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Duro comunicato dell’Everton: “Questa assurda arroganza non appartiene al calcio”

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Duro comunicato emesso dall’Everton, primo club ad esporsi in maniera forte è decisa contro la nascita della Super League. Ecco la nota del club inglese:

L’Everton è deluso nel venire a conoscenza della nascita della Super League da parte di sei club inglesi, e non solo. Sei club che agiscono interamente nel loro interesse . Sei club che offuscano la reputazione del nostro campionato e del gioco. Sei club che scelgono di mancare di rispetto a tutti gli altri club con cui si siedono al tavolo della Premier League. Sei club che danno per scontato e addirittura tradiscono la maggior parte dei tifosi del nostro paese e non solo.

In questo momento di crisi nazionale e internazionale – e in un periodo storico determinante per il gioco del calcio – i club dovrebbero lavorare insieme in modo collaborativo rispettando gli ideali di questo sport e dei suoi più grandi sostenitori. Al contrario, questi club hanno segretamente cospirato per staccarsi da una piramide calcistica che per tutta la loro storia ha dato loro tutto.

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E in quella piramide l’Everton rende onore ad ogni club che si tratti di Leicester, Lincoln city o altri, che in tutti questi anni hanno arricchito la vita dei loro tifosi. E viceversa. Gli autoproclamati Super Sei sembrano intenzionati a privare i tifosi della loro passione (compresa quella dei loro tifosi), mettendo in pericolo la stessa struttura che è alla base del gioco che amiamo. 

Il contraccolpo di queste ore è comprensibile, meritato e deve essere ascoltato. Questa assurda arroganza non appartiene al football e non è mai stata voluta da nessuno se non dai club che hanno orchestrato questo piano. A nome di tutti coloro che sono associati all’Everton, chiediamo rispettosamente che le proposte vengano immediatamente ritirate e che gli incontri privati e le pratiche sovversive finiscano ora.

Infine chiediamo ai proprietari, ai presidente e ai membri del consiglio dei sei club in questione di ricordare la posizione privilegiata che ricoprono, non solo come custodi dei loro club ma anche dei custodi del gioco del calcio. La responsabilità che portano dovrebbe essere presa sul serio. Invitiamo tutti loro a considerare ciò che desiderano che sia la loro eredità”.

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