Approfondimenti
Il punto su Europei, coppe e campionato. Quello che è stato deciso e quello che potrebbe accadere
L’allarme per il coronavirus ha stravolto le abitudini calcistiche di milioni di appassionati e tifosi in tutto il mondo. Le manifestazioni, che da sempre erano appuntamenti fissi nel calendario calcistico mondiale, sono state spazzate via dall’emergenza sanitaria in corso in quasi tutte le nazioni del globo. E se alcune federazioni ancora si ostinano a far disputare partite a porte chiuse o addirittura con il pubblico, quasi la totalità dei tornei si è dovuto fermare inchinandosi alle cause di forza maggiore.
Lo stato attuale
Per quello che più strettamente ci riguarda la situazione è abbastanza nota. La Serie A è ferma almeno fino al 3 aprile ma verosimilmente non sarà quella la data in cui si tornerà alla normalità. Per gli esperti ci vorrà più tempo e, allo stato attuale, è difficile anche solo pensare ad un giorno per il rientro in campo. Nelle coppe europee siamo nella medesima situazione con alcune incognite in più. Ci sono turni infatti che non sono stati completati.
Mancano alcune partite di ritorno degli ottavi di finale in Champions League, compresi quelli di Juventus e Napoli, mentre invece in Europa League le partite di Inter e Roma, sempre degli ottavi, non sono neanche cominciate.
Su tutto questo incombe la massima manifestazione continentale per nazionali, gli Europei, che si dovrebbe disputare nel prossimo giugno.
Le possibili soluzioni
Come dipanare allora questa intricata matassa di date, incroci e soluzioni? Innanzitutto partendo dalla manifestazione che blocca tutti i possibili scenari, Euro 2020. Secondo indiscrezioni il torneo sarà rinviato al 2021 liberando di fatto spazio alle singole federazioni e alla Uefa stessa. Se si riuscisse a tornare in campo entro fino aprile i campionati nazionali avrebbero la possibilità di essere terminati. Anche qui le ipotesi sono molteplici e dipendono dalla data di rientro.
L’intento della Figc, che traspare dalle parole del presidente Gravina, sarebbe quello di completare il campionato normalmente slittando il termine dello stesso anche a luglio. Se ciò non fosse possibile, per il procrastinarsi della ripartenza, sono allo studio soluzioni alternative. Una delle quali è la disputa dei play-off tra le prime quattro squadre in classifica. Semifinali e finale con gli stessi club qualificati di diritto per le prossime coppe europee. Le tre formazioni classificate dal quinto al settimo posto in questo momento sarebbero le qualificate per l’Europa League. Retrocessioni bloccate o possibili play-out, per chi lotta per retrocedere in questo momento, sono altre ipotesi al vaglio. Pare inverosimile l’allargamento dei play-off alle prime otto squadre in classifica sia per motivi meramente temporali, ci vorrebbero infatti molte più partite, che per ragioni di merito. Permettere infatti a squadre con 38 punti in meno dell’attuale capolista di poter concorrere per il titolo sembrerebbe fuori da ogni logica.
E le coppe europee?
Anche per la Champions League e per l’Europa League sarebbe possibile uno slittamento dei tornei, con partite uniche invece delle classiche sfide andata e ritorno per guadagnare del tempo. Questo comporterebbe poi uno slittamento dell’inizio delle stagione seguente ma forse è veramente uno spingersi troppo in là. Quello che realisticamente possiamo dire è che al momento si può solo sospendere, rinviare e ipotizzare. Nessuno sa, tanto meno chi deve prendere delle decisioni, quello che succederà in Italia e nel mondo da qui alle prossime settimane. Quanto durerà questa emergenza e quando potremo tornare alla normale vita. L’importante sarà vincere questa dura battaglia per poi tornare a considerare importante quello che adesso sembra solo marginale: il calcio.