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LEVA CALCISTICA ’68 – Nel cielo di Napoli un angelo azzurro

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“E non finisce mica il cielo, anche se manchi tu”…

Avevi ragione Mimi’. E anche oggi, che sono venticinque anni che fai parte di quel cielo, tu manchi, sempre di più.

Manchi ad un Paese profondamente diviso, seduto e quotidianamente vilipeso da guitti e fenomeni da baraccone. Ma non come quelli che adoravi, quelli buffi e colorati, no. Oggi quelli sono gretti e perfidi e giocano sulla pelle dei poveri cristi. Ma tu ne sai qualcosa.

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La razza è la stessa, o vicina parente, di quella che tanti anni fa ti relego’ in un angolo buio e polveroso di quel meraviglioso palcoscenico che era quell’ottovolante che tu chiamavi vita; che ti spinse a pensare di farla finita, stretta come eri a osservare di nascosto, tu che da vent’anni eri una stella di prima grandezza, sempre pronta all’aprirsi di un sipario.

Mi piace pensare che oggi basterebbero un paio di graffi della tua voce roca, quando saliva di intensità e volume, che quasi pareva aprirmi la pancia. Sì forse basterebbero un paio di quegli squarci potenti a risvegliare e terremotare talune coscienze.

Se le cosiddette Star dei Social, con tutti i loro seguaci, si prendessero oggi la briga di imparare la tua Storia, magari – chissà – potrebbero usare la loro fama per scopi meno futili.

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Oggi è il dodici maggio e sono venticinque anni che non abbiamo più la nostra Mimi’. E penso alle belle interpretazioni che avresti potuto donarci in tutti questi anni.

Oggi non mi va di scrivere di football, se non per dire che tifavi appassionatamente per la mia squadra del cuore e che amavi in maniera smodata la mia città.

L’amore che cinque giorni prima di quel maledetto giorno ti aveva portato al San Paolo in curva B per sostenere i nostri ragazzi contro l’Inter. L’amore che, spero, sia riuscita a donarti per qualche ora quella gente felice e urlante. Quella stessa gente che, nel successivo incontro casalingo contro il Milan, ti dedicò “Nel cielo di Napoli un angelo azzurro”, uno striscione che testimoniava l’amore ricambiato di una città, di un popolo, di un colore. Lo stesso che ricopri’ il tuo feretro nel triste giorno dove quattromila persone ti dissero addio.

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Oggi voglio solo ricordare la nostra Mimi’ e ringraziarla per aver interpretato l’universo femminile, per aver gridato che “gli uomini non cambiano” che “sono figli delle donne ma non sono come noi” ma che in fondo però, con una remota speranza, “Amore gli uomini che cambiano sono quasi un ideale che non c’è, sono quelli innamorati come te”.

Grazie Mimi’ e sempre forza Napoli.

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