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#DIE60 – Maradona, genio e sregolatezza dalla A alla Z

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Maradona
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Diego Armando Maradona compie 60 anni. Il giocatore più forte di sempre, il più discusso della storia. L’esempio lampante di Genio e Sregolatezza. Un numero dieci dall’umore inquieto e dal sorriso bambino, ora uragano e ora raggio di sole.

Sessant’anni di vita intensa. Venerato, detestato, sempre al centro delle attenzioni mediatiche, ma incapace di recitare una parte, di vestire maschere. Perché lui è stato semplicemente D10S, nel bene e nel male. 

Lo raccontiamo a modo nostro, rigorosamente dalla A alla Z:

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A come Argentina: le sue radici, la sua patria, la sua anima.

B come Boca Juniors: a 21 anni, e per una sola stagione, veste la maglia della sua squadra del cuore. Un’operazione pazzesca, dal punto di vista economico, per il momento che stava attraversando l’Argentina. Ma è bastato un solo anno per portare a casa un trofeo e per entrare di diritto nella storia del club azul y oro.

C come Cocaina: la sregolatezza del genio. Un vizio che ha rovinato la sua vita e limitato la sua carriera. In molti, ignorantemente, hanno associato l’uso della droga alle sue prestazioni di altissimo livello. Ma la realtà è ben diversa: tutto ciò limitava la sua forza. Non oso immaginare quante altre perle avrebbe potuto regalarci Diego senza quel maledetto vizio.

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D come D10S: “Chi ruba a un ladro ha cento anni di perdono. Non ho toccato io quella palla, è stata la mano di Dio”. 

E come Esultanza: il goal, la corsa rabbiosa, l’urlo verso la telecamera. Usa 94, l’ultima ‘gioia’ di Diego. Tutti spinsero per averlo lì, occasione troppo ghiotta dal punto di vista mediatico, ma tutti conoscevano come sarebbe andata a finire. Test antidoping positivo, ed ennesimo colpo di grazia ad un campione tanto forte quanto fragile.

F come Fame: quella patita in giovane età, la stessa ‘fame’ che gli ha permesso di diventare un campione in campo. Poi basta cambiare una lettera per scoprire cosa gli ha distrutto la vita: ‘fama’.

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G come Goal: volevamo raccontarvi il goal più bello di sempre, ma si fa un’enorme fatica a sceglierne uno. A voi la scelta.

H come Ho provato a trovare qualcosa usando questa lettera, ma…

I come Idolo: indiscusso dei tifosi del Napoli e di tutta l’Argentina. Come dare torto?

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L come Lo sapevate che dopo il Mondiale vinto dall’Argentina nel 1986 Maradona voleva lasciare la Nazionale? Le ragioni furono fondamentalmente due. La prima che con il successo in Coppa del mondo difficilmente sarebbe riuscito a toccare un punto più alto nella sua carriera. La seconda invece è legata ad una promessa alla città di Napoli, che l’argentino profetizzò di portare al successo. Detto, fatto.

M come Mondiale: giugno 1978, Maradona dichiara: “Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo”. Messico 1986: detto, fatto. 2.0.

N come Napoli: 5 luglio 1984 Diego arriva alle pendici del Vesuvio dopo un’operazione lunghissima ed estenuante. Una città in visibilio, 70000 al San Paolo per assistere alla sua presentazione. Una prima stagione difficile, poi una continua crescita che ha portato il Napoli a vincere due Scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana ed una Coppa Uefa.

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O come Oltre le leggi della fisica: Tacconi a distanza di tanti anni si starà ancora chiedendo come sia stato possibile. Napoli-Juve, quindici minuti dal termine del match, punizione a due in aria. Maradona sistema la palla, è a 10-12 metri dalla porta. La barriera forse a 5 metri. Maradona parlotta con Pecci: “Passamela un pochino indietro”. Il centrocampista lo prende per matto: “Diego, da qui non passa”. “Tu toccala e non preoccuparti”.  Bruscolotti è inviperito, Maradona lo avvicina: “Beppe, tranquillo: faccio gol lo stesso”. Il resto è storia…

P come Pallone d’oro: Maradona non ha mai potuto conquistare l’ambito riconoscimento ‘sul campo’, poiché questo era riservato solo a giocatori europei. Ma nel 1995 France Football decise di assegnargli quello alla carriera

Q come Quando nascerà un altro D10S? Semplicemente Mai!

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R come Riscaldamento: Bayer Monaco – Napoli, semifinale di ritorno di Coppa Uefa. Il numero 10 azzurro cominciò a scaldarsi: scarpini slacciati, palleggi e colpi di genio danzando al ritmo della canzone “Life is life”. Magia.

S come Sedici: il numero di maglia di Maradona a Napoli. Eh si, proprio così. Stagione 1989/90, Diego voleva lasciare il club azzurro per trasferirsi al Marsiglia, ma la fermezza di Ferlaino, costrinsero il giocatore a restare. L’esordio di Maradona in quella stagione fu nella gara contro la Fiorentina alla quinta giornata. D10S entra in campo nella ripresa con la maglia numero 16 e nonostante un rigore fallito all’inizio della ripresa, sarà tra i protagonisti assoluti della rimonta da parte degli azzurri che riuscirono a ribaltare il doppio svantaggio.

T come Tanto cuore: dodici milioni per giocare su un ‘campo di patate’, contro la volontà del Presidente Ferlaino. Gennaio 1985, Diego decide di partecipare ad un evento per aiutare un bambino in difficoltà ad Acerra. Indelebile l’immagine di Maradona che si riscalda fra pozzanghere e auto parcheggiate. “Che si fottessero i Lloyd di Londra. Questa partita si deve giocare per quel bimbo”, il grande cuore di D10S.

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U come Undicesimo comandamento: “Non nominare il nome di D10S invano”. Un dogma per i tifosi del Napoli e dell’Argentina.

V come “Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io”. Si presenta così D10S alla piazza partenopea. Amore a prima vista.

Z come Zero scuse, per chi osa paragonare Messi a Maradona. Il primo è un alieno, il secondo è DIO. STOP!

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BUON COMPLEANNO DIEGO…

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