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Il Punto – Ibracadabra sbanca il San Paolo

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L’ottava giornata di Serie A si apre alla piscina comunale di Crotone, dove la squadra di pallanuoto della Lazio batte i padroni di casa 2-0. Campo dichiarato praticabile prima del match ma che tutto si è dimostrato tranne che degno di una partita di calcio. E il nubifragio abbattutosi la notte precedente su Crotone con conseguenti danni alla città sarebbe bastato, da solo, a far optare per il rinvio; sarebbe, però, servito buon senso, roba rara nell’ultimo periodo. E così, si gioca ed i ritorni al gol di Immobile e Correa regalano i tre punti alla compagine romana. Dalla pianta al polpaccio dello stivale. Qualche ora dopo scendono in campo a Cesena, a distanza di ben 81 anni dall’ultimo incontro, Spezia ed Atalanta. Ad un primo tempo da zapping, ne segue uno frizzantino che rispolvera un Provedel insuperabile; Zapata e compagni non possono nulla. Spezia-Atalanta finisce così com’era iniziata. Non termina, invece, a reti inviolate, grazie al solito Cristiano Ronaldo, Juventus-Cagliari. Bianconeri sempre più dipendenti, come le api con la propria regina, da CR7 – molto meno dal (non) gioco di Pirlo – che da solo regala, con la sua doppietta, i tre punti ai suoi. Per la verità, i sardi ci mettono del loro. Rossoblu mai in partita, troppo poco pericolosi per mettere in difficoltà i Campioni d’Italia in carica. Il timore che senza Ronaldo la Vecchia Signora avrebbe faticato resta. Scomodando il compianto Califano, potremmo dire che al di là del portoghese tutto il resto è noia. Noia che ogni italiano amante del pallone si è ritrovato a provare alle 12.30 della domenica. La nuova Fiorentina di Prandelli, che avrebbe dovuto ripartire, termina il match col Benevento peggio di come aveva salutato l’ex Iachini. Gol di Improta, 0-1 e tutti a casa, chi con il volto sorridente, chi viola. Se un giorno dovessero chiedermi di spiegare cos’è la fortuna indicando una squadra di calcio prenderei sicuramente in seria considerazione il Sassuolo 2020-2021, o almeno il suo inizio di stagione. Certo qualcuno potrebbe obiettare dicendo che la fortuna se la si crea, vero. Come è anche vero che De Zerbi ha trovato la quadra tattica abbinata alla qualità dei singoli, ma se l’Hellas Verona, che avrebbe meritato almeno il pareggio, a tratti domina e becca quattro pali vuol dire solamente che Tiche continua a baciare i neroverdi o meglio si è proprio innamorata. E dunque i gol di Boga e Berardi catapultano la banda De Zerbi in piena zona Champions. E se invece di parlare di Dee bendate mi chiedessero di riassumere Dr. Jekyll e Mr. Hyde indicherei sicuramente l’Inter di ieri contro il Torino. Un primo tempo pessimo, a tratti inguardabile. Salvo poi rientrare in campo, dopo una buona dose di pozione, per un secondo tempo da cineteca. I nerazzurri ribaltano l’uno-due di Zaza ed Ansaldi calando il poker Sanchez-Lukaku2-Martinez. Granata assenti nei secondi 45 minuti. Assente, invece, anche nella prima frazione il Parma di Liverani. Contro la Roma è KO tecnico. Ai giallorossi, che si candidano seriamente per i primissimi posti, bastano esattamente 12 minuti per far alzare ai ducali bandiera bianca. In rete Mayoral e due volte Mkhitaryan. Il secondo tempo è di normale amministrazione e risparmio energetico. Stesso risparmio che non si è visto in Sampdoria-Bologna. Una gran bella partita, tosta, fluida, dispendiosa, forse la migliore da vedere tra quelle delle 15 nell’arco di tutti i 90 minuti. Il risultato finale premia i felsinei: Thorsby da una parte, Orsolini dall’altra. L’ago della bilancia? Regini che, però, segna nella porta sbagliata. Lo stesso discorso potremmo farlo, a tratti, anche per la gara delle 18 tra Udinese e Genoa. A vincere sono i bianconeri, ma il Grifone avrebbe meritato il pareggio. Insomma, una gara aperta a qualsiasi risultato; basti pensare al gol annullato per fuorigioco nei minuti finali ai rossoblu e quello negato ai friulani solamente dal bruttissimo intervento di Perin, costatogli il rosso, nell’azione immediatamente successiva. Ciò che resta è, però, l’1-0 finale sul tabellino al quale De Paul decide di iscriversi. La giornata giunge al termine con il big match delle 20.45. Da un lato il Napoli di Insigne dall’altro il Milan di Ibrahimovic. Ed è proprio lo svedese, a 39 anni suonati, il protagonista dell’incontro con una doppietta. In rete anche Hauge e Mertens. Non mancano le recriminazioni: per il primo giallo troppo “fiscale” a Bakayoko (espulso poi con un secondo giallo) ed il rosso mancato proprio ad Ibrahimovic per la gomitata rifilata a Koulibaly. In ogni caso, finisce 1-3 ed il Milan torna meritatamente in vetta dopo aver ceduto, solamente per qualche ora, lo scettro al Sassuolo.

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