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Brescia, Gastaldello: “Riprendere il campionato è una forzatura. No ai play out”

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Il difensore del Brescia Daniele Gastaldello, ha parlato a Radio Anch’io Sport sulle frequenze di Radio Rai, toccando una serie di argomenti concernenti la ripartenza del campionato. Ecco le sue parole

Alcune settimane fa si è detto contrario alla ripartenza. La sua idea è sempre la stessa?
“Resto sempre della mia idea. Non parlavo di paura, non bisogna averne, ma finire questo campionato è una forzatura per me. Si va incontro a dei rischi per l’incolumità dei calciatori. Giocare così tante partite, con temperature alte, non sarà semplice. Giocare alle 16.30 è una cosa scandalosa, non è fattibile”.

Com’è la situazione a Brescia?
“Nel resto dell’Italia forse non si percepisce cosa sia successo in Lombardia. Si è vissuto un dramma importante, è morta tante gente. Le persone mi chiedono perché si pensi a riprendere a giocare e li capisco, hanno perso persone care. Tutto deve ripartire ma come ho detto prima questo campionato secondo me riparte in maniera molto forzata. Riparte un altro calcio, non sarà come a inizio marzo. La forma fisica sarà diversa, così come il contesto dove giocheremo, a porte chiuse. Non ci abbracceremo dopo i gol, questo non è calcio”.

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Sarebbe d’accordo con i playoff?
“No, perché si modificherebbe il regolamento. Altri sport si sono fermati. Noi rischiamo di rovinare anche il prossimo campionato e non solo questo. Al termine della prossima stagione poi ci saranno gli Europei. Si rischia molto, non siamo macchine. Il nostro fisico è fermo da più di due mesi. Non è come in estate, visto che quando finisce un campionato ci fermiamo massimo per un mese e poi ci prepariamo per un mese e mezzo. Ora si rischieranno infortuni importanti”.

Perché c’è stato questo lungo silenzio del calciatori sul tema ripresa?
“Ne ho parlato anche con Damiano Tommasi. Questa cosa mi ha colpito molto. Anche sul protocollo non siamo stati chiamati in causa, nessuno ci ha chiesto se eravamo d’accorso. Noi siamo i primi a dover attuarlo ma non ci è stato chiesto aiuto. Sarebbe giusto che anche noi dicessimo la nostra”.

Cosa pensa della questione relativa ai contratti?
“Le scadenze sono un problema. Noi calciatori siamo privilegiati ma ricordo che si sono anche giocatori di categorie inferiori che guadagnano il minimo federale e devono mantenere una famiglia. Devono essere pagati e non in ritardo. Credo che non si debba generalizzare tutto il mondo del calcio. Non tutti solo Cristiano Ronaldo”.

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Qual è la sua soluzione? Fermare il campionato e no alle retrocessioni?
“DIco solo che deve fermarsi, poi ci sarebbe il tempo per decidere. Se noi siamo ultimi in classifica è giusto che retrocediamo. Il calcio deve ritornare a essere una passione per tutti. Io in questo momento sto vedendo che dai giocatori la passione sta passando, visto che ci sono altri interessi”.

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