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Inter, Conte: “Eriksen alla Pirlo? No lo penalizzerebbe”

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L’allenatore dell’Inter, Antonio Conte, ha presentato la sfida di domani contro il Torino in conferenza stampa.

Ecco Conte. Prima domanda: come arriva l’Inter a questo tour de force?
“Con due positivi. Per il resto, a parte Pinamonti, gli altri sono tutti a disposizione. C’è chi ha giocato di più con le nazionali e chi di meno”.

Cosa si aspetta dai suoi giocatori in queste partite? Quanto è complicato ripartire dopo la sosta con due partite ravvicinate?
“Sicuramente tutto è difficile. Ma non solo per noi, lo è per chi affronta competizioni europee: qui la difficoltà si alza, perché giochi ogni tre giorni e giochi partite impegnative. Però è una situazione difficile per tutti, lo è dall’inizio dell’anno e lo sarà da qui fino a Natale, ma anche dopo Natale. Lo sappiamo benissimo, dovremo cercare con tutte le nostre forze di affrontarla nel miglior modo possibile. Sperando che la buona sorte, anche a livello di infortuni e di positività, ci sorrida un poco”.

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Eriksen può giocare più arretrato, alla Pirlo? Lukaku gli ha consigliato di imparare l’italiano: è un problema di ambientamento?
“Questo non lo so, dico sul discorso dell’italiano o di altre lingue. Come ho detto in precedenza, cerco di fare sempre le scelte per il bene dell’Inter e quindi cerco di scegliere nella maniera giusta. Penso che lui abbia avuto tantissime occasioni, che abbia giocato molto di più rispetto ad altri giocatori. Quando lo riterrò opportuno lo sceglierò nell’undici iniziale o a partita in corso, altrimenti prenderò altre decisioni”.

L’Inter è giudicata da molti tra le favorite per lo scudetto. Condivide? E quanto pesa la convinzione della squadra?
“Penso che dobbiamo lavorare. Sappiamo i pregi e i difetti, cose che dall’esterno non si riescono a capire. Per il resto dobbiamo pensare a noi stessi, mi auguro sempre che ci sia onestà intellettuale da parte di tutti, soprattutto da chi viene chiamato a dare dei giudizi. Per il resto possiamo anche essere orgogliosi di questo: essere considerati i più competitivi, in un anno, nei confronti di squadre che vengono da un dominio assoluto in Italia, significa che stiamo facendo qualcosa di straordinario in brevissimo tempo. Ha dell’incredibile e del miracoloso”.

La classifica è molto corta, non si vedeva così dal 2011/2012. Durerà fino alla fine?
“Sinceramente mi auguro che questo equilibrio rimanga fino alla fine, perché più squadre saranno coinvolte nella corsa allo scudetto e alla zona Champions, più dovranno emergere alcune situazioni come il lavoro, l’organizzazione e la mentalità. Quindi me lo auguro che duri, a differenza degli anni passati dove non c’è mai stato. Nell’equilibrio emergono questi valori”.

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Giocate tanto la palla, anche in modo offensivo. C’è un legame con i gol subiti?
“Sono numeri importanti, vuol dire che la squadra ha raccolto meno di quanto meritava. Conosciamo le statistiche, in entrambe le fasi. Noi concediamo veramente pochissimi tiri in porta, però c’è un’alta percentuale realizzativa quando ci tirano in porta. Sono numeri positivi, dobbiamo essere più bravi nell’efficacia in zona gol. Poi non concediamo tanto, questo è il problema: concediamo pochissimo, molto meno che l’anno scorso o in anni passati. Però in questo momento quando hanno tirato ci hanno fatto gol”.

Cosa le fa credere che dopo la sosta l’Inter ripartirà in maniera diversa rispetto a quanto fatto dopo quella passata?
“Se parla di risultati, mi trova d’accordo. Se si riferisce ai risultati, sicuramente potevamo fare meglio. Per quello che stiamo producendo e facendo in campo, mi auguro di rivedere le stesse cose, di essere bravi anche a portare a casa un risultato positivo. Alla fine, anche se hai delle partite in cui comunque giochi e domini, crei situazioni da gol, ma poi alla fine pareggi o perdi, diciamo che si vede sempre il bicchiere mezzo vuoto. Dobbiamo cercare, oltre alla prestazione, di fare risultato, che cambia i giudizi, gli umori e tante situazioni”.

Da qui a Natale le sette grandi avranno dieci partite da fare, comprese quelle europee. Dirà qualcosa sui rispettivi valori? E poi come si spiega il ritardo di chi ha giocato l’anno scorso le coppe?
“Non lo so se c’è un motivo per la seconda domanda. Sicuramente noi e l’Atalanta abbiamo finito molto tardi. Noi siamo stati l’ultima squadra italiana, abbiamo smesso il 21 agosto e non c’è stato tantissimo tempo per riposare né per prepararci. Abbiamo dovuto inserire i giocatori in partite ufficiali e non facendo allenamenti o amichevoli: è un fattore da non trascurare, soprattutto nelle mie squadre, dove l’organizzazione prevale sull’improvvisazione. Poi per il resto, mi ripeto: secondo me c’è e ci sarà tanto equilibrio. Molte squadre si sono rinforzate a luci spente e questo è un fatto molto positivo. Vedrete che il risultato sarà difficilmente scontato, in ogni partita, e ci sarà da sudare per tutti”.

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Torniamo su Eriksen. Pensa che in futuro possa giocare da play basso, come giocava Pirlo nella sua Juve?
“No, secondo me no. È un ruolo che penalizzerebbe troppo il calciatore. Christian ha una dote importante secondo me, ha un calcio importante, sia di destro che di sinistro. Se gli togli la migliore dote e lo metti davanti alla difesa snaturi totalmente il giocatore. Questo è un giudizio tecnico che vi do, poi altri ne potranno dare altri. Però penso che quello dell’allenatore sia molto più importante, rispetto ad altri che se lo immaginano in altre situazioni”.

(foto ufficiale twitter Inter)

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