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Angolo del tifoso

Angolo Roma – Abra-heart

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Tempo di lettura: 4 minuti

Ancora tu?

Roma-Fiorentina diventa la più classica di inizio campionato: con la sfida odierna sono dieci gli incontri alla prima giornata tra i viola e i giallorossi.

Da una parte l’esordio casalingo dello Special One, dall’altra l’allenatore sorpresa dello scorso anno con lo Spezia, arrivato un po’ a “sorpresa” ( e sono un signore con buona pace di Commisso). Entrambi chiamati a risollevare le rispettive compagini dopo alcuni anni lontane dai posti che maggiormente competono.

Ma al di là del ritorno dello Special One nel campionato italiano, fatemi far retorica dicendo che guardare le partite non più nel silenzio, ma col sostegno, le urla, le paure del pubblico allo stadio è tutto un altro sport.

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Si comincia

Roma con la probabile formazione titolare (in attesa speriamo del centrocampista) e con Abraham, appena atterrato, in campo. I giallorossi fraseggiano con estrema calma e tengono il campo, la Fiorentina tenta delle ripartenze e alcune volte infastidisce.

Svolta subito al 18imo: apertura per Abraham che va a cercare il fallo sull’uscita fuoriarea di Dragowsky. L’inglese cerca e…trova o per sfortuna dell’emulo povero di Jason Momoa o per bravura dell’attaccante nell’abbassare il piede. Viola in dieci.

Pochi minuti dopo, lo scatenato neoacquisto riceve palla e serve l’attivissimo Mhkytarian che insacca alle spalle di Terracciano. L’apparente fuorigioco viene risolto dalla solita mezzora di VAR ed è 1 a 0.

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Nel frattempo Mourinho è a casa sua, partecipe, preoccupato, ma sempre carismatico, pronto alla risata coi suoi avversari che gli passano vicino come a Don Vito Corleone, con deferenza, mentre Italiano si sbraccia e zompa in un variegato mix tra Spalletti e il diavolo della Tasmania della Warner.

La seconda frazione vede una viola non voler cedere all’inferiorità. In questo aiuta Zaniolo che, ammonito a fine primo tempo, cerca con insistenza il secondo giallo e lo trova al 51′.

La Fiorentina ha due occasionissime su cui è prodigioso Rui Patricio. Il portoghese però nulla può su Milenkovic, lasciato solo da Cristante su un pallone buttato in area. Prima di questo vanno segnalati due gol divorati da Mhkytarian.

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Abra-var e Show-murodov

La Roma si risveglia dal torpore e il neoacquisto prima prende una traversa di testa e poi scatta su assist dell’armeno, serve Veretout, prega un altro quarto d’ora per il VAR e …2 a 1.

Entra l’uzbeko per i crampi di Abraham e manda in pensione l’accidia offensiva che i romanisti avevano negli occhi con quei mosci di Kluivert e Schick. Spinge, corre, dimostra di voler contare, strappa un pallone, resiste alla spinte e serve l’incursore Veretout che chiude il match.

Contro una buona Fiorentina, grintosa e in cerca di se stessa, la Roma porta a casa tre punti d’oro. Ancora si è lontani dall’idea di solidità e arroganza che ci si aspetta da una squadra del Mou, si soffre troppo, ma il processo sembra innescato.

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Patricio da tranquillità e quando chiamato in causa tra i pali è reattivo, già aver visto le rimesse lunghe dopo due anni di “partenza dal basso” dell’agghiacciante Pau Lopez, gli fa guadagnare punti.

Bene Mancini e ancora sugli scudi Ibanez, più attento, mentre i problemi sono sulle fasce: Vina poco partecipe e ancora alla ricerca di identità, Karsdorp, come evidenziato in Coppa, molto indietro di condizione, anche se non manca lo spirito.

Errore sul gol a parte bene Cristante nell’interdizione e ritrovato Veretout che oltre ai gol ha portato dinamismo e fisicità.

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Bene nel lavoro sporco Pellegrini, sublime a tratti Mhkytarian, anche se a volte la troppa corsa lo frena nell’ultima giocata. Zaniolo vuole divorare il campo e dimostrare di stare in forma: tentativo lodevole e i risultati si vedono, ma tende a strafare ancora e l’errore dell’espulsione poteva costar caro.

Dopo questa partita ho paura che Mayoral vedrà il campo, immeritatamente, col lanternino. Su Shomurodov ho già detto tutto sul terzo gol.

Abraham è una furia: arrivato l’altro ieri ha fame, grinta, invoca il pubblico, urla ai compagni come se il veterano fosse lui, furbo sull’espulsione, due assist, una traversa che ancora trema, fisicamente impressionante e trascinante, sembra anche essere un “ber fijo de na ballerina” (con tutto il rispetto)… lo amo.

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