Approfondimenti
LEVA CALCISTICA ’68 – Bon anniversaire Zizou
Era il Marzo del 1996, un qualche ottavo o quarto di finale di Champions League non ricordo esattamente, quando vidi un giovane numero sette in maglia amaranto mettere a ferro e fuoco una delle difese più forti di tutti i tempi. Nomi da far tremare i polsi, nomi del calibro di Franco Baresi, Paolo Maldini, Desailly, Panucci e Costacurta.
Era il Milan di Fabio Capello che nel quinquennio precedente aveva vinto tutto quello che c’era da vincere in campo mondiale. E che quella sera avrebbe dovuto disbrigare quella che poteva essere considerata poco più di una formalità.
All’andata era finita due a zero per i rossoneri e i Girondini di Bordeaux non parevano potessero impensierire più di tanto l’esperta e pluripremiata squadra italiana.
Certo i francesi avevano tra le loro file giocatori forti come Lizarasu, Witschge e il bomber Dugarry, ma il ventiquattrenne, già scarsocrinito, con la sette indosso, fece ammattire i totem della retroguardia milanista, fornendo tra l’altro l’assist per la rete del tre a zero che completò la rimonta dei francesi e sancì l’eliminazione del team di Fabio Capello.
Visione di gioco a duecento e passa gradi, destro soave in sincrono perfetto con naturali movimenti eleganti, veroniche e tocchi con la suola. In fase di possesso si era pressoché certi che avrebbe illuminato il rettangolo verde in qualsiasi momento.
Carattere e carisma completavano un quadro in movimento che, se espresso su di un pentagramma, poteva avere tranquillamente tutte le caratteristiche di una sonata barocca di Vivaldi, con i passaggi armonici tra gli “allegro” e i “presto” de “Le Quattro Stagioni”, mostrando controllo continuo e palese genio.
Zinedine Zidane era poesia in musica, con l’estro del Maghreb dei sobborghi di Marsiglia.
Lo ritrovammo, qualche mese dopo, protagonista nel nostro campionato con la Juventus, ad incantare le italiche platee.
Zizou ha caratterizzato un decennio grazie al tasso di classe nettamente superiore alla media e ad un nuovo mood interpretativo di dominio del mediocampo, fatto anche da tempestive letture di dinamiche di gioco. Passando da un trionfo mondiale ed uno europeo con Les Bleus del 1998 e del 2000, Champions e Coppe Intercontinentali divise tra i bianconeri e il Real Madrid, solo per citare le più importanti vittorie di squadra.
La carriera da giocatore non si chiuse in gloria però. La testata a Materazzi, nella finale di Berlino, probabilmente mozzò la nazionale transalpina della sua testa pensante e di donatore di gioco. Di quella sera resta la mesta immagine di lui che abbandonò il campo sfilando accanto alla Coppa, più tardi alzata al cielo da Fabio Cannavaro, per la nostra gioia.
Ma Zinedine Zidane è un predestinato, ed inizia la carriera di allenatore col botto.
Dopo il primo campionato vinto sulla panchina della Casa Blanca al primo tentativo, inanella tre, dicesi TRE, Champions League e un paio di Intercontinentali, tanto per gradire.
L’allenatore rischia di oscurare la fama del giocatore. E questo è il nostro augurio.
Buon compleanno Zizou.