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#LBDV – Valentina Clemente a ‘#ACasaConVlad’: “Cavani? Il PSG si è comportato male con lui. Sul futuro di Higuain…”
Il secondo appuntamento della giornata di #ACasaConVlad, dopo la prima diretta con Ighli Vannucchi, ha visto protagonista la giornalista Valentina Clemente. Nel corso della trasmissione, che ha visto la partecipazione dell’editore de Le Bombe Di Vlad Francesco Romano, è stata annunciata la collaborazione tra la nostra redazione e la stessa giornalista.
“E’ un progetto giovane ma portato avanti con grande dedizione ed entusiasmo”: ha commentato a tal proposito Clemente. “Sono felice di poter offrire il mio contributo a questa realtà che si occupa non solo di calcio giocato ma anche di approfondimenti vari molto interessanti“.
Di questo e di tanto altro si è parlato nel corso della diretta: di seguito riportiamo l’intervista completa.
Attraverso il tuo lavoro hai avuto modo di toccare dal vivo il mondo francese, in quanto corrispondente nel Paese transalpino. Una brutta parentesi, vissuta purtroppo in prima persona, riguarda gli attentati del 2015 a Parigi. Tu eri allo Stade de France in quel 13 novembre 2015.
“Nonostante il mio lavoro sia legato ad una situazione di gioia e spensieratezza, quella sera fu tutto molto diverso e particolare. All’epoca nessuno di noi pensò all’attentato; ce ne rendemmo conto in un secondo momento quando uscirono i primi tweet che lanciarono l’allarme. Venne a crearsi una situazione di emergenza: avvisammo le nostre redazioni e si capì subito che andava rivisto tutto, dato l’evento eccezionale. Eravamo chiusi all’interno dello stadio e noi che facevano informazione eravamo gli unici ad avere connessione internet perché allora non c’era il wi-fi e gli spettatori non avevano segnale. Riuscire a comunicare senza perdere la calma è stata una delle lezioni più importanti che ho imparato in quella circostanza. Io sono stata fortunata: il fatto di dover raccontare e di rimanere fredda mi ha aiutata anche nel metabolizzare la tragedia. Ho amici a Parigi che sono rimasti chiusi in casa per settimane; alle otto del giorno successivo ero già in diretta, di nuovo allo Stade de France. Sono le situazioni più complicate come queste che ti fanno crescere sia personalmente che professionalmente”.
Hai lavorato a Parigi per tanto tempo come corrispondente per Mediaset, intervistando nella tua carriera tantissimi campioni: c’è un’intervista che ti è rimasta particolarmente nel cuore?
“Ho avuto la fortuna di poter lavorare e quindi assistere ad eventi molto importanti: sono stata alla “Partita della Pace” che vide protagonisti due mostri sacri come Maradona e Pelè. E’ proprio all’ex Napoli che è legato l’aneddoto della mia carriera che porto nel cuore. Ero in fila per poter intervistare Diego ed il collega prima di me aveva esagerato. Maradona stava andando via e io ho rischiato di cadergli addosso pur di accaparrarmi l’intervista (ride ndr). Di getto riuscii a chiedergli un parere sulla situazione di Sarri ed Higuain, che all’epoca era in procinto di passare dagli azzurri alla Juventus. Lui mi diede una risposta molto più interessante ed articolata di quanto potessi immaginare, dato il tempo a disposizione, e fu un grande colpo professionale. Oggi purtroppo non si dà tanto peso alle parole e al come vengono poste le domande. D’altronde si lavora in condizioni complesse: devi lottare anche se è nel tuo diritto avere un’intervista, per esempio. Durante una delle ultime interviste fatte a Cavani, lui si emozionò quando parlammo del suo record di marcature con la maglia del PSG. Bisogna far capire ai calciatori stessi che comunque un’intervista è un’opportunità e che non si è lì necessariamente per attaccarli”.
Ti sei specializzata nel calcio francese: molti i tuoi contatti intorno al PSG ma in generale con tutto il calcio francese. C’è qualche calciatore che gioca in Ligue 1 di prospettiva che, secondo te, sarà al centro delle trattative nel prossimo futuro?
“Uno dei calciatori da seguire è Camavinga. Già in questa stagione ha impressionato con le sue prestazioni, rare per un giocatore della sua età. Una cosa che mi ha colpito particolarmente è il modo in cui si è impossessato del centrocampo. Subito i grandi club hanno messo gli occhi su di lui ma bisogna vedere come si svilupperanno le proiezioni di mercato”.
Il calcio riprenderà con tutte le misure del caso: che tipo di calcio vedremo secondo te?
“È una situazione complessa sotto tutti i punti di vista, non è solo una questione sportiva. Preoccupa soprattutto la salute dei calciatori, che dovranno lavorare molto sulla preparazione. Questo sarà fondamentale, ma è complesso pensare di giocare ogni tre giorni, ad esempio, considerando che ci sarà anche l’aggravante del caldo. Il livello calerà inevitabilmente”.
Come si adatteranno le squadre a questo disagio?
“La cosa è molto soggettiva: allenatori come Gattuso o Sarri avranno magari avuto più tempo per mettere le cose al proprio posto. Fortunatamente il lavoro di motivazione dei calciatori e dei singoli è una cosa che non si prende sotto gamba. Ci sono squadre che magari lo fanno meglio o lo fanno peggio, ma questo potrebbe aiutare in un momento eccezionale come questo. Per esempio nel tennis, altro sport che ho modo di seguire, c’è la famosa “interruzione per pioggia”, in seguito alla quale capita che la partita venga stravolta. D’altro canto, per fortuna, si è arrivati ad un livello di specializzazione tale da ovviare a questa problematica”.
Che tipo di calciomercato avremo secondo te a seguito di tutta questa crisi finanziaria?
Sappiamo che il Fair Play Finanziario è stato in parte allentato, però tutto quello che gira intorno al calcio sta crollando. Ci saranno entrate limitate e questo sortirà degli effetti purtroppo non positivi”.
Può paradossalmente diventare questa un’occasione per trarne vantaggi?
“Più che altro dovrebbe diventare un’occasione per lavorare diversamente. In Francia si sta investendo molto sulla formazione. Questo è un risultato fondamentale e così facendo possono emergere calciatori importanti. Io penso che curando quest’aspetto e seguendo i ragazzi in maniera più oculata ed equilibrata, se ne possa uscire bene. Oggi ci sono tanti ragazzi che si perdono per strada, magari in mancanza di condizioni economiche favorevoli. In Francia, invece, i ragazzi vengono seguiti e vengono date loro garanzie diverse. I rischi, anche in tal caso, non mancano, ma si tratta comunque di un modello che andrebbe emulato anche in Italia”.
Per quanto concerne i settori giovanili, ci sono squadre, in Italia, un po’ più attente, come la Juve e l’Atalanta, ed altre un po’ meno. Questo, alla lunga, accentuerà le differenze che rischiano di far abbassare il livello di competitività del calcio italiano? Questa rivoluzione dei segmenti economici dell’industria calcio, aumenterà il divario?
“Questo si verifica anche in Francia, con il PSG che ha una capacità finanziaria diversa rispetto alle concorrenti. Prima dello stop definitivo della Ligue 1, si è iniziato a dibattere su come dovevano essere attribuite le posizioni europee nel caso non si terminasse con il campionato. Ed in Francia, così come in Italia, non sono mancate le polemiche da parte di presidenti come Aulas. Si litiga sui millimetri, portando avanti il fatto che questi divari vadano sempre più ad aggravarsi. Naturalmente, un club come il PSG ha meno problemi a sopperire alle entrate rispetto a club con certe difficoltà economiche”.
Su Insigne:
“Insigne lo vedo rimanere a Napoli, soprattutto dopo il divorzio da Mino Raiola. Il problema è che spesso certi personaggi rischiano di creare scenari un po’ particolari, e per gli azzurri questo credo sia un buon segno”.
Su Mertens:
“Tutte queste polemiche su di lui non le ho capite, forse il tutto è stato dovuto più a clamore mediatico che altro. Non sembra una persona che prima dice una cosa e poi la ritratta. Sarà importante vedere, in relazione a situazioni analoghe, quali saranno gli equilibri all’interno delle squadre”.
Su Cavani:
“Questa è una grandissima spina. Io penso che il PSG si sia comportato male con lui: rimane comunque il miglior goleador dei parigini ed è un personaggio che i tifosi adorano. Il lavoro che fa per la squadra è un qualcosa di unico. In una squadra come il PSG, però, si sa che spesso conta di più il nome. La mia sensazione è che il rapporto con la società si sia logorato definitivamente e sarà difficile modificare la situazione. Negli ultimi tempi, Tuchel ha cercato di ricucire lo strappo, senza tuttavia riuscirci definitivamente”.
Su Higuain:
“Penso rimarrà alla Juve”.
Su Icardi:
“Dipende da come si comporterà la società. Va gestito nel modo migliore per evitare disguidi con la moglie e agente Wanda Nara”.