Angolo del tifoso
ANGOLO NAPOLI – Napule è… raddoppio svanito e pareggio subito
“Chi ripete ogni giorno gli stessi percorsi”, ma anche “chi diventa schiavo dell’abitudine” e “chi non capovolge il tavolo”… “muore lentamente”, si legge nel frammento immortale di Martha Medeiros, per anni attribuito erroneamente a Pablo Neruda.
Di partite come Napoli – Cagliari se ne vedono tante ogni anno, match in cui il vantaggio non viene capitalizzato e la caparbietà dell’avversario porta, nei minuti finale, ad un insperato pareggio.
Agguantata la zona Champions League, la squadra di Gattuso era chiamata alla prima di cinque sfide da giocare col coltello tra i denti per chiudere al meglio la stagione.
Ed invece l’unico che ha preso spada e scudo e si è gettato nella mischia è stato Victor Osimhen, autore della prima vera prestazione da attaccante totale, maturo e determinato.
Settantacinque minuti di qualità altissima a correre e rincorrere, senza alcun risparmio, con tanta presenza fisica, un gol da centravanti vero ed un secondo, se possibile, ancora più bello.
Annullato, però, per un movimento d’aria sul difensore cagliaritano senza che nessuno abbia pensato di rivedere almeno una volta un contatto apparso anche a velocità normale del tutto ordinario. Il raddoppio svanito ha portato – alla fine – un pareggio subito nella maniera più classica, quando tutto sembrava ormai incanalato verso una risicata e sofferta vittoria.
I conti si fanno alla fine, ma dopo i punti persi in maniera imbarazzante su un fallo laterale a favore contro il Sassuolo, a buon diritto vanno inseriti gli altri due regalati nel primo pomeriggio di calcio del maggio napoletano del primo anno post Maradona.
Apparso in tutta la partita un po’ in difficoltà anche nella costruzione e nel fraseggio, negli ultimi quindici minuti la squadra azzurra ha colpevolmente indietreggiato di almeno venti metri il raggio d’azione, perdendo – con l’assenza di Lozano e Osimhen – la capacità di cercare la profondità e tenere la palla lontana dalla propria area di rigore.
I risultati di Milan, Lazio e Juventus impongono, a questo punto, ancora maggiore attenzione ed innalzano la quota Champions a non meno di 75 punti.
L’1-1 col Cagliari non preoccupa solo in termini di classifica, poiché è la prestazione complessiva e l’atteggiamento in campo a dar da pensare. Il passo indietro rispetto alle ultime uscite è apparso evidente nonostante la buona partita di Meret tra i pali, di Di Lorenzo a destra e di Demme al centro, autore di una conclusione sulla traversa che meritava miglior sorte.
La doccia fredda subita per merito di uno strenuo ed accanito Nathan Nandez dovrà suonare, si spera, come una sveglia all’alba di una vigilia importante.
D’altronde il “segreto della felicità”, si sa, è quello di trovare una “monotonia congeniale”.
L’ha scritto Victor Sawdon Pritchett, britannico, famoso per le sue “storie brevi”.
Quella tra il Napoli di De Laurentiis e Gennaro Gattuso pare ormai destinata ad inserirsi tra queste, infiammatasi e spenta in un anno e mezzo.
Bene sarebbe, però, se ci si lasciasse nel migliore dei modi, con la squadra in un posto di classifica nel quale ha dimostrato di poter stare con merito.
Al di là dei tanti punti lasciati per strada, oltre le enormi responsabilità individuali, nonostante la sorte avversa e gli eventi quasi mai davvero propizi.
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