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UN CALCIO AL SUPERSANTOS – Firma e continuiamo ad amarci

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Gli amori, quelli veri, fanno dei giri immensi per poi, inevitabilmente, ritrovarsi.

Questa è la storia che lega Dries Mertens alla maglia del Napoli e a tutta la città partenopea.

Come può un belga, nato in Belgio e cresciuto tra Belgio e Olanda, chiamarsi Ciro? Ce lo spiega proprio il folletto di Lovanio.

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Amo Napoli, adoro i Napoletani. Mi sento uno di loro, soprattutto da quando mi chiamano Ciro”.

O, ancora, una frase di qualche anno fa: “Inter? Barcelona? Preferisco giocare il 50% delle partite a Napoli, piuttosto che il 100% dovunque”.

Frasi che fanno battere il cuore, che ti fanno innamorare di un ragazzo che ha dato e sta dando tutto per la causa napoletana (calcistica e non).

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Fisico e faccia da scugnizzo, comportamenti tipici di chi sa il fatto suo e tanta strafottenza, seppur nella più totale umiltà, quella mostrata fin dal primo giorno, fin dal primo gol realizzato nell’ottobre del 2013 a Firenze

Celebri sono alcuni suoi gesti, come quello ad esempio che fece qualche inverno fa. La temperatura era veramente bassa, a Napoli arrivò addirittura la neve. Dries andò a comprare una ventina di pizze per distribuirle ai senza tetto di alcune zone della città partenopea.

O, ancora, i soldi regalati ai canili per far vivere nel miglior modo possibile i suoi amici più fidati, i cani, che Mertens adora così tanto.

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E si sa, quando una persona ama così profondamente un animale non può che essere di cuore e con valori indiscutibili.

Dries è così. Anzi, Ciro. Un ragazzo di cuore e che ha preso a cuore tutto ciò che Napoli sa offrire, il bello e il brutto.

Il folletto belga-napoletano è arrivato a Napoli ormai sette anni fa. Dopo qualche stagione in panchina, offuscato dalla figura dell’attuale capitano napoletano, Lorenzo Insigne, ha deciso di prendersi la scena. E non come ala, suo ruolo naturale, bensì come punta centrale.

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La scommessa di Sarri più grande, in una stagione che prima vedeva il Napoli orfano di Gonzalo Higuaìn (passato alla Juventus) e poi anche del suo sostituto Arek Milik che, tra l’altro, aveva cominciato la stagione con varie doppiette in campionato e in Champions.

Tutti pensavamo fosse scoccata l’ora di Manolo Gabbiadini, ma il tecnico toscano aveva evidentemente visto qualcosa in Mertens come punta.

Appunto, Dries falso nueve, e la storia del belga cambiò completamente. Gol, caterve di gol e prodezze varie che gli valsero la medaglia di top player nel giro di pochi mesi.

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Ma non stiamo qui a raccontare nulla della tecnica e della bravura calcistica di un calciatore fantastico. Vogliamo oggi sottolineare solo cosa sia Mertens per il Napoli e per Napoli. Amore. Puro e semplice amore.

Martedi è successo: 121 volte Dries, esattamente come il capitano di sempre, Marek Hamsik.

Entra a far parte dei più grandi di sempre di Napoli e del Napoli.

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Gol pazzesco, non banale l’avversario (il Barça di Leo Messi); esultanza sotto la curva, con tanto di bacio a quello stemma che ci appartiene, che ti appartiene.

Quella maglia è ancora tua Cirù, sarà sempre tua, parliamoci chiaro. Quel numero 14, fin dal primo anno, ha ormai impresso il tuo nome.

Ed è per questo che ci chiediamo: “Caro Ciro, ma quando lo rinnovi questo contratto?”.

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Lo stesso Gattuso, certamente, si starà chiedendo quando la società intenderà fare questo passo fondamentale, regalare a lui e alla città napoletana la notizia più bella: Ciro chiude la carriera a Napoli.

Dries vuol restare sotto il Vesuvio e non esiste migliore sentenza se non la seguente: “Napoli è il posto più bello del mondo“. Citazione firmata Ciro Mertens.

Caro Aurelio, insomma, cosa stiamo aspettando?

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Non esiste il Napoli senza Mertens, così come non esiste Mertens senza il Napoli perché, dopotutto, certi amori fanno dei giri immensi, ma alla fine si trovano. Sempre.

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