Angolo del tifoso
ANGOLO SALERNITANA – La Casa della Dignità
Stando a Gravina, questa partita qui nemmeno si sarebbe disputata. Vabbé, Gravina…
Stando al Servizio d’Ordine ci sarebbe stato un tempo soltanto, ché parte buona della carovana è stata confinata a RomaSud oltremodo, oltretempo, oltre il pudore. Maledetto stipendio.
Stando a chi ha pensato e costruito la Salernitana partite del genere si giochino o meno è un dettaglio, ché i punti vanno raccattati altrove. Sarà…
Lazio-Salernitana esibiva il mismatch più smaccato a memoria calcistica d’uomo. Il centrocampo dell’una pratica uno sport, di rimpetto è tutta altra cosa.
Appare puerile, pertanto, soffermarsi su tabellino, Gyomber e Pedro.
Resta la prova volenterosa, i legni di marca granata del secondo tempo, l’ineluttabile risultato finale.
Resta il Popolo che segue la Maglia affermando la propria identità.
Vilipesa, calpestata, offesa negli anni ben oltre quel che ha detto il campo. Il Popolo non ha perso l’occasione, ed ha vomitato in casa del Padrone lo sdegno di ciò che è stato ed ancora è. E che mai più dovrà ripetersi. Né qui né altrove.
Il Popolo Salernitano all’Olimpico stava esattamente dove doveva essere. Cinquemila Anime fiere hanno fatto quel che è loro solito: urlare il proprio amore. La differenza sta nel palcoscenico. Che è quello che il Popolo merita.
Salerno in Serie A è rarità, non anomalia. Meritava solo di arrivarci per mano di gente più degna. Ché la dignità è tutto: qualcuno all’Olimpico avrà capito?