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#LBDV – Ajax, vivaio e futuro: un modello che nasce da lontano…
Il 16 aprile del 2019, la Juventus si inchinava all’Ajax (e al suo modello) e usciva dalla Champions League. Un ricordo amaro per i bianconeri, dolce per i Lancieri d’Olanda. La rete di testa vincente di de Ligt (poi passato proprio ai bianconeri in estate) è stato un colpo fatale al calcio moderno: da una parte, infatti, trovavamo Cristiano Ronaldo, simbolo del calcio attuale, dedito al denaro e al prestigio, dall’altro lato una squadra che è nata tanti anni fa, più precisamente negli anni ’70.
RINUS MICHELS E IL CALCIO TOTALE
L’Ajax che conosciamo oggi, di fatto, nasce grazie a Rinus Michels. E’ un giovane allenatore, di appena trentasette anni, a stravolgere il calcio: Michels inventa il calcio totale. Arrivato all’Ajax da allenatore nel 1965, ci mette poco per entrare nella testa dei giocatori e a trasmettere loro la propria filosofia di gioco. Un gioco fatto di attacco ed anarchia: ogni calciatore è essenziale per arrivare alla rete; non esistono posizioni definite, ma c’è interscambiabilità nei ruoli; tutti, ad eccezione del portiere, attaccano e difendono alti, sfruttando la tecnica del fuorigioco.
Il calcio totale era costruito su una nuova teoria di spazio flessibile, in attacco le squadre tendevano ad allargare il più possibile il campo e in difesa riducevano lo spazio”
Questo è il pensiero di David Winner, un giornalista che ha studiato nel dettaglio il calcio olandese degli anni ’70. Questa nuova visione del calcio, poi, è stata un lume per tutto il mondo. L’Ajax è stata il primo prototipo, arrivando a vincere tre Coppa dei Campioni di fila (dal 1971 al 1973 – Anche se soltanto la prima porta la firma effettiva di Michels, le altre due furono vinte con Ștefan Kovács in panchina). A livello mondiale, la massima consacrazione del calcio totale è stato il mondiale del 1974, in cui l’Olanda giunse in finale e si arrese soltanto alla Germania dell’Ovest.
Proprio grazie a Michels, comunque, è nata la grande favola dell’Ajax. Il punto di forza dei Lancieri è da sempre stato il settore giovanile. Il vivaio dell’Ajax ha dato i natali a Johan Cruijff, icona del calcio olandese degli anni settanta. Faro dell’Olanda e dell’Ajax, poi, ha contribuito a riscrevere, al pari di Michels, la storia dell’Ajax prima, e del calcio mondiale poi.
CRUIJFF E IL T.I.P.S.
Johan Cruijff ha fatto la rivoluzione due volte, con i piedi e con la testa.”
Non basterebbero ore ed ore per provare a raccontare quello che è stato e quello che ha rappresentato Johan Cruijff. Eppure questa frase riassume il genio olandese. Poche parole, quelle pronunciate da Federico Buffa, eppure così tanto significative, che celano la storia del calcio: Cruijff ha rivoluzionato il calcio, da calciatore e da dirigente.
Era il 6 giugno del 1985 quando Johan Cruijff è diventato allenatore e direttore sportivo dell’Ajax. Anche in questo caso, stiamo parlando di una delle squadre più belle mai viste a occhio nudo. Eppure il lascito maggiore del profeta olandese è un altro, il T.I.P.S.
Quattro lettere, quattro concetti che riassumono alla perfezione la filosofia di vita (perchè non è solo un modo di intendere il calcio) dell’Ajax. Quattro lettere, poi, su cui si fondano i capisaldi del club, fatto di giocatori giovani, prodotti del vivaio:
T come Technick, la tecnica.
I come Insicht, la visione di gioco.
P come Personlijcheid, la personalità.
S come Snelheid, la velocità.
Quattro lettere, quattro concetti che hanno cambiato, anche in questo caso, la storia dell’Ajax e del calcio. Cruijff ha dato seguito alla filosofia di Michels, suo illustre maestro. Da questo momento in poi è sbocciata la squadra che tutti conosciamo e ammiriamo.
AJAX – IL VIVAIO
Rinus Michels ha piantato un seme. Johan Cruijff, poi, lo ha annaffiato e lasciato germogliare. Ora quel fiore è il più bello che ci sia, ammirato in ogni dove e imitato. Il vivaio dell’Ajax è un gioiello di efficienza, una vera fucina di talenti. Nella storia del calcio, infatti, non vi è un settore giovanile che ha sfornato così tanti fenomeni come quello dei Lancieri. Per far capire il ‘peso’ che abbiano i giovani nell’Ajax, basterebbe dire “Sportpark De Toekomst“, ovvero “futuro”. Questo è il nome della cittadella che l’Ajax ha dedicato alla crescita e allo sviluppo del suo vivaio.
Un legame indissolubile tra vivaio e prima squadra: la cantera, infatti, ha come obiettivo quello di sfornare e fornire giocatori. Anche dal punto di vista economico, poi, l’Ajax crea e vende talenti. Tutti venduti a peso d’oro, alcuni dei quali hanno calcato i palcoscenici più importanti del mondo.
Dai tempi di Michels ai giorni nostri ne sono passati di anni, eppure c’è un filo sottile che li accomuna. Un filo indissolubile che lega la storia del club alla sua tradizione: i carnefici della Juventus, infatti, sono stati due prodotti del vivaio.
de Ligt e van de Beek, infatti, sono nati e cresciuti nel club. Così come lo stesso de Jong, uno dei leader dello spogliatoio.
La cavalcata dell’Ajax della scorsa Champions League parte da lontano, esattamente da quando Michels stravolse, irrimediabilmente, il mondo del calcio.