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Napoli: Gattuso, un ‘parafulmine’ che può essere pericoloso

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E’ un gioco da ragazzi prendere il proprio cellulare ed attivare la modalità aereo. Elementare isolarsi quando le cose non vanno per il verso giusto, quando hai bisogno di staccare la spina per affrontare al meglio le sfide del quotidiano. Molto più complicato quando dalla teoria bisogna passare al pragmatismo.

Scuole di vita a parte, è proprio il caso di dire che Gennaro Gattuso si sia introdotto verso una missione ardua. Lasciarsi andare in balia di una piazza schizofrenica come quella napoletana è una sfida che richiede una certa consapevolezza e spalle larghe mille spanne, se non qualcosa in più.

I tratti da ‘ringhio‘ sono ormai noti a tutti: Gattuso è un uomo che fa del furore caratteriale il suo terreno di gioco preferito. Lo sa bene il diretto interessato, e non si tira indietro quando c’è da fare leva su questa sua prerogativa. Alle prime difficoltà di questo Napoli, capace di autolesionismo a livelli estremi, viene fuori ciò che si temeva mesi addietro. Come vuoi che un uomo capace di strappare un contratto intestato ‘AC Milan‘, club della sua vita e dei suoi successi, non si faccia problemi a mostrare i propri muscoli?

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Checché se ne dica sull’imprevedibile umore dell’ambiente, il calabrese non si nasconde. Anzi, passa all’attacco. Ed ecco che la tanto temuta ‘guerra dei Roses‘ tra tecnico e piazza è servita.

L’INFINITA INDOLE BELLICA ‘INTERNA’

Parliamo di Napoli, città dalle mille contraddizioni e lunatica come non mai. Tra i vicoli ed i quartieri il calcio lo si vive, lo si respira attraverso i calci ad un pallone per strada e le chiacchiere dei bar, grezza – e democratica – espressione del modo di vivere il mondo del pallone. A Napoli come in nessun altro posto nel resto dello Stivale.

Mentre a Milano ci sono sia l’Inter che il Milan e nella Capitale sia la Roma che la Lazio, nell’altra grande metropoli meridionale del nostro Paese esiste solo il Napoli. Una sola squadra ‘in pasto’ all’amore cieco e passionale della gente. Un dettaglio non da poco, che in buona parte forse giustifica questo continuo sbalzo d’umore interno.

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Già, perché la vera e grande difficoltà gli azzurri la hanno in casa propria. Lì dove pullulano giornali, siti web, radio e trasmissioni televisive che nutrono il pourparler pallonaro. D’altronde è questa l’essenza di chi fa il mestiere dell’informazione, a Napoli come in qualsiasi altro posto in cui vige la libertà di stampa: fare luce su ogni aspetto, da quello più oscuro a quello più brillante. E guai se così non fosse.

Un unico enorme peso non frazionato – l’opinione pubblica, doveroso ribadirlo ancora una volta, legittima e democratica – sulle spalle di una società, sulla quale gravitano soddisfazioni e rimpianti in questi anni. E non sempre capace di sopportare tale fardello. Insomma, in una piazza dai mille occhi, dalle mille orecchie e dalle mille bocche è inevitabile che la considerazione globale e mediatica dell’ambiente sia una della varianti da tener in conto per successi e fallimenti.

PARAFULMINE, MA FINO AD UN CERTO PUNTO

Impossibile fare dunque il gioco delle tre scimmiette, cercando di isolare gruppo e affini dai mille occhi, dalle mille orecchie e dalle mille bocche di cui si parlava in precedenza. E per quanto possa essere apprezzabile il tentativo da parte di Gattuso in tal senso, d’altro canto bisogna sottolineare che si tratta forse di un pugno scaraventato contro metri e metri quadrati di cemento armato.

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Non resta altro che scovare la natura di questa mossa: puntare su di sé l’occhio feroce della critica, per sollevare carichi di responsabilità sulla testa dei calciatori. Parliamo di uno dei punti cardini della gestione tecnica attuale in casa Napoli, e lo si è visto in maniera esplicita nelle dichiarazioni nel post partita di Udine.

Il pericolo è che questa posizione da vero e proprio parafulmine possa fungere da arma a doppio taglio. Schivare la tempesta con il rischio magari di scaraventarla inconsciamente altrove. Anche perché Napoli non conosce nessun’altra cura palliativa che non sia quella dei risultati.

Risultati in questo momento sono un po’ mancati, giustificati dalle assenze e dal calendario fitto e zeppo di impegni. Ciononostante gli azzurri restano in ballo su ogni fronte: nel pomeriggio di domani inizieranno il cammino in Coppa Italia, sono pienamente coinvolti nella lotta al quarto posto e già con in tasca il ticket dei sedicesimi di Europa League contro il Granada.

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Il tutto con una sola consapevolezza che deve prendere piede all’interno dello spogliatoio: convivere con l’ambiente, che tanto riesce a dare e tanto riesce a togliere. Nulla può sovvertire questa tendenza, se non appunto i risultati in campo. Su questo dovranno concentrarsi le forze mentali di Gennaro Gattuso, che ha in mano un accordo fatto e finito con Aurelio De Laurentiis, mancante però della cosa più importante: il proprio autografo in calce al contratto. Ci sarà tempo per discutere e per venire a capo di questa disputa, che a questo punto non può che essere deleteria.

(foto: canali ufficiali SSC Napoli)

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