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ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – I tre maghi annullano le streghe, ma che fatica
Si riparte. Dopo la sosta “indispensabile” per la Nations League, il campionato si rifà il trucco tra tachipirine, bolle ed incertezza.
La Roma, dopo la vittoria ad Udine, viene chiamata alla conferma contro una neopromossa arcigna e organizzata.
In settimana i giallorossi di casa hanno dovuto registrare le positività di Diawara e di Calafiori, oltre all’infortunio di Smalling il cui ingaggio passa da Beautiful ad un più intellettuale Aspettando Godot. La sorpresa è Cristante al centro della difesa, forse per una qualche stanchezza di Kumbulla dalle nazionali.
La sosta non fa bene ai capitolini in termini di ritmo, perchè sono i sanniti a tenere alto il gioco, con velocità e inserimenti fastidiosi. Si vede lo stampo di Inzaghi sr, finalmente a suo agio anche nel massimo campionato dopo le brutte figure di Milan e Bologna. Al minuto 5 Caprari controlla un bel pallone fuori area, calcia con potenza, Ibanez devia una palombella che si infila sotto la traversa, con un Mirante forse non completamente innocente nell’occasione. Ex, Romani e romanisti sono un mix che potresti brevettare, armonico nella resa finale quasi come un’ Amatriciana.
Pochi minuti e Mhkytarian butta un cross rasoterra che attraversa tutta l’area piccola senza trovare deviazioni, mentre Lapadula delizia il (poco) pubblico romanista col remake della sua famosa performance di Genova: il colpo in faccia con tuffo in semicarpiato come fosse antani, ma il giovane Ayroldi non ci casca.
La Roma lavora molto a sinistra, ma uno svagato Mirante e un distratto Ibanez combinano un patatrac che porta Lapadula solo davanti al portiere. La punta perde il tempo ed il brasiliano riesce a rimediare. Sul capovoglimento delizia di Dzeko ad aprire per lo scatenato Pedro, cross e Mhkitarian di testa è contrastato da Foulon. Proteste e Var per un braccio, ma il tocco sembra più di spalla onestamente.
E’ il preludio all’uno-due romanista. Spinazzola serve Pellegrini che prova il tiro e sulla respinta serve Pedro che dal dischetto fa 1 a 1. Quattro minuti dopo Mirante si riscatta con un lancio perfetto per l’armeno che trova un filtrante per Dzeko che beffa Montipò che mi ricorda il Picchiapò (vecchia ricetta di lesso di manzo con pomodoro e cipolla) ed essendo a dieta il ricordo mi innervosisce, rovinandomi il ribaltone della mia squadra. Si va alla pausa in controllo, non prima di aver annullato il tris di Mhkytarian per un fuorigioco, non sull’azione in sè, ma ritrovato nell’archivio di Stato una settimana prima.
La seconda frazione comincia come la prima e il Benevento spinge. Lezione di regolamento di Veretout che ci fa scoprire che prendere il pallone in area porta al rigore o almeno così Ayroldi ritiene. Mirante respinge ma Lapadula ribatte per il pareggio. La Roma è poco concentrata su un paio di situazioni offensive ed ancora Mirante salva su Lapadula lanciato a rete. Al 70′ grande corsa di Pedro che salta Picchiapò ed è bravo stavolta l’arbitro a vedere come l’estremo difensore non tocchi il pallone (deve essere ricambiato il regolamento). Veretout non sbaglia il nuovo vantaggio.
La Roma dilaga in scioltezza a quel punto. Il neo entrato Vilar crea uno spazio intelligentisimo per Mhkytarian che tocca per Dzeko e il pallone va solo appoggiato. Spazio anche per Mayoral e Carles Perez che chiude la cinquina, da centrocampo salta tutti con un gioco di piedi e una velocità che ricordano un altro piccoletto mancino che gravita in terra catalana (l’ha detto Gentili di Sky che volete da me?) e “silura” il Benevento da fuori area.
Solite gioie e dolori giallorosse: si crea molto ma si lascia giocare e con compagini inferiori alla fine il risultato arriva. Però è un gioco rischioso a lungo andare. In ogni caso la Roma diverte. Mirante solita sicurezza, a parte forse la posizione sul primo gol, ma salva il risultato e l’assist per il 2 a 1 è fantastico. Cristante fa bene come centrale senza nessuna sbavatura, più fisico Mancini ma efficace, Ibanez un pò più svagato del solito, fa danni ma vi rimedia. Solito Spinazzola fastidioso per gli avversari con Santon dirimpetto a fare il suo. Centrocampo non all’altezza, Pellegrini al netto dell’assist del pareggio, personalmente non lo vedo nel ruolo di interditore, Veretout efficace ma sotto tono come ad Udine, mentre ottimo Vilar, anche se per pochi minuti, nell’azione del 4 a 2 mette qualità, ma soprattutto evidenzia intelligenza tattica e visione.
Ma è l’attacco della Roma la poesia. Un terzetto di tale esperienza e qualità non so quando la Roma lo abbia avuto, con l’unico difetto dell’anagrafe. Pedro è un motorino impazzito, sempre nel vivo del gioco, una disperazione per gli avversari. Mhkytarian a sinistra dispensa palloni per tutti, 2 assist, manca purtroppo di incisività sulla finalizzazione.
Dzeko si è ripreso, già da subito si era visto che era presente a se stesso. Per celebrare il genetliaco della doppietta la Chelsea, Dzeko ne fa un’altra ai campani, partita da vero capitano…sì, Capitano. A chi critica il bosniaco (per carità, è un paese libero) dico che se la Roma avesse avuto molti più “traditori”, “non meritori della fascia”, “non grandi attaccanti”, “non attaccati alla maglia” come Edin (6 anni nella Roma e 108 gol) sulle mensole spolvereremmo trofei e non le conserve della Rummo.