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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule é… un equivoco da cui venir subito fuori

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Tempo di lettura: 4 minuti

Dalla relazione segreta dell’errore con la verità nascono gli equivoci nel mondo”, ha scritto un ispirato Fabrizio Caramagna. Evidentemente commentava, prevedendone sviluppo e conseguenze, Napoli – Sassuolo dell’01 novembre 2020.

Sia perdonata la licenza, ma solo chi non ha mai visto una partita di calcio avrebbe potuto pensare che il Napoli potesse avere vita facile (come era successo sinora nelle altre quattro partite di campionato) contro il Sassuolo.

E ciò al di là delle assenze di alcuni tra i loro migliori interpreti.

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Bisogna intendersi su una premessa, se si vogliono costruire corrette conclusioni.

Il Napoli è un bel progetto di squadra, condito da tanti buoni giocatori e costruito, al momento, per due tipi di gioco:

  • palla avanti, palla dietro, palla dentro per Osimhen (per gli appassionati di numeri è il 4-2-3-1);
  • muro rimbalzante in difesa e lancio in profondità per indovinare un taglio di Lozano o una ribattuta di Fabian Ruiz, Mertens o Politano.

Tertium non datur.

Nulla di scandaloso, intendiamoci. Troppo poco tempo e, per giunta, quattro lunghi mesi in lockdown.

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Il calcio è materia ardita, se la si giudica con parametri troppo scolastici e scontati.

Parte coi tre punti persi in casa, dunque, il treno di coloro che, nell’ordine:

  1. criticheranno l’acquisto di Osimhen (che ha due uniche pecche: protesta troppo e mastica chewing gum mentre gioca a pallone, neanche fosse il calcetto tra amici);
  2. etichetteranno Gattuso come allenatore incapace di mutare atteggiamento nelle partite più difficili;
  3. contesteranno il mercato estivo o se la prenderanno con la prima cosa che verrà a tiro.

Troppo facile, decisamente troppo facile.

La prima sconfitta (speriamo merce rara da qui in avanti) degli azzurri 2020/2021 è innanzitutto merito del Sassuolo, che ha mostrato ancora una volta bel calcio, giro palla veloce e buone individualità.

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Gli autori del gol migliori in campo per distacco, ma ottima prestazione generale di squadra.

Al contrario, Napoli-Sassuolo ha mostrato una cattiva condizione fisica a centrocampo, dove i fraseggi stretti della squadra di De Zerbi hanno costantemente messo in difficoltà le leve lunghe di Bakayoko e lente di Fabian Ruiz.

Grave disattenzione a difesa schierata sul rigore fischiato contro e troppa passività rassegnata sul raddoppio. Purtroppo se la palla non gira veloce ed in verticale, la squadra di Gattuso è destinata a soffrire, specie senza la capacità di cambiar gioco di Insigne o di verticalizzazione di Zielinski.

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Osimhen ha aggiunto ad una squadra che per far gol aveva bisogno di entrare quasi col pallone in porta una variante importante, poiché il nigeriano tiene bene palla, si lancia in avanti e crea tanto spazio. Per rendere questa un’arma letale, però, c’è bisogno di un Mertens ispirato che giochi da regista avanzato e seconda punta (il contrario – per intenderci – di quanto fatto col Sassuolo).

La cosa peggiore del Napoli sceso in campo contro il Sassuolo è l’atteggiamento: lento, pigro, stanco, svogliato, dinoccolato e superficiale. C’è lavoro per l’allenatore, chiamato a far capire ai suoi ragazzi che la differenza tra una squadra normale ed un top club sta (anche) nell’approccio e nella determinazione: quella che – per 90 minuti – ha messo in campo un grandissimo Locatelli, vero mattatore del tardo pomeriggio.

E’ stata una amara doccia di umiltà per i ragazzi di casa, capaci di buttar via un paio di regali avuti nel primo tempo e di sbagliare – come accade spesso – occasioni facili facili.

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Recriminare sul rigore non concesso (parso sacrosanto) non serve a nulla. Una partita così, se si gioca dieci volte, si perde nove.

Spiace sempre quando si esce dal campo sconfitti, ma se i passi falsi servono ad evitare equivoci tecnico-tattici, ben vengano.

Le prestazioni altalenanti dell’ultimo mese devono porre necessariamente importanti interrogativi. Facendo emergere le verità e correggendo tutti gli errori.

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D’altronde “dubitare di se stessi” ha scritto Ugo Ojetti “è il primo segno dell’intelligenza”.

Tra coloro che, alla prima sconfitta in campionato, sono già partiti con la critica più profonda e gli altri, che invece han subito parlato di “incidente di percorso”, la verità sta – come al solito – nel mezzo. E pone un dubbio all’allenatore che solo da qui in avanti potrà sciogliersi.

Anche perché, parafrasando Cartesio, “il dubbio è l’inizio della saggezza”.

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E saranno le prossime due a chiarire che campionato sarà per il Napoli.

Le risposte, come sempre, arriveranno dal campo. E passeranno dal ritorno di Insigne, dalla velocità di Osimhen, dalla vena ritrovata di Mertens, dal sinistro magico di Politano, dalla lucidità a centrocampo di Fabian Ruiz o Zielinski e dalla determinazione di Lozano.

Partendo dalla certezza di portieri enormemente capaci e di un Koulibaly padrone a tutto campo.

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Siamo appena all’inizio e non serve ricordare l’anno scorso dov’eravamo.

A fraintendersi son buoni tutti… ma vuoi mettere l’atto rivoluzionario di capirsi?

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