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Empoli, Accardi: “Parisi giocatore importante. Su Lucca…”

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Pietro Accardi, direttore sportivo dell’Empoli, ha parlato dello splendido inizio di stagione del club toscano ai microfoni di TMW. Ecco le sue dichiarazioni: “Non mi aspettavo di essere decimo, eravamo consapevoli di avere squadra e allenatore con un potenziale e margini di miglioramento ma di partire così bene, con questo calendario… No”.

Tra le scelte vincenti, quella di puntare su Aurelio Andreazzoli e di consegnargli una squadra ridisegnata in corsa dopo l’addio di Alessio Dionisi.
“Pensavamo di non avere dubbi sull’allenatore, poi professionalmente ha fatto altre scelte e la nostra idea è stata parlare subito con Aurelio: conoscevamo le sue qualità, oggi non siamo contenti, non siamo soddisfatti ma di più. Per me è forte. Completo”.

Ha avuto meno di quel che avrebbe meritato?
“In passato ha fatto una scelta, ha fatto il tecnico e poi il collaboratore a livelli importanti e ha scelto di proseguire con quello. Nel momento in cui c’è stata l’opportunità di allenare lo ha rifatto e ha dimostrato di essere di un livello di tutto rispetto. Siamo contenti, è bravo in campo e tira fuori il meglio dai ragazzi”.

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Un potenziatore.
“E’ un uomo curioso, intelligente, competente, ci parli di qualsiasi argomento. Lo trovi sincero e mai banale sotto ogni aspetto della vita. Non c’è particolare tensione a Empoli, avere uno che trasmette ai ragazzi convinzione, che crede in qualcosa di grande, di impossibile, che lo fa diventare possibile, è bello”.

E’ soddisfatto delle scelte fatte in estate?“Le scelte le abbiamo ragionate con l’allenatore, volevamo costruire una squadra funzionale alle sue caratteristiche. Siamo andati a cercare dei giocatori che potessero ricoprire più ruoli: Di Francesco è uno che può fare la seconda punta e il trequartista. Henderson la mezzala e il trequarti, Marchizza e Luperto il terzino e il centrale. Tutti dovevamo avere una qualità: venire a Empoli con motivazione e devo dire che non c’è stato uno che non abbia rispettato le aspettative”.

Potenzialità, gioventù ma anche un altro target specifico: la voglia di riscatto.
“E’ vero. Ho puntato molto sulla voglia di riscatto dei giocatori: le qualità di Tonelli, Pinamonti e Cutrone non le scopro io, ho visto la voglia di rivalsa, di mettersi in discussione. E’ il motivo per cui li abbiamo presi, oltre che per le indubbie doti e capacità”.

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Alla fin dei conti, l’unico fuori ‘dal coro’ nella filosofia Empoli è sembrato Petar Stojanovic.
“Stojanovic lo seguivo da tre anni, è sempre stato attratto da Empoli. Negli anni, storicamente, ha lanciato tanti calciatori. Qui c’è un ambiente che aiuta, ti puoi permettere di rischiare qualcosa, c’è una cultura del lavoro importante, si fanno crescere i ragazzi sotto ogni punto di vista. Il giocatore può sbagliare e c’è tanta attenzione: è sempre stato attratto, i primi anni la Dinamo Zagabria non era propensa a cederlo. Quest’anno c’è stata la possibilità e col suo procuratore lo abbiamo portato e siamo contenti di quel che sta facendo e potrà fare. E’ un giocatore internazionale, che gioca certe partite, alla sua prima in Italia ha bruciato le tappe e si è integrato.

Come si spiega la flessione di Bajrami?
“Fa parte del percorso di crescita: anche lo scorso anno Bajrami ha avuto un momento così ma siamo consapevoli di avere un giocatore che crescerà. E che resterà, puntiamo molto su di lui: questo momento di flessione, lo reputiamo normale nel percorso. E’ giovane, deve fare un percorso del genere, in fondo è un classe ’99”.

Filosofia Empoli, dicevamo. Anche scovare talenti nelle serie minori come Parisi.
“Parisi lo avevamo già visto e segnalato quando giocava in D, pensavamo di prenderlo già allora nei Dilettanti, lo avevamo già visto lì. Lo abbiamo seguito e lo scorso anno, visto che siamo attenti a campionati come la C e la D, c’è stata l’opportunità di prenderlo. Abbiamo fatto una trattativa con l’Avellino e lo abbiamo portato in Toscana, ci abbiamo sempre creduto: quel che ha fatto vedere in D, ha fatto vedere in C, poi in B e in A. A prescindere dalla categoria ha qualità importanti, è equilibrato, deve ancora lavorare ma ha ancora margini ed è molto interessante”.

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Certo che per chi investe sui giovani, farsi sfuggire Lucca…
“Devi avere anche la possibilità di investire. Il Palermo chiedeva soldi importanti e l’Empoli in quel momento era già coperto nel ruolo. E non c’erano i soldi per prenderlo e darlo in prestito, andavi a prendere un titolare a quelle cifre come ha fatto il Pisa. E poi non puoi prendere tutti”.

E poi i talenti li avete già in casa. Come Mattia Viti.
“Viti è diverso, è cresciuto qui, è della zona. Ne abbiamo monitorato la crescita ogni anno, è con noi da quando era bambino. Anno per anno lo abbiamo seguito, si è sempre visto questo potenziale da tirar fuori. Quando sono piccoli devi aspettare e con lui lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo”.

Tra i tanti percorsi che i giocatori fanno con l’Empoli c’è anche quello di Canestrelli: ora al Crotone, voi avete la recompra e ieri, da difensore centrale, ha fatto tre gol all’esordio in Under 21.
“Canestrelli nasce centrocampista e diventa difensore centrale. Due anni fa, abbiamo provato a fargli fare un’esperienza all’Albinoleffe e ha risposto benissimo. Nei profili che pensiamo possano avere una prospettiva, mettiamo un controriscatto, una recompra e così è anche ora al Crotone”.

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Che gennaio sarà per voi?
“L’idea è quella di non stravolgere niente. Anche se dovesse arrivare qualche richiesta per i big, l’Empoli non ha intenzione di vendere i migliori. Per quanto riguarda il completamento vedremo, ci sono ancora sette-otto partite con la Coppa, col tecnico ci siamo presi ancora tempo. Se faremo qualcosa sarà qualcosa di mirato e di completamento per la nostra rosa”.

(Foto: sito ufficiale FC Empoli)

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