Approfondimenti
ZONA CESARINI – Ti ho insegnato a usare un Cucchiaio
“Non mi prendere in giro perchè non so mandare una mail, io ti ho insegnato a usare il cucchiaio”. Più o meno così mi apostrofava mia madre, quando facevo lo stronzetto o sbuffavo nell’aiutarla col computer. Mi piacque il paragone e sicuro me lo rivenderò.
29 Giugno 2000
Semifinale degli Europei. L’Italia affronta i padroni di casa olandesi e, nel festival del catenaccio, sale in cattedra il primo “pennellone”, Francesco Toldo, che neutralizza varie azioni oranges compresi due rigori nei tempi regolamentari. Si va alla lotteria dei rigori e arriva l’eroe di giornata, l’altro Francesco.
In maniera sbrigativa diciamo che, sì, l’Italia passa e affronterà il nemico degli ultimi anni, cadendo per mano francese, in attesa della vendetta del 2006. Ma prima si fa la storia.
Totti arriva sul dischetto, concentrato, spavaldo come si conviene ad un vero romano. L’altro pennellone, Van Der Sar è pronto, non sa che quasi un anno dopo, contribuirà a coronare il sogno dello scudetto giallorosso di quel ragazzetto davanti a lui, con una mezza papera su Nakata.
C’è una strana agitazione sulla panchina azzurra, diversa dal solito. Perchè Totti, tra i tanti difetti (ma quali? boh se dice sempre così) non ha quello dell’ipocrisia. Ergo va dall’amico Di Biagio e gli confida il famoso “M je faccio er cucchiaio”. Gigi gli dà del matto. Paolo Maldini sente e si impanica, pregandolo di ripensarci.
Ma Francesco, tra i tanti difetti (aridaje), non è un pavido, è sicuro di sè e vuol fare la storia. Si trova alla classica sliding doors di fronte, non alla bionda Gwyneth Paltrow, ma al biondino “zoccolato” Edwin.
La scelta viaggia su un filo sottilissimo perchè se segnare un “cucchiaio” è da geni, sbagliarlo è da idioti e chissà se la carriera di Francesco sarebbe stata la stessa. Quel giorno, Totti diventa icona, non più solo giallorossa, ma nazionale ed internazionale.
Il resto è storia. Scavetto a destra, Pennellone a sinistra. Più di tutto ricordo Zoff allibito e la faccia di Nesta che mima “questo è matto” tra un sorriso e una lacrima e Francesco che esulta “normalmente”, perchè per lui la storia, se non si fosse capito, è normale.
Quindi, parafrasando mia madre, quando, italiani, prendete in giro Totti o quando lo odiate, ricordatevi che lui…
v’ha insegnato a usà er cucchiaio.