Angolo del tifoso
ANGOLO DEL TIFOSO MILAN – Silvestri ferma un buon Milan
Il posticipo della settima giornata si annunciava come partita molto difficile per i rossoneri, con l’Hellas Verona risaputamente avversario aggressivo e battagliero.
Per chi voleva una domenica sera tranquilla, cercare altrove please.
Il primo tempo ha visto gli undici di Juric mettere in difficoltà il Milan e capitalizzare le uniche due occasioni avute. La prima con Barak, che sfrutta un rocambolesco rimpallo su calcio d’angolo, e la seconda con Zaccagni, il cui tiro da fuori, trova la deviazione decisiva di Calabria.
Al ventisettesimo minuto arriva il gol di Kessie che accorcia le distanze e, proprio dalla mezz’ora, la partita degli ospiti cambierà per un deficit di energie e per il ritorno dei padroni di casa.
Il Milan non ha mai dato l’impressione di aver accusato il colpo del doppio svantaggio, non ha mai perso il bandolo della matassa, dimostrando, se non altro, la sicurezza che lo caratterizza da tante partite, anche in frangenti estremamente delicati. La manovra del Milan non cambia.
Dai piedi di Kjaer parte il solito giropalla paziente, a tratti anche troppo ricamato e orizzontale, che vive aspettando le giocate e gli strappi verticali dei quattro attaccanti, questa sera poco ispirati.
Con Ibrahimovic ben marcato da Magnani, Calha mai nel vivo e sempre stretto fra Ilic e Dawidowicz, Saelemekers soldato ordinato ma mai pericoloso, Leao rappresenta per almeno un’ora di partita, l’unica eccezione. È stato il portoghese la vera spina nel fianco del Verona, sempre propositivo, pronto a puntare l’avversario e a usare tutta la sua forza fisica per rimediare anche punizioni per tenere sempre alto il baricentro della squadra.
Così come Silvestri, di contro, è stato il vero colosso, quasi invalicabile, dei gialloblu. Giornata di grazia per il portiere originario di Castelnovo ne’ Monti che, facendo valere i suoi centonovantuno centimetri di altezza, riesce ad arrivare su tutti i palloni, ingaggiando un duello con Ibrahimovic.
Duello che troverà due momenti culminanti, dall’esito opposto. Il rigore del 67’ che lo svedese sbaglierà malamente sparando alto sopra la traversa. E il colpo di testa girato in rete, sul cross di Brahim Diaz al 93’, a due soli minuti dalla fine. Finirà in pareggio e, al netto delle occasioni avute, si può dire che è un risultato che va stretto ai padroni di casa.
Troppe le occasioni non concretizzate e allora fare buon viso a cattivo gioco, guardare più da vicino la colonnina delle cose positive, diventa ancora di più un esercizio prezioso.
I pareggi pomeridiani di Atalanta-Inter e Lazio-Juve avevano aggiunto al posticipo, che chiudeva la settima giornata di campionato, anche una certa dose di delicatezza. Un’occasione ghiotta per guadagnare più distacco, in vista di momenti più difficili. Ma questo è un pareggio che si farà apprezzare con il tempo. Proprio perchè maturato contro un avversario insidioso e che consente di mantenere inalterate le distanze prima di una sosta provvidenziale, per recuperare energie fisiche e nervose.
Basta poco per montarsi la testa e, dopo la partita persa male col Lille, sarebbe bastato poco per far perdere la bussola che guida il lungo cammino che porta alla qualificazione in Champions League.
La Milano rossonera ostenta calma ma in cuor suo scalpita e quel primo posto in classifica, inaspettato persino più della neve ad agosto, inebria e confonde. Eccita e consuma. Oracolo muto che non offre risposta alcuna, alla domanda: perchè camminare se puoi volare? Contro il Napoli si dovrà cercare l’ennesimo frammento di una risposta che sembra troppo grande, da ottenere già così presto.
Follow us!