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ESCLUSIVA #LBDV – Panico #ACasaConVlad: “Esposito grande talento fin da giovane. Il professionismo può aiutare la crescita del calcio femminile”
Ospite di quest’oggi, nel corso di #ACasaConVlad, trasmissione social a cura de Le Bombe di Vlad, è Patrizia Panico, CT della Nazionale Italiana Under 15.
“Noi ci auguriamo tutti che ci sia una immediata ripresa, anche nel calcio” dichiara la Panico. “Anche la società civile si sta aggregando verso la ripresa, e il calcio può tentare di riprendere seguendo certi protocolli. Lo dobbiamo anche a chi fa parte del sistema organizzativo del movimento, che poi non fa altro che consentire ai ‘primi attori’, quali sono i calciatori, di lavorare”.
Una carriera ricca di successi e costruita con tanto sacrificio. “Ho iniziato da ragazza e la difficoltà è stata nell’approcciare subito con calciatrici di trent’anni. All’epoca non c’era alcuna scuola femminile e questa è stata una difficoltà importante. Però ho avuto una famiglia che mi ha assecondata nel mio desiderio e che non mi ha mai posto ostacoli in tal senso”.
Tante stagioni nella Lazio femminile. A tal proposito, il CT rivela: “Indossare la maglia per la quale hai sempre tifato è incredibile, ti senti quasi protetto dalla stessa. Ho giocato per tante squadre importanti, ma devo dire che non c’è paragone. Avevamo costruito una realtà importante, con un vivaio interessante ma, ad un certo punto, servono degli investimenti e se non vengono fatti, il tutto diventa insostenibile”.
Tanti gli anni trascorsi anche con la maglia della Nazionale Azzurra. A tal proposito, la Panico sostiene che “è un orgoglio rappresentare il proprio Paese davanti agli occhi del mondo. In più c’è l’aggravante di dover rappresentare una realtà che è definita più ‘maschile’. Questo è uno stimolo perché ogni volta che scendevo in campo, il mio obiettivo era quello di eliminare ogni pregiudizio e far tornare i tifosi ‘occasionali’ “.
I margini di crescita del calcio femminile sono ampi, anche grazie alla visibilità che il mondo dell’informazione sta donando al movimento e alla grande prova dello scorso anno ai Mondiali della Nazionale Italiana femminile. “Prima dell’aspetto economico, diventa fondamentale creare e beneficiare dell’interesse del pubblico”, sostiene la CT. “Bisognerebbe introdurre il professionismo o quantomeno il semi-professionismo, perché rimanere ancora nel dilettantismo non aiuta. Rispetto ad altre realtà siamo forse ancora indietro. In carriera ho giocato anche negli USA (Sky Blue, ndr) e lì il livello è totalmente diverso, facevi fatica anche a segnare in allenamento. Però i margini di crescita sono ampi e posso confermarlo”.
Appesi gli scarpini al chiodo, Panico ha intrapreso subito la carriera da allenatore. “Era il mio augurio poter avere una squadra ‘tutta mia’. Le esperienze precedenti da vice mi hanno aiutato molto in tal senso, così come il potermi confrontare con altri colleghi. Ancora oggi vado spesso in giro per conoscere nuovi metodi ed ampliare le mie conoscenze”.
Ed in questi anni, Patrizia ha avuto la possibilità di vivere in prima persona la realtà delle giovanili. “Nelle nostre categorie ci sono tantissimi calciatori promettenti, ma è chiaro che per farli crescere c’è bisogno di farli confrontare subito col calcio che conta. I club devono anteporre la crescita dei giovani anche a discapito dei risultati, che vengono raggiunti pure attraverso questo tipo di filosofia”.
In questi anni il suo cammino si è incrociato con quello di Sebastiano Esposito, baby talento dell’Inter di Antonio Conte. “Ci avrei messo la mano sul fuoco che avrebbe fatto cose importanti. Aveva una cattiveria sin da giovane che lasciava presagire quanto di buono ha fatto vedere e che ancora deve far vedere”.
Infine, una considerazione sul futuro dei campionati: “Sono fiduciosa nei confronti delle istituzioni sportive che faranno di tutto per compiere la scelta migliore possibile”.