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Napoli, rifletti: sei ancora la capolista

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All’orizzonte si possono intravedere nubi grige, perché l’infortunio di Victor Osimhen, indubbiamente getta nello sconforto la piazza partenopea.

Una sconfitta, quella subita ieri sera contro l’Inter, che già inevitabilmente riaccende i fantasmi del recente passato, dove con cadenza ciclica, la squadra ha dimostrato di non reggere la pressione dei grandi match. Ieri non era una partita decisiva, non poteva esserlo a novembre, ma inevitabilmente uscire da San Siro con almeno due risultati su tre a disposizione, sarebbe stata un po’ come una ciliegina sulla torta, ma così non è andata.

Nonostante le ultime due occasioni clamorose capitate a Mario Rui prima (con miracolo di Handanovic annesso) e Mertens poi, che ha sparato in tribuna il gol del possibile 3 a 3, la sconfitta è arrivata e pone degli interrogativi sulla tenuta caratteriale del gruppo per quello che si è potuto constatare nei 98′ giocati.

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È proprio su questo aspetto che Spalletti ha voluto soffermarsi nel post gara. Al mister è piaciuto l’atteggiamento della squadra, mettendo da parte il risultato. Perché l’allenatore sa, ed ha studiato, il recente passato dei suoi uomini, e sa per l’appunto, che per diventare realmente grandi ora più che mai serve cambiare la psicologia e forgiare il carattere dell’intero gruppo.

Ma la classifica attuale non mente, e la realtà dice che nonostante la sconfitta, il Napoli è ancora primo in classifica ed ora dovrà fare i conti con un Osimhen in meno, come detto in precedenza.

Fratture scomposte allo zigomo, il calciatore è rimasto a Milano per operarsi, la prognosi potrebbe consegnare un amaro scenario: due mesi di stop.

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Sarebbero troppi, soprattutto per il peso che il giovane attaccante nigeriano ha in questa squadra. Vero è che le alternative non mancano. Ieri si è rivisto a sprazzi il vero Mertens, in rosa c’è pur sempre Andrea Petagna, due attaccanti dalle caratteristiche totalmente differenti ma che inevitabilmente, sono diverse anche dallo stesso Osimhen, che ben tutti conosciamo.

Ora dunque verrà il difficile. Analizzando la questione, ed ipotizzando che il giocatore già poteva mancare a questa squadra una volta partito per la Coppa d’Africa, si può ingoiare meno amaramente il boccone semplicemente immaginando che ora, pare sia arrivato il momento con qualche settimana di anticipo, di far quadrare la rosa senza di lui e darne un certo equilibrio costruttivo. Perché appunto, questo sarebbe successo inevitabilmente più avanti.

È il momento quindi di capire realmente questa squadra dove può arrivare, contro chi deve lottare e per quale obiettivo. Una grande squadra deve saper far fronte anche ad assenze importanti, ed ora gli azzurri sono lì in vetta, ma il domani è da decifrare.

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Si potrebbe restare sorpresi nell’apprendere che adesso, rispetto agli anni passati, il vento sia cambiato e che Spalletti sappia mescolare le carte a proprio piacimento per non fare sentire la pesantissima assenza di Osimhen. Con la speranza che l’operazione vada a buon fine e che la tecnologia moderna permetta alla punta di rientrare prima in campo, magari indossando una mascherina di titanio come già successo ad altri atleti, bisogna comunque immaginare un team senza la sua punta di diamante.

Da qui in poi dunque, bisogna crederci un po’ di più, perché se era presto per  poter affermare che dal big match di ieri potevano decidersi le sorti di un campionato, di conseguenza lo è decisamente ancora di più per abbandonare l’idea di sentirsi grande e giocarsela fino all’ultimo.

“A parte che i sogni passano, se uno li fa passare”.

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Produttore Esecutivo in Mediaset per contenuti di informazione (hardnews e softnews), telegiornali e talk tv prime-time. Ho ideato il progetto LBDV e fondato la testata giornalistica. Sono amante del dubbio, socratico per formazione e mi piace guardare al di là delle apparenze tutto, le persone e la vita.

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