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Torino, Giampaolo: “La partita di domani vale tanto”

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L’allenatore del Torino, Marco Giampaolo, ha tenuto la conferenza stampa per parlare della partita di domani che vedrà i granata affrontare il Bologna.

Giampaolo, come sta la squadra? Avete giocato pochissime ore fa
“Sapevamo di avere poco tempo, ma non ci cambia nulla. Siamo pronti a giocare dopo 48 ore, dobbiamo esserlo. Il fatto di giocare alle 12.30 e tutto il resto non conta niente”.

Con il Bologna continuerà sulla linea dei cambi di Roma?
“Non penso nulla, il calcio e le prestazioni sono in continua evoluzione. Non c’è niente di definitivo. Ho già detto che avrei dato spazio a tutti perché bisogna chiamare a raccolta le risorse di tutti i giocatori. E già nelle prime due hanno giocato quasi tutti. Al netto di tutto, sceglierò domani facendo una tara rispetto alle varie assenze”.

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E’ dall’orgoglio e dalla rabbia di Roma che bisogna ripartire?
“Non abbiamo mai subito in maniera palese un avversario. Anche nei fragenti di una singola partita, non abbiamo mai dimostrato di essere allo sbando. Abbiamo pagato a caro prezzo le disattenzioni di Tizio, Caio e Sempronio, che probabilmente sono io. Ci sono anche valori morali, quelli che impongono di lottare sempre e non indietreggiare mai, ma giocare con orgoglio. Bisogna portare in alto una bandiera, devo essere disposto a tutto per questo. Capita di perdere, a noi è successo spesso, ma se lo fai a testa alta e a costo di lasciarci il sangue ti viene riconosciuto”.

Cosa la preoccupa e cosa la incoraggia?
“Le partite sono tutte difficili. La fiducia viene dall’atteggiamento della squadra e dei calciatori, di come giocano. E non ho preoccupazioni, domani giochiamo una gara molto importante e che pesa. Ma ho detto loro che è bello prendersi responsabilità, ne accresce valori umani dell’uomo più che del calciatore. Se giochi con il braccino, ne esci sconfitto come uomo”.

Avete resettato le scorie?
“Le scorie non le pulisci con una partita. Noi mangiamo ‘cioccolato’ da quattro mesi a questa parte in una full immersion incredibile. Continuiamo a soffrire, non si resetta nulla in un giorno. L’esclusione di Sirigu fa più rumore, ma è un giocatore come gli altri: il Toro è al di sopra di Sirigu, Giampaolo, Belotti e compagnia bella”.

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E’ sufficiente la pausa di Roma per rilanciare Sirigu?
“Ci ripetiamo (ride, ndr). E’ stata una scelta. Il giorno dopo la scelta, puoi rispondere in maniera arrendevole, polemica, rompicoglioni così ci capiamo meglio, o professionale. Lui il giorno dopo la partita si è impegnato, ha lavorato, zitto, e quelle sono le risposte che i calciatori devono dare. Poi la scelta la subisci, ma il giorno dopo io calciatore sono in prima linea per mettere in difficoltà l’allenatore nelle scelte. Sirigu si è allenato bene e vediamo domani, può rientrare come quella dopo. Non lo so, non si è una volta dentro e una fuori. La risposta che ha dato è stata professionale. Non discuto le sue qualità, è un portiere forte”.

Aveva mai allenato un trascinatore come Belotti?
“E’ di quelli che fanno la storia del club, lui lo ha fatto in parte e continuerà a farla. E’ destinato a lasciare il segno e questo determina la misura delle sue qualità”.

Ad oggi, Edera può tornare maggiormente utile?
“E’ il classico esempio di un giocatore che è stato ai margini, perché nel sistema iniziale non ci stava e invece in quello di oggi ci sta meglio. E lui può adattarsi bene, anche meglio di ciò che sta facendo. Ma lui è da più di un mese che si allena in silenzio, con impegno e con attenzione, questo non passa inosservato. Non basta farlo un giorno o una settimana, è la continuità del mio lavoro che fa la differenza. E la fiducia è la logica conseguenza per Edera come per Buongiorno: non l’ho mandato allo sbaraglio, sapevo che avrebbe fatto bene perché mi aveva dato risposte”

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Come giudica questa prima parte di stagione di Meité?
“E’ forte, con tante qualità. Ed è un professionista eccellente, lavora con impegno. Ora deve fare un salto di qualità dal punto di vista: non per l’impegno, ma su ciò che riguarda la sfera psicologica”.

Sente la sua posizione al sicuro?
“Di sicuro e al sicuro non c’è niente e nessuno, e non mi interessa nemmeno. La prima cosa che ci insegnano a Coverciano è che la valigia deve stare sempre dietro alla porta. Cosa significa? E’ assodato, questo è il mio mestiere e non c’è niente di nuovo”.

(foto sito ufficiale Torino)

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