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Gravina: “Il calcio italiano non è in bancarotta. Procuratori? Serve una norma”

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Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha commentato – nel corso del programma Tiki Taka delle reti Mediaset – la situazione economica che sta vivendo il campionato italiano e non solo. Di seguito le sue parole riportate da alfredopedulla.com:

“Il calcio italiano non è in bancarotta, vive le difficoltà economiche come altri Paesi europei. In questo momento abbiamo grandissime difficoltà aggravate dalla pandemia. Questa ha generato una perdita ulteriore di un altro miliardo di euro che va aggiungersi alla perdita pregressa di 4 milioni. Ma il calcio italiano è appetibile, ha un appeal straordinario rispetto ad altri. Sia perché non è ancora stato sviluppato come meriterebbe, sia perché potrebbe declinare non solo il calcio ma anche tutte le bellezze artistiche e culturali dell’Italia”. 

Sulle commissioni agli agenti: “Purtroppo, non abbiamo mai dialogato con loro, li abbiamo sempre considerati utili a definire alcune finalità legate sempre alla massimizzazione del risultato sportivo. E abbiamo sbagliato. Bisogna iniziare a dialogare sapendo che anche in quella categoria ci sono dei soggetti che generano delle negatività. Quelle le dobbiamo isolare e dobbiamo creare delle norme a livello internazionale, e poi dobbiamo anche farci delle domande, perché se ci sono i nababbi che li pagano, bisogna capire il perché vengono pagati perché non è che i procuratori vanno con le rivoltelle dalle società”.

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Sugli episodi di razzismo ha dichiarato: “Abbiamo la tecnologia a disposizione. Basta prendere i singoli soggetti, espellerli dagli stadi e non farli più rientrare”.

(Foto: sito ufficiale FIGC)

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