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Cagliari, Mazzarri: “Mi sento come al primo anno di Serie A”

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Walter Mazzarri ritorna ad allenare in Serie A. L’ex allenatore di NapoliInter – tra le altre – è il nuovo allenatore del Cagliari che domani giocherà all’Olimpico contro la Lazio. Di seguito le parole del tecnico dei sardi riportate da tuttomercatoweb.com:

Che squadra ha trovato al suo arrivo? Quali saranno i concetti su cui lavorerà da subito?
“Ambiente eccezionale, mi hanno accolto tutti bene, la struttura è davvero all’avanguardia. La sensazione è buona, il gruppo ha voglia di reagire dall’ultima sconfitta. Mi son sembrati tutti motivati, ma in 3 giorni non si può dire tanto. Il primo dato per capire questo sarà una partita importante come quella di domani. Noi dobbiamo creare un’anima in questo gruppo, anche un giocatore importante come Pavoletti verrà con noi anche se non so ancora quanto possa impiegarlo. Ci tengo che lui venisse con noi, più dal punto di vista della carica. Il minutaggio, essendo arrivato ora, non sono ancora riuscito a palparlo per bene: meno male che ci sono i 5 cambi, questo mi fa molto piacere”.

Quali sono i suoi obiettivi personali, come allenatore?
“In generale non amo i subentri, amo dare un’impronta dall’inizio: crederci sempre, non mollare mai, questo voglio che incarni il Cagliari il prima possibile. Domani ci sarà la mia prima verifica di questo. Non voglio pormi limiti, partita dopo partita: c’è prima la Lazio, poi l’Empoli, dopo la sosta penso di riuscire a capire le vere potenzialità reali di questa squadra. In tv si vede una cosa, dal vivo un’altra, ma lo dirò subito alla società”.

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Guardando al passato, pensa siano stati più errori individuali o di squadra?
“Ho un rispetto talmente grande dei miei colleghi che preferirei parlare da oggi in poi. Mi sono fatto le mie idee, ogni allenatore ha i suoi principi di gioco: ho provato a portare subito 2 o 3 variabili del mio credo calcistico, vedremo”.

Come giudica la batteria di quinti a sua disposizione?
“Credo di aver saputo allenare in diversi moduli, che ho adattato alle caratteristiche della rosa. È vero che ho usato più spesso il 3-4-3 o 3-5-2, ma ho usato anche altro: dobbiamo essere camaleontici, se cambiamo schema dobbiamo avere i codici. È facile che se impariamo i principi, siamo in grado di cambiare pelle anche a partita in corso, o di partita in partita. L’importante è conoscere bene i meccanismi specifici, per questo preferisco partire dall’estate per lavorare meglio”.

Che Lazio si attende domani?
“Una squadra così forte e abituata a stare ai vertici, dopo due sconfitte credo che sarà arrabbiata. Troveremo la miglior Lazio, poi a livello di condizione lo sa il suo allenatore. Dobbiamo rispettare questo avversario, ho parlato ai ragazzi dicendo loro di fare al meglio quello che abbiamo fatto in questi giorni. Il calcio regala belle sorprese se si fanno le cose bene, potremmo mettere in discussione anche il risultato di domani”.

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Quali spunti offensivi si aspetta dalla gara di domani?
“Una squadra evoluta deve sapere quando fare una cosa o quando un’altra. Se c’è da soffrire dobbiamo farlo tutti, se siamo in possesso di palla dobbiamo far vedere tutto il nostro valore”.

Perché ha sposato il progetto Cagliari?
“Da tempo ho un rapporto di stima reciproca con il presidente, ma questa piazza mi ha stimolato. Specie dove c’è risonanza di pubblico, di pathos, di responsabilità. Una squadra come il Cagliari ti mette l’adrenalina addosso, è uno stimolo importante. Il mio sogno è, con un po’ di tempo e con un progetto intelligente, magari il prossimo anno cercare di crescere perché una piazza importante come questa si merita altro, più soddisfazioni che sofferenze”.

Dove vede Nandez in campo?
“Il calcio moderno ha bisogno di giocatori moderni: ora come ora, il suo ruolo migliore è stare sull’esterno il più possibile. Per me è bravo in tutti i ruoli, anche trequartista di qualità se riesco a convincerlo. Se l’allenatore ha delle idee ma il giocatore le ha diverse, non si va lontano. Altre volte in passato sono riuscito a far esplodere altri giocatori. Ora vuol giocare in fascia perché penso che possa rendere al massimo”.

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Pensa di fare i fatti lavorando più sul lavoro mentale o fisico? Poi, alla luce del suo curriculum, si sente il vero colpo di mercato di questo Cagliari?
“Mi sento come al primo anno di Serie A. Un po’ di carriera alle spalle la ho, non la nego, ma questo lo vedete voi, io penso a lavorare. Qui è arrivato un Mazzarri umile e pronto a lavorare con la squadra, come l’anno della promozione a Livorno. Sono umile e motivato, voglio solo vincere come se fosse il primo giorno di carriera. Io sono un allenatore che guarda tutto, far rendere un giocatore poi fa rendere tutta la squadra. Un allenatore non può sottovalutare niente, ora c’è l’imbarazzo della scelta: la testa è importante, ho provato a dire le parole che pensavo potessero servire. In questi tre giorni ho fatto un accenno a tutto, domani vedremo le risposte. Qualcosina già me l’aspetto da subito, perché sono impattante fin da subito”.

Sta battendo in maniera particolare sulla gestione mentale? Che squadra del suo passato vorrebbe replicare in Sardegna?
“Se pensiamo al Torino dei 63 punti, quella era una squadra che non mollava mai. Quello può essere un esempio, specie per spirito di sacrificio. Ma anche la mia Sampdoria, capace di andare in Europa. Aggressività e tenacia: queste sono le cose che voglio io al di là dei risultati. E per ottenerlo dobbiamo essere uniti”.

In difesa ha delle scelte contate?
“Io non voglio creare alibi a nessuno, chi va in campo deve dare risposte. Se giochi nel Cagliari devi dare delle risposte: nella mia testa non mi metto limiti, ma le scelte tattiche le vedrete domani, specie per non dare vantaggi a Sarri che è un grande allenatore”.

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Ha visto da fuori il calcio post Covid, come lo ha trovato?
“Io non ho voluto allenare senza tifosi. Ho avuto offerte in quel periodo, ma quello non è calcio, sono allenamenti. Senza il calore dello stadio non avrei sentito stimoli. Ho sentito alcuni miei ex giocatori e anche loro mi hanno detto che quello senza pubblico non è stato calcio. Ho avuto la fortuna di potermi permettere di rimanere fermo, ho usato questo periodo per studiare e aggiornarmi con lucidità, credo mi abbia fatto bene. Ho studiato qualcosa di nuovo, perché sono uno che prova sempre a migliorarsi e non mi fermo mai”.

(Foto: Twitter Torino)

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