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#LBDV – Libroia (Wallabies SRL) a #ACasaConVlad: “Boga tra i migliori esterni sinistri del campionato. Si rischia un calciomercato fermo”
L’appuntamento del giorno di #ACasaConVlad ha visto come ospite Luigi Libroia, amministratore di Wallabies SRL, una start-up tutta italiana specializzata nell’analisi di dati elaborati attraverso algoritmi.
Di seguito riportiamo l’intervista completa.
Dalla grande passione per il calcio è nata l’idea di Wallabies SRL che ha pensato di utilizzare algoritmi informatici per la ricerca di calciatori e che ha strutturato un progetto riconosciuto a livello nazionale ed internazionale. Noi de LeBombeDiVlad abbiamo seguito il vostro percorso con enorme interesse, occupandoci di calciomercato. Come nasce questo progetto?
“All’epoca si era verificata la necessità di valutare il valore contabile della società Milan. Una società è composta da tre macroaree: la rosa, lo stadio ed il marchio. Sull’area dei calciatori c’è ancora una lacuna ed il nostro obiettivo è stato quello di trovare un metodo efficace e preciso per dare una valutazione pressoché reale degli stessi. Quando nel 2009 io e i miei soci abbiamo effettuato la prima valutazione, facevamo manualmente quello che oggi facciamo in modo artificiale. Prendevamo in esame gli assist ed i gol, oltre che il nostro giudizio personale sul calciatore stesso. Nel 2016 incontrammo il nostro capo dei matematici e ci spiegò che tutto quello che facevamo era possibile trasformarlo in algoritmi informatici”.
Oggi Wallabies è diventata una grande realtà, avvicinandosi negli ultimi tempi anche al mondo dello scouting.
“L’idea attuale è un po’ diversa da quella originale. Il valore di mercato è una cosa molto diffcile da trasferire alle società, che chiedono queste informazioni soltanto per arrivare ad un più preciso bilancio economico. Quello che facciamo è molto utile per il settore delo scouting. Valutando continuamente un calciatore, ci siamo resi conto di poter arrivare ai profili simili del giocatore in questione, avvicinandoci così alle richieste delle società. E’ chiaro che l’intento non è quello di sostituire una macchina all’uomo, dato che si tratta comunque di una macchina, ma di poter dare un contributo più che utile. La cosa importante è creare un elenco di calciatori interessanti in sede di mercato”.
Quali sono le variabili delle quali si tiene conto per un calciatore?
“Ogni variabile ha il suo peso specifico. Ad esempio il gol ha un indice pari ad 1, che è il valore massimo, e la rimessa laterale un punteggio di 0,5. L’assist viene considerato dalla macchina come un indice 0, visto che dipende comunque dal calciatore che effettua la marcatura. In questo senso, assume un ruolo fondamentale la variabile dei passaggi chiave, ossia quante volte un calciatore mette un compagno nella condizione di sviluppare un’azione pericolosa”.
Questa tecnologia può aiutare in qualche modo a prevedere l’evoluzione di nuovi talenti?
“E’ una delle cose che facciamo. A noi le società chiedono di arrivare su calciatori promettenti prima degli altri. Proprio agli inizi, nel 2016, da una società ci venne chiesto di stendere una rosa di calciatori rivendibili a prezzo maggiore, e quindi che avrebbero potuto generare una plusvalenza. All’epoca segnalammo un certo Ziyech, sul quale prevedemmo una plusvalenza di circa venticinque milioni di euro. Una somma ampiamente superata dalla cessione al Chelsea per sessanta milioni circa”.
Come funziona la vostra collaborazione con le società? Cosa vi chiedono i direttori sportivi?
“Lavoriamo con DS e staff del Sassuolo e col DS del Monza. I neroverdi sono molto più avanzati a livello di scouting e grazie alla nostra piattaforma lavorano quasi in autonomia. Mentre in altre realtà, meno sviluppate, siamo comunque noi a dare un vero e proprio supporto concreto. Ultimamente, una squadra ci ha chiesto di trovare un terzino sinistra di spinta come Theo Hernandez, ruolo molto complesso da trovare. Abbiamo avviato una ricerca nei campionati minori inserendo le caratteristiche importanti dei calciatori. Per quanto concerne il Monza, Galliani l’ho incontrato poche volte e l’ho sentito spesso a telefono. Non ho mai conosciuto un uomo con la sua cultura sportiva e lui è entusiasta della nostra metodologia di lavoro”.
Quanto sta crescendo l’attenzione delle squadre ialiane nei confronti del vostro mondo?
“Sta crescendo molto. Da poco sono in contatto con un’altra squadra, con cui spero di iniziare una collaborazione, che ha già una struttura tecnologica di base molto avanzata. Pian piano, questo mondo sta crescendo e non era scontato fino a qualche anno fa”.
C’è una sorte di timore che la macchina possa sostituire l’uomo e che essa possa essere non attendibile?
“E’ un timore che non riguarda solo il calcio perché in realtà è difficile per tutti entrare nel concetto della macchina. Man mano però si sta imparando a capire quanto possa essere utile una banca dati del genere. La macchina non vuole sostituire l’uomo, bensì vuole essere di supporto. Una volta andammo da un direttore sportivo e ci disse che un calciatore doveva visionarlo al massimo tre volte, senza tener conto di particolari dati statistici. E questo è l’esempio che molti ancora tendono a storcere il naso. I direttori sportivi spesso si attengono più ad una valutazione soggettiva che ad una meramente tecnica”.
Su Boga:
“E’ un acquisto del Sassuolo prima del nostro avvento, ma effettivamente è un grande calciatore. Secondo i nostri dati è stato il miglior esterno sinistro della serie A fino a gennaio”.
Sul Napoli:
“Dire che il Napoli non è forte non è vero. L’anno scorso c’era un Koulibaly ai livelli di Van Dijk, quest’anno invece ha avuto un calo. I calciatori azzurri sono tutti forti: Insigne due anni fa è stato la migliore ala sinistra, Mertens è un grande calciatore e Milik prima dell’infortunio era uno dei migliori giovani d’Europa. Certamente è più difficile vincere senza calciatori del calibro di Neymar e Mbappe’, ma il Napoli rimane comunque forte. Lo stesso Lobotka, a livello di numeri, non sembra essere uno dei prospetti migliori, ma evidentemente è stato considerato uno da prendere per determinate caratteristiche. Ecco qui che riemerge la figura soggettiva di una squadra mercato”.
In momento di crisi come questo, i vivai diventano più importanti?
“Si legge ultimamente che, secondo alcuni, il valore dei calciatori avrà un ribasso, ma questo a mio avviso non ha una logica di fondo. Da gennaio le società ricominceranno a fatturare, e le entrate relative ai diritti tv riprenderanno ad entrare nelle casse societarie. Potrebbe diminuire il potere contrattuale delle società e chi si vede costretto a cedere un calciatore con un costo inferiore del 30% molto probabilmente deciderà di temporeggiare. Diversamente si può ragionare se si pensa che nel calcio ci siano valori troppo elevati. Durante questo stop, magari, i presidenti si sono resi conto di impiegare troppi soldi per i calciatori e quindi rivredranno il modo di fare spesa. Detto ciò, si rischia un mercato bloccato ma non un collasso vero e proprio”.
Sui vivai:
“Sono importanti ma, a mio avviso, è più importante la programmazione, e chi l’ha fatta bene in passato avrà meno problemi nell’ovviare alle problematiche incorse durante questo stop forzato. Ad esempio, l’Inter, che è una società che programma molto bene, non potrà mai avere problemi perché al massimo può decidere di non vendere e di non comprare. Chi invece programma male ed ogni anno è costretto a rivoluzionare la squadra avrà più di qualche ostacolo“.
Su Cristiano Ronaldo:
“Dare un valore a lui è difficile e tiene conto di due variabili principali: le performances e la capacità di marketing. Il suo valore attuale più o meno è vicino ai cento milioni serviti alla Juventus per prenderlo, ma adesso ha due anni in più ed il suo contratto va verso la scadenza. Ha avuto un valore top in maniera costante per tutta la vita calcistica, tant’è che stato il migliore al mondo insieme a Leo Messi. Noi, dei calciatori mappiamo anche la loro curva discendente e Messi e Ronaldo sembrano essere non umani da questo punto di vista. In genere, il picco della curva di performance coincide tra i ventiquattro ed i ventisette anni, loro due l’hanno spostata sui trenta”.
È capitato che alcuni dati previsionali a vostra disposizione non fossero poi coincisi alla fine della stagione con la realtà dei fatti?
“Il caso che più mi ha colpito è stato quello di Federico Viviani. Quando il Milan nel 2017 stava prendendo Lucas Biglia, i nostri dati davano vicino al suo standard di rendimento l’attuale centrocampista del Livorno e Leandro Paredes. Quest’ultimo ha rispettato le attese ed infatti è arrivato al PSG. Viviani invece sì è perso, nonostante la macchina desse una curva di crescita esponenziale”.
Come le grandi società di statistica prelevano i dati di tutti i campionati?
“Attualmente il processo è parzialmente automatico: ci sono dei computer che elobarano tutto ma c’è sempre un uomo a gestire le cose. Per il futuro si sta studiando un processo interamente automatico e fra quattro o cinque anni potremo avere dei risultati in tal senso”.
Molte squadre fanno uso del drone:
“I giornali ne parlano come se fosse chissà che grande mezzo tecnologico, ma in realtà è più ascrivibile ad un ‘giochino’. Il progresso del settore passa attraverso le società che fanno uso di sistemi di preinfortunistica e di virtual coach”.
La tecnologia applicata allo scouting potrebbe rappresentare un metodo per bypassare i procuratori?
“Potrebbe essere, anche se la figura del procuratore è un po’ ‘ibrida’. Solo ultimamente sono diventanti ingombranti, perché sono sbarcati nel mondo del calcio grandi procuratori che hanno reso questo mestiere un vero e proprio business. In ogni caso va fatta una premessa: una squadra di calcio, quando compra un calciatore, ha tra i due e i tre canali. Il primo canale è quello riguardante i procuratori stessi che presentano la loro ‘scuderia’. Il secondo riguarda invece le conoscenze ed i contatti dei direttori sportivi ed il terzo è lo scouting interno. Il canale dei procuratori potrebbe essere potenzialmente scavalcato, in quanto DS e scouting possono lavorare anche da soli in futuro col supporto della tecnologia”.