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Angolo del tifoso

ANGOLO DEL TIFOSO ROMA – Gigli sul palco per i tre tenori

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Prova d’esame importante per le due compagini, la Roma, per confermare quanto di buono fatto in questo inizio, e la Fiorentina, per provare a rilanciarsi.

Iachini punta sull’esperienza di Ribery e Callejon, lasciando in panchina le giovani punte a disposizione, e l’inizio sembra dargli ragione: prima il francese sfiora il palo con un diagonale, poi lo spagnolo è anticipato da Spinazzola.

Pressione gigliata nel primo quarto, ma al 12′ lancio-assist di Mirante che scavalca i due centrali viola occupati a far sandwich di Dzeko. Palla a Spinazzola che si invola, tenta l’assist, ribattuto da Caceres, nel recupero palla il folignate spiazza Dragowsky per il vantaggio giallorosso.

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Un minuto e Dzeko viene anticipato miracolosamente da Lirola e sullo sviluppo del corner è lo stesso bosniaco a colpire di ginocchio divorandosi il raddoppio. La Roma alza il baricentro e il povero Dragowsky fa gli straordinari con i viola in grande affanno. Pedro di un soffio a lato, poi altro angolo, Dzeko schiaccia di testa e il portiere salva con un colpo di reni. Ancora l’estremo difensore protagonista su un tiro al volo di Karsdorp e reattivo sulla respinta di Mhkytarian da pochi passi. All’intervallo sta stretto il minimo vantaggio ai romani.

Iachini fa entrare Pulgar (che uno se lo ricorda solo per aver notato un paio di centimetri non tatuati sotto l’ascella) per l’attivissimo Castrovilli, ma la scelta apparentemente scellerata è dovuta alla “grazia” di Orsato per un evidente secondo giallo non comminato. Comincia lo show del fischietto di Schio, sempre sobrio negli atteggiamenti e simpatico come la sabbia nel costume. Francamente sembra rigore quello su Pellegrini ad opera di Caceres.

Diagonale dell’ex Veretout fuori di nulla e discesa poetica di Mhkytarian che ne salta tre, ma viene anticipato poco prima della conclusione. Minuto 70 si apre lo spartito del contropiede e i tre tenori danno spettacolo: Veretout serve Dzeko che pesca l’armeno sulla destra, cross rasoterra che l’iberico tascabile deve solo appoggiare. 2 a 0.

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Molti cambi, ma la partita si avvia placida a conclusione. Sul finale espulsione di Martinez Quarta che tenta di porre fine alla carriera di Dzeko e per fortuna prende lo stinco del piede non piantato a terra. Spero che “quarta” sia il numero della giornata in cui lo rivedremo in campo.

Solita Roma post lockdown, pimpante, allegra, concentrata. Stavolta l’avversario di fatto non c’è, nessun pensiero dalle parti dell’annoiato Mirante. I gigliati nei nomi hanno una squadra tutt’altro che scarsa, con alcune buonissime riserve, onestamente il problema sembra essere Iachini. Mancini e Ibanez annullano il mago Ribery ed il redivivo Callejon, con Smalling a dirigere in “adagio” la retroguardia.

Karsdorp si conferma unica alternativa presentabile a destra, buona prestazione difensiva, vicino al gol, ma nel secondo tempo cala. Spinazzola è probabilmente la più bella sorpresa di inizio campionato, presente in copertura, devastante in avanti, dove la Roma crea sempre tantissime situazioni dal suo lato e oggi il suo primo gol in campionato. Io ancora non sono un suo fan, ma se ho dato a qualcuno l’impressione di capire di calcio, me ne scuso.

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Veretout ormai parte lento per crescere in partita, mentre Pellegrini dà ordine e cresce sempre più, con tutto che quello non è il suo ruolo per me, ma sperando nel pronto rientro dal Covid di Diawara, potrebbe dar fiato ai due esterni alti più avanti.

Attacco di altra categoria. Dzeko-Mhkytarian-Pedro sono come Spaghetto-Cacio-Pepe, amalgamati alla perfezione. Il bosniaco, pur non segnando, tiene il pallino della Roma alto oltre il centrocampo e smista tutto il gioco giallorosso. L’armeno corre, salta e si impegna, ma un pò di sfortuna e forse di poca serenità d’animo lo vedono spesso perdente nel finalizzare l’azione, ma il suo lavoro è importantissimo. “Pedro segna poco” forse bisogna disegnarglielo perchè lo spagnolo non sembra saperlo, terzo gol in sei partite e sempre più nel vivo del gioco.

Fonseca continua a essere sulla graticola delle critiche, metà tifoseria ne vuole l’esonero comunque e l’altra metà ne valuta il buon lavoro, pur non essendo l’allenatore dei sogni di nessuno. Però poi bisogna essere onesti. Da Giugno, col cambio modulo, la Roma gira e comunque le scelte le fa lui, a partire dal portiere più sicuro, un centrocampo più diligente e poi, chiaro, che affidarsi all’estro e alla determinazione dei tre grandi campioni davanti non può certo essere oggetto di critica.

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La Roma sicuramente non vincerà lo scudetto, probabilmente avrà difficoltà ad entrare in Champions, ma intanto contro i giallorossi se la dovranno giocare tutti.

 

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