Angolo del tifoso
ANGOLO SPEZIA – grAzie
La storia dello Spezia voleva ancora una partita da ricordare. La vittoria epica contro il Torino di Mazzola del ’44 verrà adesso accostata, nella bacheca delle imprese degli aquilotti, a questo nuovo successo contro i granata che vale la salvezza in serie A.
Lo Spezia schianta il Toro con una prova maiuscola. A prenderla per mano i giocatori con più tecnica ed esperienza. Saponara, il migliore in campo, la sblocca. Zoet con le sue uscite alte dà sicurezza al reparto difensivo. Terzi dirige magistralmente il pacchetto arretrato. L’attacco spezzino vive sulla prepotenza fisica di Nzola che, dopo il rigore del due a zero, trova la rete che mette in cassaforte il risultato. Il quarto gol di Erlic serve solo per suggellare l’apoteosi di una prestazione eccezionale per concentrazione, cuore, grinta e volontà.
Troppo Spezia per questo Toro che, solo grazie all’episodio del rigore di Belotti, è riuscito a rientrare per qualche minuto in partita. Di fatto, però, sul piano del gioco e delle occasioni, non è mai stato realmente in grado di impensierire la squadra di Italiano.
La partita è lo specchio meraviglioso di un’annata incredibile. Questi ragazzi sono partiti subito, senza riposarsi, senza poter staccare la spina, dopo la promozione raggiunta il 20 agosto. Il mercato fatto in poche settimane. Giocatori arrivati da altri paesi. Molti esordienti e diversi giovani che si affacciavano per la prima volta nella massima serie. E fra questi tre spezzini: Vignali, Maggiore e Bastoni, motivo di vanto per la città intera.
Spesso e volentieri il termine miracolo viene accostato ad ogni impresa o vittoria sportiva, specie di chi non gode dei favori del pronostico. Ma la salvezza dello Spezia va oltre il miracolo, anzi – a dire il vero – non sarebbe neanche giusto definirlo così. Lo Spezia ha conquistato la salvezza con il lavoro quotidiano e con l’impegno e la dedizione sul campo di allenamento.
Probabilmente vi erano compagini con doti tecniche maggiori, ma il gioco offensivo e l’organizzazione data da Italiano hanno permesso a questi ragazzi di potersela giocare con tutti. E lo hanno fatto sempre a testa alta, anche di fronte alla sfortuna o a qualche decisione arbitrale discutibile. Senza aiuti, giocando quattro mesi in campo neutro, senza mai lucrare sul risultato e soprattutto senza ricorrere, nel finale di stagione, a pareggi di comodo o “biscottini” vari.
In parole povere, lo Spezia ha onorato pienamente il senso etico di questo sport, che, spesso e volentieri, viene ridotto a semplice slogan o etichetta da mettere sulla spallina della maglia. Già, la maglia. Una maglia di colore bianco, senza macchia, sempre sudata, onorata e difesa su ogni campo. La stessa maglia indossata con orgoglio e fierezza dai tifosi che, nonostante le restrizioni, non hanno mai fatto mancare il loro sostegno e il loro calore.
Ogni partita, ogni rete, ogni momento di questo campionato è stato vissuto con gioia ma anche con un senso di impotenza vista l’impossibilità di andare allo stadio. Anche e solo per questa possibilità di tornare allo stadio, per poter cantare e sventolare le nostre bandiere sui campi della serie A, ci sentiamo di dire una sola parola: grAzie!
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