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ZONA CESARINI – Buon lavoro Mr Friedkin, c’è molto da fare e poco tempo

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E’ notizia vecchia la fine dell’era Pallotta. Ormai il closing è stato effettuato e il “nuovo” americano Dan Top Gun Friedkin siede sullo scranno di Trigoria, anche se non fisicamente.

Il miliardario texano (lui sì, lo possiamo definire così, vista la sua presenza su Forbes, di cui il buon James non aveva neanche l’abbonamento) esordisce con parole di speranza per il popolo giallorosso, doverose le parole quanto guardinghe le reazioni dei tifosi. Ma il proclama è sobrio: nessuna regina d’Europa, solo lavoro progettuale, risanamento, ricongiungimento col tifo, proseguimento del lavoro sul brand, tutto nell’ottica finanziaria – certo – ma anche sportiva, e ovviamente lo stadio, che rimane centrale e ci mancherebbe.

Il primo stacco riguarda la presenza, perchè se Friedkin non potrà essere presentissimo sul territorio, sarà il giovane Ryan, 30 anni, a presenziare a Trigoria. Sembra infatti che proprio il giovane rampollo, durante la produzione di un film (Tutti i Soldi del Mondo) si sia innamorato di Roma e della Roma, pressando il padre per entrare in questo mondo. Speriamo che all’entusiasmo il ragazzo abbini determinazione e preparazione.

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Ora, chi legge sa che la “dipartita” di Pallotta viene accolta dal sottoscritto con un sospiro che solo una birra gelata dopo ore di arsura o levarsi lo scarpone dopo una giornata di sci può replicare, ma bisogna considerare che di quello che accadrà nell’immediato futuro c’è grande incertezza. Vuoi per la poca conoscenza dell’imprenditore, vuoi perchè i vari tira e molla hanno portato molto ritardo e la stagione è alle porte.

Leggo mille ipotesi di calciomercato, anche fantasiose, ma la verità è che chi riporta le notizie naviga a vista. Friedkin ha tenuto a specificare che non sarà una gestione “araba”, atta a comprare subito grandi nomi, ma ponderata, ed è una cosa che nell’ottica di progettualità accetto. Va detto che il tentativo (complicatissimo) di rientrare subito in Champions è prioritario insieme alla fuoriuscita di esuberi. Le intenzioni del texano sono bellicose – altrimenti non spendi seicento milioni – e questo fa ben sperare.

Su questi presupposti appare chiaro che la proprietà si affidi a dirigenti presenti, come Fienga, in attesa di sapere che fine faranno i vari Baldissoni. E’ proprio Fienga, al momento, a fare il mercato, affiancato dal  pro tempore De Sanctis, il quale potrebbe salutare alla fine della sessione di mercato per fare esperienza.

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Certo Pedro, che Petrachi aveva di fatto già concluso mesi fa, e Mhkitarian, che ha rescisso con l’Arsenal, normale che si cerchi un mercato immediato, con Smalling (tra un avvicinamento e una smentita) prima pedina in difesa. Bloccati Zaniolo e Pellegrini, pilastri su cui costruire il futuro, la Roma non si vuole privare del suo campione, Dzeko, ma è chiaro che all’età che ha, qualora il bosniaco scegliesse i  cinque milioni per tre anni con annesse probabilità di vittoria di trofei, i giallorossi dovrebbero sedersi, comunque meno di quindici milioni non verrebbero accettati. Per Dzeko si tratta di scelta di vita: trofei, contratto lungo e meno presenze contro fascia da capitano, stile di vita diverso (i figli sono nati qui e la moglie adora Roma). Nel caso, con grande dolore, capirei.

Portiere in bilico, Pau Lopez non ha convinto, ma difficile trovare offerte degne. Intanto si monitorano Sirigu (magari), Perin e Musso, sperando basta scelte esotiche. Trattative con la Juve, che tenta di infilare Rugani pure negli zaini degli studenti, e col Napoli che vorrebbe Under e soprattutto Veretout, offrendo Hisay (per il quale vale il discorso di Rugani), Maksimovic e Milik, non convintissimo della soluzione giallorossa, pare.

Qualche tifoso sogna che dietro il rifiuto di Cavani al Benfica ci sia un ritorno di fiamma (anche della Lazio) o che le alcoliche decisioni di Koeman portino magari Suarez ma, a meno di sorprese, non sarà questo lo stile e si è stati chiari (già meglio dei precedenti).

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Per me questo è un anno zero, stavolta davvero, quindi cercherò di non essere troppo critico, in attesa di valutare i piani e le intenzioni. Quindi, se faccio appunti, sono solo considerazioni senza malizia. E ne faccio un paio.

Sento parlare di vari DS, il ritorno di Petrachi per dare continuità, l’harrypotteriano ritorno di Sabatini, la cui salute non credo possa conciliarsi col rientro nella Capitale, Planes del Barcellona, fresco di otto pere in coppa, il fantasioso Paratici e soprattutto lo scambio Petrachi/Ausilio. Un consiglio: guardate Ausilio cosa ha fatto all’Inter con molti più soldi, in pratica il nulla fino all’avvento di Marotta e dei milioni di Suning. Dunque, anche no.

Altra cosa, visto che, come sembra, si sia voluta premiare la continuità tecnica con Fonseca. L’idea è corretta, pur non essendo l’allenatore dei miei sogni, nel finale aveva trovato la “quadra” e proprio per l’assenza di tempo, portare avanti quel discorso aiuterebbe. A questo punto non mi sembra una grande trovata toglierli i suoi punti di riferimento, quindi Dzeko (ma ne abbiamo già parlato), Smalling e Veretout (primo per minuti giocati), ma appare chiaro che il francese rientri in quelle inevitabili “scorie” Pallottiane che, in attesa di closing, si pensava bene di vendere alla cifra da dare alla Fiorentina per lo stesso. Spero di non vedere più queste pecionate finanziare.

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Per quanto mi piaccia Torreira, anche l’idea di rismembrare subito il centrocampo di Fonseca, dando via Diawara, mi sembra poco lungimirante, ma anche quella trattativa è in stallo, mentre proverei Castrovilli, avendo purtroppo perso il treno Tonali.

Ovviamente si lavora anche sul far cassa. Sembravano fatte Perotti al Fenehrbace, Jesus al Cagliari e Santon al Besiktas. Passi avanti per Fazio in Spagna e si sta offrendo Pastore a tutti, insieme ai fustini del Dixan. La notiziona sono i trenta milioni che il Leverkusen investirebbe per Schick. Se tutto andasse in porto, la Roma avrebbe un bel capitale e un monte ingaggi notevolmente ridotto.

Proprio nell’ottica Fonseca, giusto tentare di vendere i “bocciati” dal portoghese: Kluivert, ma anche lo stesso Under, per cui nessuno si strapperebbe i capelli, non tanto dal punto di vista tecnico ma da quello della continuità. Va detto che, seppur confermato, il lusitano continua, sui giornali, ad avere il fiato sul collo, soprattutto di Sarri. Pazzoidi complottisti (solo Io per la cronaca) hanno visto dietro i deliri di Conte il tentativo di staccarsi e venire alla Roma, vedendo “il momento giusto”, citando le parole dello stesso salentino di un anno fa, ma è il caldo che mi fa pensare a queste cose (tra l’altro non è che io muoia dietro a Conte, anzi, era solo un pensiero fugace).

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Chiudo con un grande BACIONE a Baldini, a cui auguro tutte le fortune lontano dal “mondo Roma”, e con un pensiero – spero l’ultimo – a James:

leggo che, dopo la Roma, avrebbe venduto le sue quote di minoranza dei Boston Celtics, circa l’8%, per una cifra superiore ai 2 MILIARDI di dollari. Ora, vero che l’NBA è un grande business, ma non capisco come un signore di cui a Boston a mala pena conoscono il ristorante, possa avere questa cifra di quote. Non sono un esperto di finanza e sono contento per lui, però, visto che da parte ci stavano tutti sti soldini, visto il grande amore e sacrificio professato per la Roma e Roma (dove non si vede da due anni), in undici anni vendere l’1% e comprare due giocatori buoni e provare a portare un titolino (e annessi introiti)? O investire da solo nello stadio senza cercare fantomatici finanziatori di cui ormai non sapremo mai l’esistenza o meno?

MEDITATE GENTE, MEDITATE

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BUON LAVORO DAN E RYAN

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