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ZONA CESARINI – Auguri Baldissoni, agnello pasquale sull’altare a stelle e strisce

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Post it sul frigo: farsi pagare una cena stellata da editore e coordinatrice delle Bombe di Vlad

(13 Aprile compleanno di Voeller, 15 Aprile, giorno della rubrica, compleanno del bardo giallorosso Luca Barbarossa o di Leonardo Da Vinci, ma no! Scrivi il 14 Aprile, compleanno di? Rod Steiger? Miriam Leone (Dio la benedica)? Avverto subito che non scrivo su Silvio Muccino. Ma no è il compleanno di Mauro Baldissoni! Posso riavere Muccino? E’ tardi.)

50 ANNI FA

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Mauro Baldissoni nasce il 14 aprile del 1970 a Roma dove nel 1993 si laurea in Giurisprudenza, presso “La Sapienza”. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma, Baldissoni diviene un esperto di Diritto Societario e Finanziario. Dal 1996 lavora con lo Studio Tonucci & Partners per cui ha seguito, tra i tanti, il Ministero del Tesoro (nell’ambito del processo di privatizzazione di Telecom), Alitalia, Enel e Lottomatica. Nel 2011 è tra gli uomini di punta per il passaggio della A.S.Roma sotto l’egida di James Pallotta. Diventa prima Consigliere di Amministrazione, poi nel 2013 viene nominato Direttore Generale del Club. Dopo un breve periodo come Amministratore delegato cede il posto all’attuale Guido Fienga, assumendo il ruolo di Vice Presidente.

TOR DI VALLE

Mauro Baldissoni, dicevamo, uomo chiave giallorosso in questo decennio, soprattutto per il suo coinvolgimento in prima persona nella vicenda stadio. Da subito lo studio Tonucci si fece coordinatore tra Unicredit e Pallotta e da subito la proposta stadio, di primaria importanza nella trattativa iniziale, così come per tutto il percorso americano, cadde sui terreni dell’ex ippodromo appena venduti da Gaetano Papalia all’imprenditore Luca Parnasi. Come si è evoluta la vicenda stadio è lunga e noiosa cronaca, spesso nera. Tralasciando il fatto che Papalia, con debiti vicini ai cento milioni, non potesse vendere i terreni, Luca Parnasi non avrebbe potuto comprarli visto che anche lui risultava pluridebitore proprio del gruppo Unicredit. A tutti, tranne evidentemente ad un grosso investitore come Pallotta, verrebbe da farsi domande se qualcuno ti proponesse affari con un proprio debitore. Quando poi la bolla salta e Parnasi viene arrestato ci si aspetta l’ira del Presidente, che non arriva, anzi rilancia sul progetto stadio a Tor Di Valle.

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Un pensiero che ho sempre avuto in testa: se Pallotta avesse chiesto in giro per Roma se fosse il caso di acquisire quei terreni, se i conti di Papalia fossero a posto, se fosse il caso di far affari con Parnasi, tre romani su cinque, con informazioni molto generiche, gli avrebbero risposto di no. Quindi il mio pensiero si basava sul fatto che uno degli studio legulei più importanti di Roma avrebbe avuto il ben servito per non aver dato a Pallotta le corrette informazioni. Invece no. Lo studio è ancora lì e Baldissoni diventa A.D. della Roma. Avrei potuto parlare anche del preaccordo pantomima col povero Al Qaddumi, sceicco che affrontava le interviste con la tuta della Roma, dal suo appartamentino nel perugino, ma sono un signore e ho rispetto per i defunti.

ER MEJO DER COLOSSEO

Al di là di elucubrazioni, Mauro Baldissoni è, per almeno sette anni, il volto e la voce dell’etereo presidente. Oltre alla vicenda stadio, è lui che rilascia dichiarazioni, interviene nei pre e post partita, informa sulle decisioni societarie. Figura di grande potere, per un pò non si muove foglia a Trigoria che Baldissoni non voglia. Questa sua devozione alla proprietà gli porterà la stima di quella parte di tifoseria e di giornalismo, vicina alla causa americana, ma anche gli strali degli oppositori. Alcune dichiarazioni sui tifosi lo renderanno però inviso agli stessi, così come l’inedia sulla vicenda barriere nelle curve.

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Il suo imbarazzo nel difendere le decisioni del presidente di fronte alla rabbia degli azionisti, riguardo ai mancati risultati sportivi e finanziari, era palpabile e tutto sommato encomiabile nel cercare di portare a termine un compito, spesso ingrato.

PALLOTTA NON VENDE

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E’ del giugno 2019 questa affermazione di Baldissoni, a seguito delle dichiarazioni di Totti che esce di scena in maniera rumorosa. Quella è forse una delle ultime scene madri dell’avvocato. Una delle ultime bugie che è stato costretto a dire. Nell’ottobre 2019 viene promosso a Vice Presidente ma, di fatto, esce di scena, nessuna dichiarazione, nessuna apparizione e lo spettro della cessione a Friedkin che comincia a materializzarsi, con il suo contratto in scadenza e la quasi totale certezza che le strade si andranno a dividere.

Di fatto in questi dieci anni di proprietà americana, la faccia di Baldissoni è stata l’effige dietro cui si nascondevano Pallotta e Baldini, visti rarissime volte a Roma a curare i propri beni.

QUESTI DIECI ANNI COSA LASCIANO?

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Poco o nulla, a parte la bellissima cavalcata Champions del 2018.

Progetto stadio in alto mare, sempre sbandierato, sempre messo davanti a tutto (“la Roma vincerà quando avrà lo stadio di proprietà”), neanche una pietra poggiata, tra mille problemi burocratici, vero, ma anche con l’avallo di tre sindaci (Alemanno, Marino e Raggi) scettici sul progetto in fase elettorale e poi tutti magicamente convinti fino a spendersi in prima persona.

Fair Play Finanziario. La barzelletta del decennio dietro cui nascondere vendita e svendita di progetti tecnici che, se costruiti pian piano, oggi avrebbero dato una formazione tra le più forti d’Europa e con essi gli introiti. Gli ottimi talent scout reclutati hanno sì portati giocatori rivelatisi fortissimi, ma gli stessi sono stati tutti rivenduti a peso d’oro, spesso a squadre concorrenti per lo stesso obiettivo sportivo. Perchè? Perchè a giugno bisogna rientrare nel FFP, quello di cui se ne fregano i grandi club europei, vincenti ovunque.

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Sei anni senza sponsor perchè “non ne troviamo uno all’altezza del nome della Roma”. E intanto non arrivano soldi e si vendono giocatori che potevano portare il “nome della Roma” almeno vicino all’idea che aveva un tifoso.

Allora la Roma avrà dei conti fantastici? Pare di no. Nonostante le cessioni e le plusvalenze, le ultime trimestrali sono drammatiche, perchè a fronte di acquisti economici rivenduti bene, ci sono acquisti sbagliatissimi a cui sono stati dati stipendi esagerati. Oltre al bilancio, pesano sulla Roma più di duecento milioni di debito con le banche. Tra i tanti errori, uno dei più grandi si chiama Monchi, vero e proprio Attila, autorizzato a bruciare anche l’erba a Trigoria.

Però il brand… Sorvolerei sul tanto sbandierato brand internazionale, visto che gli ultimi due anni hanno fatto fioccare a Roma solo maglie di Ronaldo e del Napoli. Visto anche che, ancora oggi, le maglie più vendute nel mondo sono quelle di Totti, che ha smesso tre anni fa, e Nainggolan, venduto due anni fa. Vorrei vedere quante maglie di Pastore girano per Roma.

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Cambiato lo stemma, polemiche sulla nascita della società (che non riscontrano il mio interesse). Sorvolerei sui progetti tecnici annuali, da Luis Enrique al povero Di Francesco e la vicenda Totti, che merita una rubrica  a parte, quando ne avrò voglia.

PALLOTTA VENDE

Dopo mille smentite, mille bugie di mercato, di ambizioni, dopo lettere scritte da altri, Pallotta vende. Il nuovo che avanza si chiama Friedkin, imprenditore vero (Pallotta è, di fatto, un accentratore di capitali e gruppi imprenditoriali), lui davvero presente su Forbes tramite il gruppo Toyota di cui è principale distributore in USA. Il tycoon californiano sembra avere garanzie che all’epoca Pallotta non aveva, ma oggi il romanista è più guardingo. Personalmente aspetto con fiducia questa operazione, non tanto per l’entusiasmo del nuovo, che avrò modo di giudicare nel tempo, quanto perchè il vecchio ha fallito su tutta la linea e non si vede l’ora che passi la mano.

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Ora il virus ha fermato tutto e chiaramente Friedkin ha idee di valore di mercato, ben lontane da quelle di Pallotta, ma l’affare dovrebbe farsi. E pare proprio che il “nostro” Mauro Baldissoni non sarà della partita.

Comunque, cinquant’anni sono un compleanno importante e, anche se non riscuote tutte le mie simpatie, va ribadito che, negli errori, è stata la faccia da mandare al macello e al ludibrio, mentre i veri responsabili sono stati nascosti.

Quindi auguri sinceri Mauro Baldissoni, che i prossimi cinquanta siano lieti, felici e fecondi. Auguri per la vita personale e per quella professionale, qualunque sia… Basta che sia lontana da Trigoria, senza rancore.

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