Approfondimenti
LEVA CALCISTICA: SPECIALE EURO ’80 – L’istrionico Gian Maria
Lo stadio Olimpico di Roma quella sera ospitava quella che di fatto era una vera e propria semifinale. Era il 18 giugno e lo stadio si presentava pieno come un uovo. La Nazionale Italiana affrontava quella che si rivelò essere la sorpresa del torneo: il Belgio. La situazione di parità di punti e differenza reti nel girone obbligava l’Italia alla vittoria data la minore quantità di reti segnate.
La partita fu molto tesa e a viso aperto nonostante i tatticismi di Guy Thys ed Enzo Bearzot, i due selezionatori, e le due squadre sfiorarono più volte il vantaggio. Il direttore di gara non “vide” un netto fallo di mano in area di rigore belga, unendo a questa svista un comportamento forse troppo parziale, in favore dei belgi, che condizionò l’esito della gara.
Ma quello che fece il fenomeno quella sera fu l’estremo difensore belga, soprattutto su una doppia conclusione ravvicinata di Ciccio Graziani. Quel fenomeno rispondeva al nome di Jean Marie Pfaff.
Non bastano poche righe a descrivere il “personaggio Pfaff”. Ottimo tra i pali, spettacolare nelle uscite, sempre sorridente e attento al proprio look o al fascino delle maglie che indossava, mai banali. I guanti del mestiere poi erano sempre di una taglia più grande, forse per impressionare gli attaccanti avversari che si vedevano all’improvviso parare innanzi queste manone.
Era cresciuto con tanti fratelli in una roulotte ad Anversa e, perso il papà troppo presto, si era reso subito conto dell’importanza del proprio lavoro e della spettacolarizzazione dello stesso. Qualche anno dopo, nel 1986, in Messico prima della semifinale tra Belgio e Argentina, forse per esorcizzare il pericolo e stemperare la tensione, dichiarò: “Maradona? Nulla di che”. La storia poi la conosciamo tutti. A fine partita regalò i suoi guanti all’alieno.
Il Gian Maria calciatore, al giorno d’oggi, avrebbe decine e decine di milioni di followers sui social, data la simpatia e l’istrionica attitudine allo spettacolo e alla cura della propria maglia, sempre vivacemente colorata, non disdegnando di dare il suo enorme contributo ai successi sportivi del proprio team. Insomma, signori miei, un vero e proprio mito di chi, come me, ha vissuto quegli anni.
Per la cronaca, quella sera il match terminò a reti inviolate. Il Belgio volo’ in finale, dove avrebbe sfidato la Germania Ovest favorita, e l’Italia approdo’ alla finale per il terzo posto contro la Cecoslovacchia che si sarebbe disputata al San Paolo di Napoli.
Gli Europei Italiani si apprestavano a vivere il loro epilogo.
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