Angolo del tifoso
ANGOLO JUVE – Ricordi da record
“Ti stai esaltando per un quattro a zero con il Parma”. Questa sera concentro tutti i miei poteri femminili nel mentalismo, entro di soppiatto tra i neuroni dei tifosi dell’Italia non juventina (ma non solo, fidatevi) e leggo questa frase, in alcuni in caps lock, in altri più che un pensiero è un sussurro, in altri ancora un banale scrollarsi di dosso un sottile sentimento di rassegnazione.
Ma di quella è ancora presto per parlarne, ha ragione Gigi Buffon, ha ragione più spesso di mia madre. E questa in realtà è un po’ la sua serata, che lo riporta lì dove tutto è cominciato, dove prima di diventare Superman era Gianluigi. Chissà se le sue emozioni sono le stesse di Dejan Kulusevski, l’altro ex di questo match contro il Parma di mister Liverani, un Parma ormai a stelle e strisce dopo l’acquisizione dello storico Club da parte dell’imprenditore statunitense Kyle Krause.
Pirlo a Parma ci va senza Dybala, che ancora una volta resta fermo ai box, stavolta per un affaticamento muscolare. Lascia in panca il buon Cuadrado, reduce da un numero infinito di match in cui l’impronta del colombiano è stata più profonda di quella di uno yeti. Tocca allora ad Alex Sandro e Danilo, ma soprattutto alla royal couple Ronaldo-Morata davanti. Di McKennie non ne parliamo, ormai è d’obbligo come l’insalata di rinforzo a Natale (non fatemi spiegare cos’è, certe cose non ammettono ignoranza). Con la differenza che quella nessuno la vuole, McKennie invece ormai lo imploriamo tutti come se fosse il nostro ultimo pasto.
E mica abbiamo torto. In realtà il Parma ci prova anche a fare la sua partita e a mettere in difficoltà il buon Gigi dopo quindici minuti con Kucka. Ma a centrocampo c’è Bentancur, ma è anche in attacco, sulla linea di difesa, l’uruguagio è sostanzialmente dovunque a ripulire palloni e a prolungare fino all’estremo il possesso della Juve in una delle sue migliori prestazioni, gli perdoniamo che gli manchi solo il goal. Per il resto il Parma attende, si difende in maniera anche organica e completa, ma dorme beatamente sul mancino dell’ex svedese, che con il piattone infila il pallone nella porta di Sepe che nulla può contro la potenza del tiro.
Poi c’è un tizio portoghese in campo che due, tre giorni fa si è dovuto sorbire gli scienziati di Twitter, che sono praticamente i no-vax del pallone. Allora parafraserei volentieri il compianto Gigi Proietti come alcuni colleghi coerenti di tifo hanno premura di fare, dicendo che a Cristiano non vanno sbriciolate le pasteis de nata, per cui lui, che oggettivamente Twitter potrebbe comprarselo, decolla come Neil Armstrong grazie al cross del collega Alvaro Morata Aldrin. Noi lo stiamo ancora aspettando a terra, lui intanto ci ha messo il testone e porta la Signora sul due a zero. Prova pure il tiro a giro, che però ultimamente sembra aver ottenuto il trademark azzurro. Pagheremo i diritti, lo giuro.
Intanto il tè caldo gli fa bene. Ci mette tre minuti dopo l’intervallo a ringraziare Ramsey per la cortesia, e a impallinare di sinistro nuovamente la porta del povero Sepe. Il Parma non dorme affatto, anzi si ritrova davanti alla porta di Buffon di nuovo con Kucka, che però comprensibilmente non si è accorto che quello è Buffon. Lo stesso che urla, sbraita, riporta i compagni sempre con i piedi per terra anche sul tre a zero, anche sul quattro a zero fantasma con De Ligt in fuorigioco. Un giorno ci renderemo conto della fortuna che abbiamo vissuto nel poter vivere il portiere più forte del mondo nella nostra squadra, ma non è ancora questo il giorno.
Lasciamolo giocare ancora. Che del resto ci riprova anche Bruno Alves, e lo rifà anche Inglese, e lui c’è, è come se quei quarantadue anni fossero ventiquattro, e sono sempre sue le urla che svegliano la squadra quando ci si comincia a cullare sugli allori, un atteggiamento che fin troppo spesso ha costretto Madama a pagar dazio. La conclusione la mette Morata, su assist nientedimeno che di Bernardeschi. Lo spagnolo ci mette anche lui la testa, e allora non resta che andare a scaldarsi in questa serata in cui Cristiano Ronaldo mette in bacheca un altro record, come se non ne avesse abbastanza. Il portoghese è il secondo nella storia della Juve a raggiungere i 33 goal nell’anno solare, dal 1961. Volete sapere chi è l’altro? Un signore argentino, che fece la fortuna di un terzetto composto da lui, John Charles e il Pres, Boniperti. Omar Sivori.
Ci sono certi nomi che dicono tutto. Chi sei, da dove vieni, ma soprattutto dove vuoi andare. Raggiungere Sivori è come un battesimo del fuoco per tutti noi amanti di questa Signora che di giornata in giornata conquista un’identità, una vita propria tra le mani di un allenatore così giovane. Per concludere questo anno strano, brutto, manca la Fiorentina. Non ci metto la mano sul fuoco, ma ho come il sentore che Cristiano sia un tipo con un certo appetito.
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