Angolo del tifoso
ANGOLO DEL TIFOSO JUVE – Quanti anni hai
L’attesa del giorno del compleanno è una sensazione fanciullesca, che la maggior parte di noi ha rimosso. Quel conto alla rovescia che partiva almeno un mese prima, gli inviti da portare ai compagni di scuola, i cataloghi dei negozi di giocattoli ornati da cerchi al neon sull’ultimo videogame o su quel monopattino cromato (non potete nemmeno immaginare quanto l’ho desiderato. E quanto dolore ho assaggiato nel prendere una buca e cadere rovinosamente sul mio polso, ma questa è un’altra storia).
Insomma, non sarà più una ragazzina, ma la Juventus si meritava di sfogliare il suo catalogo dei giocattoli per questo 123esimo compleanno. E si meritava di avere intorno a sé tutti coloro i quali hanno la fortuna sfacciata, in questo 2020 che non accenna a finire, di indossare i suoi colori. Che per stasera sono particolarmente adatti all’appena trascorsa festa di Halloween, un bell’arancione tye dye che non riesce a incontrare il favore del sobrio pubblico a cui si rivolge il calcio. L’arancione lo mettiamo per andare a contrastare i colori dello Spezia, che condivide con noi la scelta cromatica del bianco e nero, oggi in casa per questa sfida del pomeriggio domenicale.
Il coltello necessario al taglio dell’ansia deve essere affilatissimo: dopo poche giornate di campionato questa sembra già una partita da dentro o fuori, che se il nostro mister non si chiamasse Pirlo cominceremmo a temere seriamente per il suo avvicinamento al panettone. Andrea si ripresenta in campo con il terzetto difensivo che all’occasione diventa quartetto con Cuadrado ballerino a centrocampo, il brasiliano Arthur insieme a McKennie e Bentancur e con Chiesa esterno, a sostenere l’azione di Morata e Dybala, con Kulusevski in panchina.
Proprio su quella panchina là, il pacchetto più lucente. Diciamocelo: almeno fino al fischio d’inizio del campo ce ne frega poco, quello che ci interessa è rivedere finalmente con la felpa da allenamento il regalo che ci è stato fatto due anni fa e per cui ancora ci stropicciamo gli occhi: Cristiano Ronaldo è finalmente negativo, è tornato insieme ai suoi compagni a fare quello che sa decisamente fare meglio, distribuire goal e mentalità, Babbo Natale di Madeira.
Ma andiamo con ordine: il match comincia abbastanza in discesa, Dybala sembra carico, dialoga bene con Morata. Il solito Morata, diremmo: dopo poco meno di un quarto d’ora Danilo mette un filtrante più tagliente di una katana ai piedi di McKennie, il quale anche generosamente accontenta la voglia di un goal finalmente regolare dell’attaccante spagnolo. Che in realtà non ci crede nemmeno lui che l’arbitro abbia finalmente convalidato un suo goal, non prima di un doveroso check da parte della sala VAR.
Le tradizioni non si discutono, e bastano pochi minuti per un ulteriore goal di Morata, stavolta in fuorigioco. Ma ormai siamo in quella fase in cui lo schiaffo lo abbiamo dato, e non vediamo l’ora di porgere l’altra guancia: Pobega, aiutato da una piccola deviazione, viene lasciato libero di non sbagliare davanti a Gigi Buffon, titolare di giornata. Sono quei dieci, venti minuti che ci trasciniamo da una vita, quelli di blackout in cui la fase difensiva diventa fase tè caldo, in cui il goal degli avversari arriva puntuale come le illuminazioni natalizie il primo novembre.
Ma Andrea ha sempre quel regalo da scartare che lo guarda di sottecchi dalla panchina. Quello a cui ogni tifoso si è appigliato nelle ultime partite, in cui la squadra non c’era, ma con lui ci sarebbe stata. Sapete quelle torte di compleanno da cui spuntano le sorprese? La nostra è portoghese, subentrata a Dybala che ha ancora bisogno di ritrovare smalto (e rinnovo contrattuale: sono pronta a legarmi ai cancelli della Continassa nel caso in cui questo non arrivasse). Ed ha bisogno di tre minuti per rimettere le cose esattamente al loro posto.
Cristiano servito da Morata mette il pallone alle spalle di Provedel, e la Juve torna ad essere una squadra. È incredibile quanto un solo uomo possa rimettere in carreggiata la mente di altri 10, anzi facciamo nove, escludiamo Gigi Buffon. Che quasi è più anziano della stessa Juve, ma para su un colpo di testa di Chabot con la stessa facilità con cui noi esseri umani raccontiamo al mondo dei nostri dolori di sciatica. Mi prendo volentieri la cervicale per te Gigi, basta che resti per sempre così, non umano tra i pali.
Sempre in tema di nuovi entranti, mette a segno il suo secondo goal con la maglia della Juve anche Adrien Rabiot, su assist di Federico Chiesa. Bravo ragazzo, si vede che è domenica e sei nel tuo, ed un giorno smetterò anche di fare questo genere di battute. Ma intanto, in odore di santità (scusatemi) viene abbattuto in area da Bartolomei e riesce anche a guadagnarsi un rigore. Trasformato con un delizioso scavetto dal buon Cristiano, che sta accendendo le candeline per questa festa bianconera degna di un FIUUU di allegriana memoria.
La Juve potrebbe esserci, Mister Pirlo ringrazia anche le prestazioni di Arthur e McKennie, nonché del solito Cuadrado che oggi si vede regalata da Bonucci la fascia da capitano. In quel momento ho provato emozione. Perché se c’è uno che sa come si ama la maglia bianconera, è proprio il colombiano. Potrebbe insegnarlo a tanti, ma per oggi non pensiamoci. Godiamoci i tre punti, la torta, Cristiano. Che è decisamente la ciliegina.
Auguri Signora.
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