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A(F)FONDO – I dolori del nongiovane Gravina

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I dolori del nongiovane Gravina

Dopo i cattivi risultati della Nazionale, la vittoria di Lotito nell’ambito del “Tamponigate”, la querelle Salernitana, prima parte, e la saga del Sacro Protocollo, i dolori del povero Gravina sembravano essersi, per un attimo, placati.
Il campionato procedeva, per quanto “a mozzichi e bocconi”.
La questione Salernitana pareva essere sulla via della risoluzione, grazie al magico Trust ideato.
Epperó altri dolori erano dietro l’angolo per il nostro povero eroe.

Caos plusvalenze: di nuovo

Qualche mese fa è sembrato esplodere un caso/caos plusvalenze.
L’operazione “Prisma” della Procura di Torino cominciava a maggio: indagata pressoché tutta la dirigenza Juve.
A latere, una inchiesta Covisoc partita a luglio e un fascicolo della Procura Federale.
Anche la Procura di Milano ha pensato bene di accodarsi; si aspettano mosse dei colleghi napoletani.
All’orizzonte titoloni carichi di pessimi auspici per mezza serie A.
Lo stesso sergente di ferro Gravina è oggi costretto, tuttavia, ad ammettere ciò che ai tecnici è noto: la mancanza di criteri oggettivi per valutare la congruità delle operazioni di mercato tarpa le ali a qualsiasi inchiesta.
Queste indagini, del resto, non sono certo le prime e non saranno le ultime: l’arenarsi sullo scoglio della mancanza di criteri oggettivi, con esiti quasi comici rispetto agli sfaceli preannunziati, è e sarà il comune denominatore di tutte.

Un piccolo, modesto suggerimento

Sostiene Infantino che un salvifico algoritmo per il calcolo del valore di mercato di un calciatore risolverebbe i problemi.
Sostiene Gravina che la cosa è irrealizzabile.  
Sostiene chi scrive che Infantino ha ragione, e che forse tutta questa grande voglia di risolvere il problema in realtà non c’è.
Se la dirigenza calcistica mondiale, o anche soltanto nazionale in una prima fase, scegliesse un fornitore unico di dati oggettivi su prestazioni, età, integrità, storico di ogni calciatore; se questi dati fossero inseriti in un algoritmo di IA che poi calcolasse un valore medio di mercato; se le società potessero discostarsi da questo valore soltanto entro una predeterminata forchetta, il gioco sarebbe fatto.
Più semplice a scriversi che a farsi, è indubbio, ma non ci si venga a dire che il problema è irrisolvibile.
Chiedere agli amici di Wallabies, per dettagli tecnici.

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La querelle Salernitana

Si è appena vagamente affievolita l’eco delle indagini finanziarie in corso, quando torna alla ribalta la vicenda Salernitana, peraltro nella doppia versione Cessione vs. Proroga, Protocollo Covid vs. Asl.
Gravina accusa il colpo.
Neppure un Natale tranquillo gli lasciano fare questi cattivoni.

Cessione vs. Proroga

Dei dettagli della operazione Trust abbiamo ampiamente parlato.
La posizione della FIGC, richiamata da Gravina nelle ultime dichiarazioni ufficiali, appare chiara: cessione entro il 31 dicembre di quest’anno o esclusione immediata della Salernitana dal massimo campionato.
La ipotetica proroga di 45 giorni, che parrebbe essere prevista nell’atto di costituzione del Trust approvato dalla FIGC, sarebbe concedibile soltanto nel caso in cui ci fosse almeno un preliminare di cessione chiuso entro fine anno.
Proposte serie, in realtà, non sembrano essere arrivate e questa volta Gravina e FIGC sembrano irremovibili, almeno quanto lo sembravano dieci proroghe fa.
Chi scrive una mezza idea di come andrà a finire la ha, tenuto conto dei soggetti, delle conseguenze irreversibili sull’intero campionato di una esclusione in corso e dello storico recente.
Scommettiamo?

Protocollo Covid vs. Asl

E siamo sempre qui.
Ciclicamente il problema ritorna identico a se stesso.
E ciclicamente torna il teatrino, marchio di fabbrica FIGC, del mancato rinvio, dei 45 minuti in campo, delle penalizzazioni, dei ricorsi.
Inspiegabile, come sempre.
Anzi no spiegabile, spiegabilissimo…

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