Angolo del tifoso
ANGOLO ROMA – A San Valentino Roma martello e non incUdine
La storia di questo santo si incrocia con quella di Udine nel 1355 quando, vista la grande pandemia di peste nera che aveva colpito la città nel 1348, data la sua fama di taumaturgo, fu scelto come protettore della città.
San Valentino, quindi, protettore dalla peste, di Udine e degli amanti, ma oggi non molto attento. Senza scomodare la pesante pandemia in corso, una vera “peste bubbonica” si è scagliata sull’Udinese, a nome di Jordan Veretout, che il povero Gotti si sarà trovato a imperversare anche sul pullman del ritorno.
Roma e Udinese si trovano come amanti al primo appuntamento. I giallorossi più arroganti, seducenti, partono subito tirando fuori il sorriso migliore. I friulani ritrosi e purpurei di pudore, ma con lo sguardo di chi ti dice che, con un pò di coraggio, la serata va in porto.
Roma subito avanti al 4′, quando Mancini serve un cross al bacio che il nano della Loira insacca per l’1a 0.
Continuano fraseggi veloci ma senza fretta. Prima Veretout impegna Musso, poi Ibanez colpisce Stryger Larsen davanti alla porta.
Al minuto 25, Pellegrini pesca Mhkytarian che salta Musso col pallone, ma il portiere con la gamba di richiamo lo stende. Rigore che Jordan realizza di potenza. 2 a 0.
Pochi istanti e una bella combinazione porta Veretout (basta, sempre lui!) a crossare per Pellegrini a centro area che insacca. Bel gol ma il var annulla, correttamente, perché l’azione parte da un pestone dell’armeno.
Il tempo finisce così, senza che i bianconeri proferiscano parola. Ed io ho il tempo di chiedermi perché, ogni volta che gioca l’Udinese, mi viene in mente Verdone che dà consigli medici. “Allora me prende 2 compresse de Zeegelar la mattina, un Arslan dopo pranzo e mezza compressa de Nuytnick prima de dormì. Aho’ me raccomando mezza, sinno’ me va in coma”.
Secondo tempo e la Roma ripete un copione che più volte ha mandato a dama i capitolini: attenti, abbassando il baricentro e facendo sfogare gli avversari.
L’Udinese prende campo ma, a parte una punizione di De Paul, poco succede. Almeno finché Cristante non decide di farsi portar via il pallone da ultimo dal platinato Deulofeu, ma Pau Lopez fa un’uscita bassa da campione e sventa il pericolo. Lo spagnolo si “rifà” poco dopo con uno svarione in uscita da fuori area, Deulofeu lo salta ma Mancini anticipa in spaccata e salva.
Poco altro, se non un forserigore per trattenuta su Dzeko, ma neanche il bosniaco sembra sconvolto, e il terzo gol di Pedro nel recupero che, servito da Edin, fa uno scavetto fortissimo sotto l’incrocio dai 20 metri.
Pau Lopez finalmente decisivo come dovrebbe esserlo un portiere di livello: una sola parata, ma da campione. Benino Ibanez, leader ormai Mancini anche in proposizione. Cristante, chiamato a sostituire Kumbulla, fa un partitone con anticipi da fuoriclasse. Peccato per l’errore imperdonabile del secondo tempo, ma davvero l’unico.
Villar francobolla De Paul come un veterano e di fatto lo annulla, Veretout basta quello che già ho scritto. Bene Pellegrini e Mhkytarian, pur senza dannarsi l’anima. Dinamici e propositivi i 2 esterni.
Borja Mayoral si impegna ma troppo poco gli riesce, anche perché le marcature sono solo su di lui, benino Dzeko nei pochi minuti concessi.
Si riparte e la Roma torna terza, avvicinando addirittura la vetta. Ma in fondo si sta tutti là e sarà lotta fino alla fine.
In questa giornata il rischio di essere inc…Udine e non martello c’era.