa. Chi vorrebbe gli fosse assegnato lo scudetto quell’anno? La Lazio di onestamentenonricordochi. Tralasciamo il fatto che il campionato fu sospeso col Genoa campione del girone settentrionale, mentre la Lazio, campione del girone centrale, doveva ancora affrontare la vincente del girone meridionale tra Napoli e Internapoli, per poi, eventualmente confrontarsi con i rossoblu, ma tant’è.

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Ergo, corsi e ricorsi storici, virus, guerre, epidemie… Proprio domenica scorsa un omaggio, stavolta bello e doveroso, alla vera “tigre” Sinisa Mihajlovic.

Tutto questo fa davvero tremare i giallorossi, con una Lazio temporaneamente (ma meritatamente) prima in classifica, col capocannoniere (come Chinaglia nel 73).

Faer piacere, altro che Fair Play

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Fa tremare perchè la Lazio di “Lotirchio”, la Lazio senza titoloni sui quotidiani, la Lazio “senza campioni”, la Lazio con un terzo degli stipendi e un terzo dei debiti rispetto a noi cugini, sarebbe davvero dura da vedere sul podio da questa parte del Tevere. Nel 2000, la Lazio era fortissima e ricchissima e la Roma, con pochi innesti, aveva una base di partenza per fare l’impresa l’anno dopo.

Quest’anno sarebbe la sconfitta della Roma Pallottiana (casomai ad American President fregasse qualcosa) e di tutti quelli al seguito. Cosa direbbero dello scudetto biancoceleste? Portaombrelli? Che ce frega dello scudetto della Lazio, è più importante arrivare quinti? Dobbiamo rispettare il fair play finanziario?

Ho sentito dire a qualcuno: “Speramo che, si lo vincono, lo rivincemo noi l’anno prossimo. Allora firmo”.

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Amico mio, mi pare che manchino proprio le basi.

Friedkin sbrigati.

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