Angolo del tifoso
ANGOLO TIFOSO LAZIO – La differenza tra tamponi che blocca i giocatori e quella voglia di colpire alla cieca
Per fare chiarezza sulla questione Lazio-tamponi si rischia a volte di peggiorare la situazione. È il pericolo che si corre se, invece di cercare la verità, si va a scavare nel torbido, ci si schiera non dalla parte del vero ma di una delle due fazioni.
È qui non si parla di Lazio ma di pro o contro Lotito, divisivo e odiato, potente e quasi niente amato.
Anche questa volta si punta la squadra per colpire il suo presidente e pazienza per chi vive con passione le sorti biancocelesti.
Un gene di differenza
La questione tamponi negativi in Italia che diventano positivi in Europa assume contorni di chiarezza dalle parole di Giulio Cardone su Repubblica che testualmente scrive:
“La positività rilevata dall’Uefa si riferirebbe al gene N, la cui presenza isolata, senza gli altri due “geni-bersaglio” che il tampone è chiamato a identificare ( E e RdRP), può essere legata a precedenti infezioni o semplici affezioni rino-faringee, per esempio un raffreddore. Da qui la querelle tra la Lazio e l’Uefa. Nel caso di positivi acclarati ( Luis Alberto, Lazzari, Anderson), la società di Lotito aveva regolarmente avvertito la Asl di competenza ed emesso un comunicato ( senza citare i nomi dei giocatori, sabato scorso)”.
Quindi la Uefa non è sicura che I giocatori in questione abbiano il Covid ma per i suoi parametri è meglio non rischiare. Parametri che sono evidentemente diversi in Italia dove Ciro Immobile, Lucas Leiva e Thomas Strakosha hanno avuto ben 3 tamponi negativi di fila. Il problema semmai qui è di ordine medico e organizzativo, tra Figc e Uefa bisognerebbe uniformarsi per evitare ancora più incertezza di quella che già viviamo normalmente in questo periodo.
Non siamo i soli in questa situazione che è successa anche altrove, nel campionato olandese con Ajax e nell’Az ad esempio, con le medesime modalità. Il portiere Onana e altri due giocatori sono risultati positivi per 3 volte ai tamponi Uefa mentre negativi per quelli olandesi.
La Bolla e il protocollo.
Altro discorso è sulla gestione della bolla e dei positivi riscontrati. Qui è difficile addentrarsi perché quello che è successo dentro Formello si può cercare di decifrare da movimenti e atti ma non abbiamo documenti ufficiali in mano. Quelli che avranno sicuramente gli ispettori della Figc che sono chiamati a verificare la gestione dei positivi da parte della società e non i dati medici che chiaramente non sono idonei a giudicare. Il fatto acclarato è che dopo i primi tamponi Uefa positivi 3 giocatori non sono più rientrati a Formello: Lazzari, D. Anderson e Luis Alberto. Quelli dubbi invece hanno avuto il via libera dai tamponi di controllo e sono potuti tornare ad allenarsi. Quindi la società si sente sicura di aver rispettato il controllo dei giocatori che sono stati tenuti in isolamento fiduciario a Formello fino al momento della partenza per San Pietroburgo.
Le sanzioni eventuali
Per chi viola il protocollo con condotte illecite accertate e provate, le sanzioni vanno dalla classica ammenda ai punti di penalizzazione in classifica fino alla retrocessione. In alcuni nobili quotidiani si è usata la forte espressione “Per chi bara”. Ora comprendiamo che a volte le vicende personali si intersecano con quelle meramente professionali ma per “barare”, come erroneamente scrivono, la Lazio avrebbe dovuto produrre falsi certificati di negatività che francamente ci sentiamo di escludere in un momento come questo. Se qualche falla nel comportamento della società di Lotito ci sarà stata sicuramente i solerti organi della giustizia sportiva faranno il loro dovere e si erigeranno a giudici inflessibili. Ma siamo in attesa ancora della punizione per le partite segrete e vietate di maggio che gli stessi giornali si precipitarono a denunciare chiedendo le stesse punizioni di oggi.
Etica e professionalità, queste si, sembrano sparite. Ma non basterà un tampone, molecolare o antigenico che sia, a rintracciare le loro tracce nei vendicativi scritti di alcuni.