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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVE – Futura

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Tempo di lettura: 4 minuti

La prima e unica volta in cui sono salita sulle montagne russe avevo dieci, dodici anni. Per tutti e tre i minuti di durata del giro ho guardato a terra, ricordo di aver sollevato per un secondo la testa per guardare al di là della maniglia di protezione, ma il mio istinto di sopravvivenza alle altezze era troppo più forte, nonostante la fragorosa risata di mio padre accanto a me. Mi sono ripromessa di non salirci mai più, cosa che ho effettivamente fatto, salvo poi dimenticarmi di essere una tifosa Juventina.

Non c’è metafora più calzante per descrivere l’anno appena trascorso dalla popolazione di bianconero vestita, tanto che ormai sembriamo esserci abituati a vivere picchi di emozioni contrastanti che diciamocelo, dopo i nove anni che si sono conclusi con la sfilata di Maurizio Sarri al J Museum, nessuno o comunque pochi di noi si aspettavano di vivere. Sarri non è bastato, allora la sfida Pirlo ha conquistato il cuore del presidente Agnelli.

E qualcosa sembrava cambiare, almeno fino a quando riusciamo a portarci a casa la Supercoppa ai danni del Napoli, pareva che la situazione in classifica potesse mettersi decentemente. Poi però ci pensa il Benevento a riportarci con i piedi per terra, e in Europa non basta l’aver impallinato il Barcellona ai gironi in casa sua. Il Porto ci offre l’ennesimo boccone amaro agli ottavi di finale, portandosi a casa la qualificazione al turno successivo nonostante la sconfitta allo Stadium.

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La parabola discendente in classifica è sempre più ripida, ma riusciamo a portare nelle teche dello stadio la Coppa Italia, non si sa ancora come, strappandola dalle mani dell’Atalanta di Gasperini: perdenti, ma fino a una certa. Il rischio solido, che ci torna in mente non appena riposte le bottiglie di champagne post festeggiamento, è che il 2021 possa non rivedere la Juventus in Europa. C’è la partita con il Bologna che è come una finale, e la giochiamo da tale. Quattro goal, e poi tutti seduti, nel silenzio più totale, a fissare lo schermo di uno smartphone. Il Napoli si sta giocando le nostre stesse possibilità contro l’Hellas Verona, e come si dice in questi casi, il nostro lo abbiamo fatto. Il loro invece prende il nome di Davide Faraoni, che risponde al goal di Rrhamani e lascia che i bianconeri siano ancora una volta titolati ad affacciarsi all’Europa che conta.

Estate, aperitivi, spiagge che cominciano ad affollarsi, contagi che calano, Mister Pirlo non ci serve più. Non possiamo permetterci di fallire per un altro anno l’obiettivo scudetto, e la panchina torna a chi l’aveva occupata per tanti di quegli anni da riuscire a infilarci dentro due finali di Champions, perse ovviamente, che domande.

Bentornato Mister Allegri. Che si fa, cominciamo a cucire la toppa? Povere stelle.

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Il campionato comincia in un caldo pomeriggio di fine agosto, con un jet privato che si allontana dall’aeroporto di Caselle in fretta e furia. Nemmeno il tempo di salutarsi, di spiegarsi, di capire cosa sia andato storto in questa relazione durata tre anni che in realtà non è mai decollata veramente. Il jet di Ronaldo invece sì, a quanto pare Manchester è meglio di Torino, e allora sai che ti dico se ci molli così non è che tu ci abbia mai meritati davvero.

Però, quanto maledettamente ci manchi.

Pensavamo di sostituirti con Alvaro Morata, tornato un anno fa lì dove era diventato uomo, abbiamo rinforzato il centrocampo con Manuel Locatelli. Abbiamo discusso mesi del rinnovo di Paulo Dybala, il suo procuratore si ripropone una volta al mese dall’Argentina come i peperoni di sera. Ci ricordiamo che lo scopo del gioco è accumulare più punti possibile alla quinta giornata di campionato, vincendo contro lo Spezia. Arranchiamo, soffriamo contro le piccole che dovrebbero essere una fucina di punti, giochiamo con la puzza sotto il naso dirà poi Szczesny. Dovremmo viverci con le mascherine in faccia anche quando usciamo dai tunnel degli spogliatoi, che alla fine della stagione non abbiamo poi così tanta voglia di dare addosso a Max Allegri, che in fin dei conti non è mica lui a dar calci al pallone.

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E in Europa? Non si sa come, per qualche strano scherzo del destino quest’anno l’Europa sembra confortevole quanto un attico sul Pantheon, mentre l’Italia ci fa l’effetto che farebbe dormire nella cuccia di un cane. Ma state sereni che in questo caso è il Chelsea a ricordarci del confine, anche se poi si dimentica di metterci una pezza a San Pietroburgo. Lo scudetto dimenticatevelo, ma terminiamo da primi il girone di Champions, a Gennaio ci aspetta il Napoli, sono sveglia da cinque ore e ho già letto di Morata al Barcellona, di Depay, Dembelè e Milik all’ombra della Mole.

Nell’incessante scrolling della home di Facebook mi è saltata agli occhi una domanda: “qual è la più grande speranza per la persona che ami di più?”

Non so classificare l’amore quindi non so esattamente in che posizione sei, ma qualcosa da augurarti, e da augurarci, ce l’ho: tamponi sempre negativi, prima di tutto. E di non dover mai più vivere di ricordi, tanto il meglio deve ancora venire.

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Buon anno Juve mia, fino alla fine del 2022, ma anche ben oltre.

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