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Coppa Italia, nella notte di Firenze splende la personalità del Benevento
“Notte scura, notte senza la sera. Notte impotente, notte guerriera”, cantava Pierangelo Bertoli. Partiva un pò impotente e sfavorito il Benevento nella sfida secca di Coppa Italia, da o dentro o fuori, contro la Fiorentina. Sfavorito, ma non certo già sconfitto in partenza, anzi l’impeto è stato molto guerriero (proprio come intonava il cantautore emiliano). La personalità in campo è un talento. E, quando la si ha o la si raggiunge, lo è ancora di più soprattutto se all’altro capo del telefono, di verde vestito, ti ritrovi una squadra al quinto posto sopra le romane e la Juventus che non può non puntare anche alla qualificazione Champions, più calciatori tecnici e rapidi con doti naturali da essere più terrorizzanti di Diabolik. Ma, ecco, a proposito di Diabolik, non sarebbe certamente stato un furto se ieri sera al Franchi il Benevento avesse agguantato la Viola sul 2-2. Ai sedicesimi di finale la Fiorentina ha fatto la Fiorentina: pimpante, intensità mozzafiato, difesa alta, boccino del gioco sempre in mano. La differenza l’ha fatta, rotazione della squadra alla mano sia per la squadra di Italiano che per quella di Caserta, il carattere. Pantaloni adeguati all’occasione, camicia e giacca elegante d’ordinanza e via, per una notte in cui i giallorossi hanno messo costantemente in difficoltà i viola con i vari Acampora, Glik, Moncini e Lapadula. Che siano stati due vistosi cali oppure che sia stata una gestione lungimirante e ponderata delle forze anche per testare le manovre offensive altrui degli ospiti con una squadra in turnover, ciò non mette minimamente né in ombra né in secondo piano un Benevento testardo che, in direzione ostinata e contraria, ha prodotto incubi là davanti, facendo faticare non poco il portiere Rosati. Fiorentina in sofferenza o Benevento in uno stato di forma e grinta straordinari? Probabilmente lo scopriremo già al prossimo turno di campionato quando la prima se la vedrà con il rinato Sassuolo e la seconda sarà impegnata nell’ennesimo scontro diretto, in poche settimane, contro l’ennesima concorrente, il lanciatissimo Monza. Ma la personalità del Benevento vista, beh, quella non è in discussione, beneficia di un caricamento naturale a pallettoni. E ne ha da vendere. Da servire. Da presentare. Con audacia. Quella di chi non vuole mollare un solo centimetro, quella di chi non vuole esitare di mezzo istante per inseguire il proprio sogno di tornare in serie A.
P.S. – Perché intitolare una rubrica “Autogrill”? Immaginate di trascorrere là un’intera giornata: in 24 ore quante storie vedreste e ascoltereste? Quante persone incontrereste e osservereste? Quanti gesti, parole e situazioni, che rimandano a luoghi vissuti da tanti altri volti? E’ quello che si proporrà di fare questa rubrica: approfondire, dal campo o fuori dal campo, delle storie che si conoscono e rilanciare delle storie che si conoscono poco. Raccogliere respiri di vita, attimi di condivisione, istanti dove cogliere l’essenziale nei particolari, briciole di esistenze in un luogo sì preciso ma di passaggio. Come in un autogrill, appunto, un luogo in cui tutti passano per un minuto o per un’ora, un luogo dove s’incrociano casualmente esistenze, incontri ed emozioni….
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