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Angolo del tifoso

ANGOLO DEL TIFOSO SPEZIA – Il tavolino

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Anche questa volta il tavolino ha avuto la meglio.

Non per una partita non giocata per il Covid19, ma per il pugno che molti di noi tifosi devono aver dato sul tavolino di vetro nel salotto, dopo aver subito il pareggio al 92’ del Parma.

Prima della partita probabilmente, avremmo firmato tutti per un pareggio, soprattutto per le tante assenze ( undici ), ma dopo aver segnato due goal​ e aver sfiorato più volte il terzo, alla fine il punto conquistato sa quasi di beffa.

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Pronti via e l’approccio è decisamente migliore di quello avuto contro la Fiorentina.

Su tutti la grinta di Bartolomei e la spinta sulla fascia sinistra di un sorprendente Bastoni che ad un certo punto sembra Roberto Carlos.

Al centro fa il suo esordio Agoume che tampona e lancia, cuce, accorcia, lava e stira.

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In avanti Gyasi mette subito in difficoltà il dirimpettaio Grassi, che si trova a giocare terzino destro per mancanza di alternative, ma il buon Emmanuel dopo averne provocato l’ammonizione, sembra impietosirsi e non lo punta più con la consueta verve.

Su un angolo battuto da Bastoni, Chabot sale più in alto del Parodi e insacca per l’uno a zero.

Passano pochi minuti e Nzola serve per l’accorrente Agudelo e si va sul due a zero.

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Per un secondo, ci viene il dubbio di aver sbagliato canale e di esserci sintonizzati sulla Premier League dove giocano con la maglia azzurra Everton e Manchester City.

A ne ghe credo … no no ci crediamo, e si, siamo sul 2-0.

Anzi sul 2-1 perchè nel frattempo prendiamo gol da Gagliolo il quale, sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato dalla trequarti, raccoglie da due passi una respinta di Provedel.

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Nel secondo tempo, sale in cattedra Nzola che gioca di sponda, apre spazi, fa salire i compagni.

Le aquile quando attaccano lo fanno in massa (non la città eh): cinque, sei, sette giocatori in area avversaria, altro che gioco da matricola o da neopromossa.

Improvvisamente i pali della porta del Parma iniziano a tremare: uno, due, tre pali. Estevez, Agoume e Verde avranno bisogno della camomilla per addormentarsi se ripenseranno ai loro tiri che non sono finiti dentro per pochissimi “var-centimetri”, quelli che vede solo il Var.

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Si addormenta davvero, invece, Salva Ferrer, che si fa infilare da Karamoh, ma Provedel si traveste da supereroe​ e compie un salvataggio strepitoso.

Si arriva al minuto 91 e al calcio di rigore per fallo su Cornelius e qui, presi dalla rabbia, ci siamo tutti inventati impiegati dell’anagrafe per cambiargli il nome a modo nostro.

Kucka realizza, lasciandoci un po’ di amaro in bocca, come un caffè della macchina distributrice che non dà lo zucchero.

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Allora guardiamo il tavolino, vorremmo “accarezzarlo” dolcemente, ma poi ci rendiamo conto che il calcio a volte è cosi e applaudiamo.

Sì, applaudiamo, perché la squadra ha giocato bene e lo ha fatto cambiando molto e coinvolgendo fin ad ora quasi tutti i giocatori della rosa (sono 26 quelli schierati da Italiano in 5 partite).

Non ce la prendiamo col tavolino, né con la sorte, che di partite pareggiate o perse all’ultimo minuto nelle serie inferiori è pieno il nostro almanacco degli smoccolamenti.

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Anzi, saliamo in piedi sul tavolino (in senso figurato, eh) ed esultiamo, in attesa di farlo sui gradoni del nostro stadio.

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