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CORNER CAFE’ – La guerra dei ricchi in un calcio sempre più povero
In un calcio sempre più povero i ricchi si fanno la guerra. E’ normale, anzi, naturale: la supremazia è l’optimum che vorrebbe raggiungere chiunque. Un habitus, una tendenza chiaramente fisiologica.
Eppure dovremmo fermarci a riflettere anche solo per un momento. Quantomeno riflettere sul fatto che è venuta a crearsi una spaccatura tra ricchissimi e poverissimi. E qual è il miglior luogo dove viene a galla l’evidenza? Il calcio, il pallone, che mette in mostra la bellezza e le difficoltà dell’Italia e del mondo.
Neymar, forse, è l’esempio che più calza alla situazione. Da anni, ormai: lui, fenomeno brasiliano che ce l’ha fatta come gli altri prima di lui; Neymar accostato a Ronaldinho, a Falcao, a Ronaldo ed Adriano. Tanto simile quanto differente: nessuno di loro ha mai dovuto firmare un contratto da trentotto milioni di euro, come offerto ieri dal PSG ad O’ Ney. Giocavano per divertirsi Ronaldinho, Falcao, Ronaldo ed Adriano: si vedeva dai sorrisi sfoggiati prima, durante e dopo la gara. Ora, invece, è un insieme di urla, lamenti e pianti – finti. Perché, altrimenti, non sarebbe ciò che viene pagato per essere: un attore, nulla più nulla meno. Un attore con indosso una maschera che non è mai quella vera.
La costante ricerca del procacciarsi contratti sempre migliori, assurta nella figura di Neymar, è l’icona di un calcio che tende sempre più al massimo di tutto, lasciando indietro ciò che non riesce a compararsi ad esso. Un divario, quello tra ricchissimi e poverissimi, che denota la cruda realtà di un mondo dove, di fatto, vincono solo i migliori. Ovvero, chi spende di più.