I nostri Social

Calciomercato

CORNER CAFE’ – Gravina, le parole sbagliate per la crociata giusta

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 2 minuti

Gli interessi muovono questo mondo: non ci prendiamo in giro, al più delle volte si pensa – e accade – questo. Non c’è azione, né motivazione, senza alcun interesse; è naturale, fisiologico. Chiaramente nulla cade fuori dal giogo, tutto è più o meno intriso di un qualsivoglia interesse. Anche la Serie A.

Che si stia studiando il modo corretto per far ripartire il campionato è ormai un segreto di pulcinella; che esistano due fazioni litiganti, piuttosto che discorrenti, pure. Spesso, in un certo senso, si perde di vista la realtà delle cose pur di far prevalere il proprio punto di vista. La Serie A dovrà ripartire quando tutto sarà pronto per far sì che accada. 

Per questo motivo, le parole di Gravina – ‘Chi chiede l’annullamento vuole il male del calcio’ – non sono scorrette per sostanza, ma per forma. E’ chiaro che la Serie A, e tutto ciò che ne ruota intorno, dà il pane a molte famiglie, non solo quelle di società e calciatori: il sistema che muove il calcio muove miliardi, si sa.  Il problema sta nelle motivazioni, di quelle parole. Ripeto: non per chiarire la questione ma per far valere le proprie posizioni.

Pubblicità

E’ chiaro che la Serie A dovrà ripartire, altrimenti genererebbe un collasso a cascata che difficilmente potrà essere sanato nel breve termine. Ma le assurdità che si sono state presentate nel corso dei giorni – tamponi a tutto spiano, divieti di gioco negli stadi del nord Italia et similia – non possono e non devono essere varate. La A, come tutti gli altri campionati, dovranno riprendere ma coi tempi giusti e ai posti giusti. Nessuna forzatura, nessuna decisione avventata che diventerebbe poi controproducente. Ora, è il momento di chiarire la situazione sanitaria, fare quadrato intorno alle decisioni governative e gestire l’emergenza al meglio delle possibilità.

Ci sarà tempo per far ripartire tutto.

Ma senza fretta, senza eccessi, senza chiacchiere e senza assurdità.

Pubblicità
Pubblicità

in evidenza