Approfondimenti
ANGOLO DEL TIFOSO MILAN – In Europa buona la prima
Dodici gironi, quarantotto squadre partecipanti che rappresentano ventisei nazioni. Questa è l’Europa League 2020-2021 che accoglie di nuovo il Milan, da quel lontano 13 dicembre 2018, quando il 3-1 inflitto dall’Olympiakos sancì l’uscita dei rossoneri dalla competizione.
In un Celtic Park deserto, gli undici del Milan confermano le indiscrezioni della vigilia, con cinque innesti freschi per far rifiatare dalle fatiche del derby. Dentro Tonali, Brahim Diaz, Krunic, Castillejo e Dalot all’esordio con la maglia rossonera.
La prima frazione
I primi quindici minuti sono dei padroni di casa ma al Milan bastano per prendere le misure e prepararsi al vantaggio, con l’ottimo Krunic che al tredicesimo minuto mette dentro di testa un cross di Castillejo. Il Milan amministra i tempi e il gioco, forte di un Kessie padrone indiscusso del centrocampo e riferimento per un Tonali che appare un furetto un pò spaesato. Tanta buona volontà, tanta corsa ma ancora poca di quella sostanza che da lui ci si aspetta. Un Celtic pasticcione e fumoso va spesso in confusione con errori anche elementari e in una ripartenza veloce dei rossoneri, al quarantaduesimo minuto, Donnarumma – Diaz – Ibra – Theo – Diaz subisce il raddoppio dello spagnolo.
La ripresa
Il secondo tempo comincia come il primo. Il Celtic spinge e con i nuovi entrati, Christie e Elyounoussi, spinge di più ma il Milan, con un Kjaer versione veterano, tiene anche grazie ad un Dalot più attento in marcatura che non può contare sull’aiuto di un Castillejo sempre fuori dalla partita e leggero nei contrasti. Mr. Pioli al 65’ inserisce Bennacer e Leao per far riposare Ibrahimovic e Kessie e al 75’, su calcio d’angolo, gli scozzesi accorciano le distanze siglando l’1-2 proprio con il nuovo entrato Elyounoussi. Pioli chiede una scossa, più presenza, più pressing e soprattutto più aiuto degli attaccanti alla fase di difesa. Al 79’ dentro Saelemekers e Hauge per avere forze fresche e il Milan ne beneficia. Alla stanchezza si ovvia con la tecnica e il Celtic giocherà gli ultimi dieci minuti della partita rincorrendo il palleggio nello stretto che vede in Saelemekers e Bennacer due suoi grandi interpreti. È proprio dai piedi del jolly belga che nasce l’assist per l’inserimento centrale di Hauge che siglerà al 91’ il gol della tranquillità e della vittoria assicurata. È il primo dell’esterno norvegese con la maglia rossonera.
Sguardo al Domani
Il Milan ritrovava il Celtic in una competizione europea, sette anni da quel 0-3, sempre in terra scozzese, del 26 novembre 2013 con Kakà fra i marcatori. Erano altri tempi, un’altra competizione e stasera, ancora di più, il Passato è una terra straniera, nessuno lo conosce e così dev’essere per la squadra con l’età media più bassa fra le big europee, alla guida di un campionato.
All’uomo non è dato conoscere il Futuro e nessuno può sapere quanto ancora il Milan riuscirà a rimanere sulla cresta di quest’onda che dura da giugno. Finchè la benevolenza degli “Dei del Calcio” sorriderà alla truppa di Pioli, pensare al domani appare davvero come un gioco e non un impegno. E il domani del Milan si chiama già Serie A, si chiama già As Roma.